Vittoria Craxi:
“Se ci fosse mio nonno…”

Vittoria Craxi:
"Se ci fosse stato mio nonno..."

Parla la nipote di Bettino Craxi nel giorno dell’anniversario della morte
“Tra i politici di oggi non esiste un suo erede"

di Cristina de Palma

Vittoria Craxi:
“Se ci fosse mio nonno…”

Vittoria Craxi:
"Se ci fosse stato mio nonno..."

Vittoria Craxi:
"Se ci fosse stato mio nonno..."

di Cristina de Palma

Vittoria Craxi:
“Se ci fosse mio nonno…”

Vittoria Craxi:
"Se ci fosse stato mio nonno..."

Parla la nipote di Bettino Craxi nel giorno dell’anniversario della morte
“Tra i politici di oggi non esiste un suo erede"

di Cristina de Palma

“Se ci fosse stato lui, oggi non saremmo in questa situazione”. Lui è Bettino Craxi e il 19 gennaio, il giorno che deciderà le sorti del Conte-bis, è – neanche a farlo apposta – l’anniversario della sua morte.

L’ex leader del Partito Socialista Italiano ed ex Presidente del Consiglio aveva 65 anni, quando nel 2000 perse la vita per una complicanza al cuore. Viveva in esilio ad Hammamet e la sua scomparsa segnò l’uscita di scena di uno dei politici più controversi del dopoguerra italiano. 

Ma chi era Craxi? L’abbiamo chiesto a Vittoria, la nipote che all’epoca aveva 7 anni. Oggi è una donna con le idee chiarissime, che non ha paura di portare un cognome così ingombrante.

Quanto è stato difficile per te?

Sono forte. So che il mio cognome suscita curiosità, ma la nuova generazione è sempre meno interessata al passato politico. Molti non sanno neanche chi fosse Bettino Craxi. Se da una parte sono felice perché mi lasciano in pace, dall’altra riconosco che c’è tanta ignoranza.  

E chi sa chi sei cosa pensa?

In molti pensano che io abbia sempre tutte le porte aperte: sono benestante e quindi non ho bisogno di lavorare. Mi pare una follia, avete mai visto altri nipoti di importanti politici non lavorare? Ma non ci faccio più caso ormai, sono solo cattiverie. Ma c’è un episodio particolare che mi è rimasto in mente a lungo… 

Quale?

Ero in seconda media, alla macchinetta delle merendine. Mentre prendo 50 centesimi di resto un bambino della mia età mi dice: “Questa moneta la prendo io, tanto tuo nonno ha rubato così tanto in Italia che almeno questa me la devi”.

Che ricordi hai di tuo nonno? 

Ero piccola quando è morto, ma ci sono dei momenti che ricordo bene. Lui passava tanto tempo a casa. Vivevamo molto la quotidianità. Ricordo quando stava male a causa del diabete, le punture che si faceva sulla pancia oppure quando si curava la gamba ferita. Era anche molto disordinato e urlava spesso al telefono…

Davvero?

All’epoca di Tangentopoli sentivo nominare delle persone e avevo capito che il “cattivo” per mio nonno era Antonio di Pietro. Quando urlava al telefono, correvo da mia madre e le chiedevo: ma sta urlando contro di lui? Posso dirti però che era Bettino Craxi era un uomo molto generoso. Aiutava tutti ad Hammamet. All’epoca la Tunisia era veramente molto povera e quando qualcuno chiedeva aiuto, lui c’era sempre. 

Hammamet senza Craxi sarebbe stata diversa?

Sì, lui ha risollevato molto l’economia della Tunisia. Hammamet è un posto bello, ma senza mio nonno non avrebbe conosciuto quella prosperità economica di oggi. Penso anche ai tanti pensionati italiani che sono andati a vivere lì, per godersi la loro pensione. Possono permettersi di vivere in una bella casa, con una donna di servizio. Craxi ha spalancato le porte della Tunisia agli italiani. 

Torna spesso lì? 

Non vado ad Hammamet da quest’estate. E ora preferisco non andarci perché la situazione lì è molto pesante. Ci sono tanti contagi e poche persone portano la mascherina. Poi c’è il coprifuoco alle 17 e non mi va di rimanere chiusa in casa tutto il tempo. Ci andrò quando le cose miglioreranno. 

