Vi presento Ghemon aka Gilmar

di Isa Milk

Vi presento Ghemon aka Gilmar

di Isa Milk

Vi presento Ghemon aka Gilmar

di Isa Milk

Chi è Ghemon?

Al secolo Gianluca Picariello, nato ad Avellino l’1 aprile 1982. Inizia le prime esperienze nel campo della musica rap nel 1996 e dopo 4 anni nel 2000 autoproduce il demo “Bloodstains”. Nel 2002 si trasferisce a Roma, dove studia giurisprudenza e si laurea presso l”Università  LUISS. Nel 2006 pubblica gratuitamente “Ufficio Immaginazione”, il primo Ep da solista. Nel Marzo 2007, con il noto dj Fester Tarantino, pubblica il mixtape/street album “Qualcosa Cambierà“, preludio all’album “La Rivincita Dei Buoni“, datato novembre del 2007. Ghemon viene premiato alla decima edizione del MEI (il meeting delle etichette indipendenti che si tiene annualmente a Faenza) come “Hip Hop Brand New Artist 2007”. Nel 2009 esce il suo quarto progetto ufficiale: “E poi, all’improvviso, impazzire” in collaborazione con Fid Mella e Dj Tsura, formando anche il fantomatico gruppo “Ghemon & The Love Quartet”. Il fortunato album riscuote successi di critica e pubblico. Nel 2010 esce l’ep di 7 tracce chiamato “EMbrionALE” con lo pseudonimo di Gilmar, scaricabile gratuitamente. Il lavoro è una rielaborazione delle musiche del compositore Jon Brion, associate alle parole di Gilmar, personaggio dell’immaginazione dell’autore.

Ghemon aka Gilmar è membro di Blue Nox e Unlimited Struggle, e porta avanti una nutrita attività live accompagnato da Dj Tsura e da esponenti dei due collettivi di cui è rappresentante. Inizia la conduzione settimanale (il mercoledì alle 22) di un suo programma radio (Radio Fantasma) sulla radio black di Itunes “Supreme Radio”.

Il 23 ottobre 2011 dichiara sulla sua pagina ufficiale di facebook di ritirarsi dalla scena rap, ma non da quella musicale.

Intervista a cura di Isa Milk

Quanto è stato importante crescere in una città non così esattamente hip hop come Avellino?

Sinceramente? Molto. Mi ha costretto a lavorare sulle mie peculiarità e a non sedermi mai. Quando vivi in un posto in cui tutti gli esempi per fare qualcosa sono a portata di mano ( tipo Roma, Milano, Napoli) tendi a ricalcarli. Il mio esempio sono stato io stesso, perciò ho dovuto fare il meglio che potevo per provare agli altri che si sbagliavano, ma soprattutto per provare a me che avevo ragione. Per fare questo ci vuole molta autocritica. Ne ho messa fin troppa nelle cose che ho fatto, e adesso è una di quelle cose che, se potessi, alleggerirei nel mio carattere.

E poi, all’improvviso, impazzire” è il nome dell’ultimo disco…sembra una profezia per quello che ti è successo musicalmente?

Il riferimento all’epoca in cui abbiamo fatto il disco era un altro. Diciamo che ha parzialmente senso riferirlo a me oggi perché per carattere non faccio niente che sia improvviso. Le mie scelte sono ragionate e pesate, soprattutto con la musica. Penso molto e a lungo. L’unica cosa che faccio all’improvviso è l’esecuzione: non perdo molto tempo a finire un pezzo dopo che l’ho ragionato per tempo, quando l’idea è matura in un paio d’ore scrivo e registro.

Prima di uscirne…dicci cos’è il rap e cosa è l’hip hop? E il bepop (giusto perché fa rima)

Rap: rime su una base musicale pronunciate a tempo e con cadenze differenti da persona a persona (chiamate flow). Hip Hop: movimento culturale che bla bla bla e che io amo. Bebop: aiutante di Shredder, il cattivo del cartone animato Tartarughe Ninja Alla Riscossa.

Adesso c’è molto hype dietro al tuo futuro,i power francers ci hanno confessato che mollerai tutto e finalmente confesserai di essere un supereroe della Marvel. Tornando seri…viste le tue caratteristiche sarà dura immaginarti troppo lontano da questo mondo fatto di funk e radici anni 70?

Non per contraddirvi su tutto, ma infatti da quelle radici non mi voglio allontanare, sono proprio le radici che voglio coltivare come faccio da anni. E’ il resto dell’albero che ormai conosco troppo bene e da cui sono sceso. Non voglio vivere sugli alberi, mi piace avere i piedi sul terreno. Ciononostante, ci sono ancora due lavori di rap da dare in pasto a chi si vuole mangiare un’emozione, quindi tempo per considerare l’esperienza conclusa, ce ne vuole ancora.

“Non soddisfal’ultima traccia con gli useless wooden toys ti ha visto protagonista di una canzone diciamo un pò più electro rispetto al passato. come ti ci sei trovato?

