In sala il secondo capitolo della saga cult iniziata nel 2009 con Benvenuti a Zombieland. Nel cast Woody Harrelson, Jesse Eisemberg ed Emma Stone.
Si sa, nel mondo del cinema la morte non sempre è definitiva. Da George Romero e il suo La Notte dei morti viventi passando per i vari Resident Evil, il ritorno in vita dei morti ha sempre affascinato i cinefili dell’horror. Ma cosa succede quando unisci il terrore alla commedia? Per informazioni chiedere a Ruben Fleischer (regista del recente Venom), che torna dietro la macchina da presa per il suo irriverente Zombieland: doppio colpo. La saga cult nata dieci anni fa con Benvenuti a Zombieland è diventata negli anni una pietra miliare per i fan del genere, capace di coinvolgere sia i più avvezzi ai non morti sia i neofiti. Nel cast tornano ancora una volta Woody Harrelson, Jesse Eisemberg, Emma Stone e Abigail Breslin, rispettivamente nei panni del cowboy amante di Elvis Presley Tallahassee, del giovane nerd Columbus, della sexy Wichita e della sorella di quest’ultima, Little Rock: quattro superstiti di un’apocalisse globale che non è mai stata così pop.
Lo stile di Zombieland: doppio colpo si mostra già dalle battute iniziali, facendo capire anche a chi si fosse perso il primo capitolo che non si tratta del solito film sugli zombie. Sulle note di Master of Puppets dei Metallica, i quattro ammazza-zombie assaltano la Casa Bianca per prenderne possesso come rifugio sicuro e base operativa. Il tutto accompagnato dalla voce di Jesse Eisemberg (per gli italiani, quella del suo doppiatore ufficiale, Davide Perino), che torna a illustrare al pubblico – in un classico esempio di metateatro – come sopravvivere qualora ci si trovasse di punto in bianco nel bel mezzo dei morti viventi. C’è un solo modo: seguire le regole. Sono tante, dalle più serie (“Il lavoro di squadra” e “Il doppio colpo”, da cui prende il titolo il film, ossia assicurarsi di sparare due volte al nemico) fino alle più strampalate e insensate, come “Il mondo è il mio bagno”, per ricordare a tutti che non esiste luogo inadatto ai propri bisogni.

La trama è lineare e semplice: eliminare gli zombie, quanti più possibile e con un’esecuzione sempre innovativa, per assicurarsi il premio “Uccisione dell’anno”. A complicare le cose, l’avvento anche nel mondo dei non morti del sistema evolutivo. D’altronde lo si diceva all’inizio, la morte non sempre è definitiva. Ecco qui la presenza di tre tipologie di zombie: si va dall’Homer, il più stupido, all’Hawking, il più intelligente, passando per il Ninja, il più silenzioso e furtivo. Nel corso del film, i quattro scopriranno persino la presenza di un quarto stadio evolutivo, il T-800, estremamente letale e quasi impossibile da abbattere. Le citazioni, come è facile notare, non mancano, spaziando dal mondo del cinema con Terminator all’animazione de I Simpson, fino alla scienza e al grande astrofisico Stephen Hawking. I contrasti d’altronde sono la base per un film che si presenta come una commedia horror. Non mancheranno perciò nemmeno gli hippie, popolo votato alla non violenza quando l’unico modo per sopravvivere è seguire i dettami darwiniani della legge del più forte, eliminando i deboli.
Il succo del film, la sua anima, è racchiusa anche solo nella scena post-credit, con protagonista nientemeno che Bill Murray. Nei panni di se stesso, il grande comico americano («Il migliore in assoluto», secondo il protagonista del film Columbus), già presente nel primo capitolo del 2009, affronta orde di zombie all’interno di un centro commerciale dove si trovava per presentare il suo nuovo film, Garfield 3. Divertente, a tratti irriverente, è la perfetta sintesi fra il macabro dei non morti e la comicità alla base del progetto cult.
E mentre il secondo capitolo è ancora disponibile nelle sale, già si parla di un terzo sequel. «Ci sono molti modi di continuare questo franchise», hanno dichiarato in coro i produttori Paul Wernick e Rhett Reese, di comune accordo con il regista Fleischer, al quotidiano americano Metro. «Era stato registrato anche un pilot per una serie tv, ma Amazon non ha dato il via libera». E c’è anche una proposta alternativa, in pieno stile Zombieland, che arriva direttamente da Emma Stone: «Sono d’accordo per un nuovo film, ma solo fra dieci anni».
di Fabrizio Grasso, all rights reserved