La riconoscono in Tunisia?

Sì, ad Hammamet tutti sanno chi sono e dove vivo. La nostra casa è conosciuto, anche perché è in un piccolo villaggio dove si conoscono tutti. Quando poi vado nella medina torno a essere semplicemente Vittoria, lì a nessuno importa il mio cognome. 

Ci sono ancora i pellegrinaggi sulla tomba di suo nonno?

Sì, anche se con il Covid ci vanno meno persone. Abbiamo sempre lasciato un libro bianco sulla tomba, dove poter lasciare un pensiero per mio nonno. Anche con questa situazione troviamo diversi commenti e ricordi carini. Bettino Craxi

In famiglia le hanno mai nascosto i fatti del passato, magari per proteggerla?  

In realtà no. Fin da piccola sapevo tutto anche perché ho passato tanto tempo con gli adulti, nessuno mi ha mai nascosto niente. E poi avendo un carattere molto forte, diciamo che so difendermi da sola.

Che rapporto ha con nonna Anna, la moglie di Craxi? 

È un fenomeno, tutti i miei amici la amano. La considero la regina della casa. Una donna coltissima, in gamba. Ora è un momento difficile per lei perché non può tornare ad Hammamet per via del Covid e quindi deve rimanere qui a Roma. Però è bello chiacchierare con lei. 

Parlate di tuo nonno? 

Poco, è molto riservata e racconta solo cose istituzionali: i viaggi o le cene con le mogli dei politici dell’epoca. È sempre molto restia a parlare di mio nonno dal punto di vista personale. È una cosa privata che preferisce non condividere con nessuno. Lo stesso fa mio padre. Paradossalmente quella che mi racconta più aneddoti su di lui è mia madre. 

“Hammamet” di Giani Amelio (2020)

Il 9 gennaio del 2020, in occasione del ventesimo anniversario della morte di Bettino Craxi, è uscito al cinema “Hammamet” di Gianni Amelio. Cosa hai pensato vedendo il film?

Mi ha un po’ deluso. Per raccontare la vita di mio nonno ci vorrebbe un docu-serie su Netflix, altroché. Il film non riporta tutto della vita di mio nonno e penso che sia molto incompleto. Un ragazzo di 15 anni non si può fare un’idea su chi fosse Bettino Craxi guardando quel film. È un peccato.

Ti piace la politica? 

Ho sempre visto la politica come un nemico, come quella cosa che ha distrutto la mia armonia familiare. Senza di essa, forse mio nonno sarebbe ancora vivo, perché in fondo lui è morto anche di crepacuore, dopo tutto quello che è successo. Ora invece, soprattutto con la situazione attuale legata al Covid, mi rendo conto di come l’Italia stia gestendo male le cose, come non venga incontro ai giovani. 

Che intendi dire?

Penso a tutti quei giovani che aprono un’attività imprenditoriale, penso a come vengano lasciati soli. Questo Paese prende tanto da noi, ma non dà nulla in cambio. Mi chiedo anche come facciano i ristoratori a mantenere una famiglia in questo periodo di chiusure. Ai politici non interessa tutto questo, hanno i loro stipendi fissi. Se ne fregano. Diciamo che non ho commenti positivi sulla politica di oggi. 

C’è un politico di oggi che può considerarsi erede di tuo nonno? 

Assolutamente no. Non esiste più la classe politica di una volta. Loro erano preparati, colti. 

Se ci fosse stato mio nonno oggi, non avremmo mai avuto questa confusione tra zone gialle o rosse. Sono sicura che lui avrebbe gestito meglio anche le vaccinazioni. Avrebbe vaccinato tutti e subito, senza distinzione di categorie e senza perdere tempo. 

Che progetti hai per il futuro?

Malgrado il Covid, da qualche mese ho lanciato una linea di abbigliamento in ecopelle assieme a una mia grande amica, Allegra. È un progetto importante, a cui tengo molto, anche se le difficoltà sono tantissime, per via delle restrizioni e dei vari DPCM. Spero di uscire da questa situazione il prima possibile. Il rimpianto però resta. Se ci fosse stato lui…

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