UN NEMICO DEL POPOLO: IL TEATRO

di Alessandra Carrillo

UN NEMICO DEL POPOLO: IL TEATRO

di Alessandra Carrillo

UN NEMICO DEL POPOLO: IL TEATRO

di Alessandra Carrillo
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Quando il teatro è Teatro, il teatro è vita.

“Un Nemico del Popolo” di Henrik Ibsen, con la regia di Massimo Popolizio in scena al Teatro Argentina, non poteva essere più attuale.

Uno spettacolo che è un enorme blues e prende vita arrivando a tranciare la quarta parete e accogliendo gli spettatori nell’arena: un audio immersivo che coinvolge in toto, urla ed applausi vomitati sul proscenio, lacrime di rabbia a sostegno di un uomo accovacciato con una voce potente che travalica ed abbatte tutto e diventa nemico del popolo, di quel popolo in scena. E chissà, se anche di quello in platea.

Perché il testo è un testo contro: contro chi lo vede crogiolandosi nell’infallibilità della democrazia, dove “il pubblico non ha bisogno di idee nuove, ma di idee che ha già”. E così, in modo anche ironico, si sfida il potere della maggioranza che può diventare estremamente pericoloso, perché tanto non ha bisogno di aver ragione, basta il potere.

Emancipazione, partecipazione, manifestazione, moderazione: termini attuali ed osannati come verità, quella verità per cui ci si batte finché non si diventa maggioranza.

E così Un nemico del Popolo diventa uno buttare in platea problemi a cui non si dà una soluzione: è un teatro che non ti accompagna per mano verso una destinazione scontata, ma lascia a chi vede il libero arbitrio. Ciò che si vede sul palcoscenico è ciò che succede ad un frammento di una grande società: è la storia di una cittadina dove il Dottor Stockmann (Massimo Popolizio, eccezionale su e giù dal palco) scopre l’inquinamento delle acque termali – terme che sono anche l’unica fonte di ricchezza economica per la comunità. Suo fratello, il sindaco (una magnifica Maria Paiato, trasformista in toni, gesti e movenze racchiuse in questa figura grigia, quasi senza genere), nasconde in un western a colpi di bastone e cappello, la sua irresponsabilità per la minaccia alla salute della popolazione, attirando dalla sua Hovstad, direttore de La Voce del Popolo (Paolo Musio) ed il presidente dell’associazione dei proprietari di case e principale azionista del giornale Aslaksen (Michele Nani), misura e moderazione racchiuse in un vile, ruffiano e prepotente bullo. Si aprono scenari per indagare, quindi, i temi del potere, della corruzione, della responsabilità etica per l’ambiente, ma soprattutto della democrazia e dei suoi paradossi, laddove un regime di massa vede il populismo in bocca a politici che affermano che un uomo politico non deve mai giurare su niente e che un governo del popolo è dalla parte del popolo, purché non costi caro ai contribuenti: in una comunità inquinata e marcia, questi politici di provincia si trasformano in rappresentanti della più disastrosa idea di futuro, dove la maggioranza ha la forza e la minoranza ha ragione.

Resta difficile sgusciare fuori dagli schemi democratici, quando gli schemi stessi bloccano la verità dietro la Voce del Popolo; e così, in un paese di ingrati è meglio essere odiati che amati: ed i forti devono imparare a restare da soli. E non è che dietro questa solitudine ci sia, in fondo, una sfida fatta per se stesso più che per il popolo? 

In una scenografia di lamiere e sedie, con il sapore delle castagne bollite in bocca, e musica country e blues con intermezzi di bacilli velenosi e frammenti poetici, si scopre che l’essere popolo è un traguardo che bisogna conquistarsi: ma a quale prezzo?

Un Nemico del Popolo rientra in un progetto “Arrembaggio!” che è un percorso di formazione tramite il quale il Teatro di Roma coinvolge studenti delle scuole superiori e degli atenei capitolini in un laboratorio permanente che amplifica tematiche e linguaggi dello spettacolo. Un ciclo di incontri infatti si sono tenuti in un viaggio verso Un Nemico del Popolo, conoscendo la Norvegia e la drammaturgia di Hibsen. Molti i ragazzi presenti a teatro, e agli spettacoli pomeridiani e all’Assemblea Pubblica – un incontro con i protagonisti, assieme anche a #dominiopubblico che ha in atto un progetto di formazione degli spettatori (audience development).

E’ un teatro attivo, che da vita alle storie e le immerge nell’attualità, coinvolgendo gli spettatori – anche quelli più giovani – perché ne siano parte trainante e vivano lo spettacolo, assieme a chi è in scena, come un organismo vivente.

Se non l’avete ancora visto, correte a vederlo al Teatro Argentina fino al 28 Aprile.

Nella data di oggi, 23 Aprile, offerte fino ad esaurimento posti (platea e palchi 20€ e galleria 13€)  – scrivendo a [email protected]

Teatro Argentina

Largo di Torre Argentina, 52 – Roma

fino al 28 aprile (25 aprile – pausa)

martedì e venerdì h 21.00; mercoledì e sabato h 19.00; giovedì e domenica h 17.00.

Un nemico del popolo di Henrik Ibsen

Traduzione di Luigi Squarzina

Regia di Massimo Popolizio

Con Massimo Popolizio, Maria Paiato, Tommaso Cardarelli, Francesca Ciocchetti, Martin Chishimba, Matia Laila Fernandez, Paolo Musio, Michele Nani, Francesco Bolo Rossini, Dario Battaglia, Cosimo Frascella, Alessandro Minati, Duilio Paciello, Gabriele Zecchiarioli

Assistente alla regia: Giacomo Bisordi

Direttore di scena: Osvaldo Cattaneo

Scene: Marco Rossi

Costumi: Gianluca Sbicca

Luci: Luigi Biondi

Suono: Maurizio Capitini

Video: Lorenzo Bruno e Igor Renzetti

Realizzazione scene: Laboratorio di scenotecnica del Teatro di Roma

Costumi: Sartoria Farlani, Sartoria Tirelli

Una produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale

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