Per me è stato tutto normale e divertente. Mi ritengo versatile, non mi crea problema fare un rap su una cosa electro, pop, french house, acapella, piano e voce o solo nella mia testa. Tutto sta nella forza delle parole e di come le faccio stare sul tempo. Il rap è stato creato per mischiarsi con tutto, e quindi ho preso la cosa alla lettera e ho mischiato. Non è che si può fare però come alle feste di terza elementare che metti acqua, gazzosa, fanta, coca cola, pop corn, torta e patatine in un bicchiere. Bisogna stare attenti agli ingredienti.

Avendo riscontrato un’innata anima pop confessati. Andresti a Sanremo? Anche soltanto per un featuring nella serata dei duetti?

Si andrei a Sanremo, e potendo ci andrei a fare bella figura. La mia idea di bella figura non è quella che hanno loro, e , tra l’altro, non mi interessa Sanremo come punto d’arrivo, al massimo come punto di passaggio. Perciò se un giorno capitasse, va bene. Per me è il 2011, non il 96, non c’è la demarcazione commerciale brutto no, hardcore si e per sempre. Per me è musica, o è bella o è brutta.

Ti sei laureato in giurisprudenza e hai vissuto a Roma per diversi anni. L’hai ritenuto la tua ancora di salvezza per non vivere in un mondo fatto solo di sogni e musica e/o arte?

No no, viceversa. La musica mi ha salvato da quel destino a cui nemmeno so perché mi stavo abbandonando. Preferisco questa precarietà che averci il caffè pagato al bar. Tanto il punto è comune: cerco di aiutare delle persone che investono nel mio lavoro acquistandolo. A differenza dell’avvocato, però, posso anche parlare di me attraverso il mio lavoro e evitare di pagare uno psicoqualcosa per farmi togliere i guai dalla testa. E’ un’autoterapia.

Ho citato Roma. Cosa hai provato ieri vedendo la tua città “adottiva” scenario di italiani – ultras pronti a gridare per un goal o l’uscita di scena di qualche finto cannoniere? Non pensi che si dia troppo peso all’aspetto teatrale degli eventi più che agli eventi stessi senza fermarsi a riflettere sul dopo? Su ciò che ci aspetta?

Su questo argomento si rischia di dire cose già dette e ridette. Basta seguire un pò di gente intelligente su Twitter e hanno già detto tutto loro. Noi italiani abbiamo la memoria corta, spero che tra 20 anni non rifacciamo gli stessi errori di oggi, perché la storia è ciclica. Ad esempio, dopo lo scandalo di Calciopoli abbiamo vinto un mondiale di calcio, perché è nel nostro dna avere degli scatti di orgoglio, ma dopo allora il nostro calcio è meno malato o corrotto? Quest’estate è andata in fumo un’indagine sul calcio scommesse di cui nessuno si ricorda già più. Fai il parallelo con qualunque altra forma di vita sociale, come la politica, e avrai la mia risposta. Possiamo aver vinto un mondiale ieri, ma le magagne sono nel nostro dna, quindi tra 4 o 5 anni mi aspetto uno scenario simile. Ci vogliono eventi molto seri perché la gente alzi il culo dalla poltrona e esca a chiedere il conto. Se quelli accaduti fino ad adesso non hanno fatto alzare nessuno, se non 4 imbecilli che hanno incendiato due (povere) macchine, non so proprio che dirti per il prossimo futuro.

Nelle tue canzoni c’è tanto amore…sembrano quasi dei racconti…dei romanzi. Dove hai preso tutto questo sentimento? Tra i navigli di Milano? Nei monti di avellino? Tra le antiche strade di roma o semplicemente nel salotto di casa tua?

Osservo, cerco di rubare. Anche quando parlo io, cerco di cogliere le reazioni più minuscole. Quando vedo due estranei a volte mi fingo distratto, ma li studio. Il mio lavoro è capitalizzare dalla vita di tutti i giorni, altrimenti non so di che parlare. Sono un pratico, non un genio di fantasia. Invece per dire tutte le cazzate che dicono i rapper ci vuole una grande fantasia. Sono un mc, mi piace di più.

Sei alto quasi un metro e novanta…dietro un grande uomo?

Con le scarpe sono 1,90 senz’altro. Dietro a un grande uomo c’è sempre una grande nonna. Grande nonna Mafalda, grazie di tutto!

Sognare non costa nulla..se potessi scegliere, con chi ti piacerebbe:

duettare (uno inglese, uno italiano)?

(Difficile) Con Joe Dukie dei Fat Freddys Drop e Stefano Bollani

Una cena?

Rocco Tanica e Maurizio Milani

Andare al club del libro?

Marco Travaglio, ma ci cacciano dopo 2 minuti

Un pic nic?

Corrado Guzzanti

Ballare?

Alessandra Mastronardi

Una vacanza?

Massimo Bagnato

Fare jogging?

Da solo

Un caffè americano?

Fabio Fazio

Un caffè italiano?

Lilli Gruber o Monica Vanali

Un film al cinema?

Alessandra Mastronardi

Limonare, solo limonare (cit.)?

Non posso dire, ma l’ho pensato, fortemente.

Grazie Ghemon da THE FREAK e in bocca al lupo. 


http://www.youtube.com/watch?v=PEcGS3HKgzQ

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