Va a Ivano Fossati il premio Arte e diritti umani 2012 di Amnesty International Italia.

di Vittoria Favaron

Va a Ivano Fossati il premio Arte e diritti umani 2012 di Amnesty International Italia.

di Vittoria Favaron

Va a Ivano Fossati il premio Arte e diritti umani 2012 di Amnesty International Italia.

di Vittoria Favaron

Va a Ivano Fossati il premio ‘Arte e diritti umani’ 2012 di Amnesty International Italia.

Grande sostenitore di Amnesty International, Ivano Fossati ha da tempo messo a disposizione dell`associazione la sua arte e i suoi progetti. Un suo brano, `Pane e coraggio`, ha vinto nel 2004 il premio di Amnesty International per la migliore canzone sui diritti umani.

La consegna del premio luogo a Roma oggi 15 marzo 2012 alle ore 16:00 presso l’Auditorium Conciliazione, sede delle date romane della tournée in corso di Ivano Fossati.

 

“Se questa è una canzone con cui, ci si può parlare[..] certe piccole voci che a volte vanno al cuore.. io conosco la mia vita e ho visto il mare, e ho visto l’amore da poterne parlare”.

In alcune notti e non sono quelle di maggio, necessiti di una musica che va a scaldare ossa e anime rafferme e stanche, bramose di un calore sussurrato, di una nota giusta, di musica per lasciarsi andare.

Ivano Fossati è la musica, quella musica, ma è soprattutto una bella fetta di storia della musica italiana, per l’apporto che ha dato alle parole, per la generosità che ha contraddistinto le sue collaborazioni con alcuni dei più grandi artisti nostrani, per le note delicate e perfette che lo rendono speciale.

Ivano Fossati è genovese di nascita e di cuore. Come i suoi compaesani illustri, Gino Paoli, Bruno Lauzi, Paolo Conte, solo per citarne alcuni e senza scomodare il grande Faber, condivide un’apparente discrezione e diffidenza, che va a scomparire del tutto quando si siede al pianoforte e inizia a intonare versi come “Io la sera mi addormento, e qualche volta sogno, perché so sognare”, oppure “ la fortuna di un amore, come lo so che può cambiare , dopo si dice l’ho fatto per fare ma era per non morire”.

La Genova di Fossati, quella città  così malinconica e rarefatta è lo stato d’animo di canzoni come Una notte in Italia, come quei posti davanti al mare, ed è lì dove le emotive di tutte le altre canzoni che odorano di vedute marine e di splendide fotografie del cuore.

E ancora la vastità  di testi, di certe emozioni cantate non solo dalla sua voce intensa, sofisticata, inconfondibile, ma raccontate da alcune delle più importanti voci del panorama autoriale italiano, da Mia

Martini, a Loredana Bertè in stato di grazia, e alla sua compagna di viaggio più fedele Fiorella Mannoia.

Ivano Fossati è anche una lente ferma e vigile sull’Italia e sul mondo, sulle pulsioni che colgono gli uomini, sulla società che passa e lascia traccia, e lo ritrovi in “Mio fratello che guardi il mondo”, in “I treni a Vapore”, in “Dedicato”, in “La musica che gira Intorno”, e una buona fetta della sua discografia, che un semplice tributo non potrà  mai rendere.

Ivano Fossati è soprattutto l’amore, dispiegato in tutti i suoi tumulti, in tutti i sogni e i pensieri, in tutta la passione e la malinconia di cui sanguine ogni singola frase che vai ad estrapolare in un testo che è poesia, che è verità .

Tre canzoni su tutte, che nella sottoscritta non hanno tempo e non hanno passato, ma che viaggiano con medesima intensità  non curandosi degli anni in cui sono state composte e scritte, che sono immortali e che si ascoltano senza accusare stanchezza. La versione encomiabilmente interpretata da Mia Martini di “Di Tanto Amore”, perché solo la voce e la presenza e la vita privata della compianta Mia poteva rendere in tutta la sua carica sensoriale parole come “E mentre andrà dovrà” pensare, tu non sei uomo da piegare, quante ne ho avute, quante ne ho volute e poi dimenticate.”Il bacio sulla bocca”, forse la ballata più conosciuta, al netto de “La mia banda suona il rock”, di Fossati, forse la più romantica, la più dolce, un inno al legame intenso che intercorre tra due amanti, i gesti quotidiani, tutto l’amore possibile, sempre sublimato con quella delicata vena malinconica, che è timbro autentico e inconfondibile del grande Ivano.

E infine una canzone che è un manifesto, un inno, una speranza dispiegata tra musiche e parole, l’ennesima fotografia di luoghi e gente in movimento, un viaggio intimo, come quei pensieri che si formano mentre sei in auto o mentre stai bevendo un caffè, un incalzante susseguirsi di colpi allo stomaco, una poesia. “È tempo” “Dicono che c’è¨ un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare io dico che c’era un tempo sognato che bisognava sognare.

Perché c’è tutto un meraviglioso tempo per poter ascoltare, riascoltare a amare profondamente Ivano Fossati.

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