Ucraina,
le novità dal fronte

Ucraina, le novità dal fronte

Le forze russe e separatiste stanno modificando i loro piani?

di Simone Pasquini

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di Simone Pasquini

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le novità dal fronte

Ucraina, le novità dal fronte

Le forze russe e separatiste stanno modificando i loro piani?

di Simone Pasquini

Nelle ultime due settimane abbiamo assistito a degli sviluppi significativi sul fronte orientale dell’Ucraina. La mappa militare appare significativamente mutata dal nostro ultimo articolo in cui tentavamo di fotografare la situazione attuale degli scontri. Le forze russe e separatiste sembra stiano procedendo ad una grande riorganizzazione e ridispiegamento delle loro forze in campo. Possono queste operazioni mettere in difficoltà il dispositivo difensivo ucraino?

Andiamo con ordine. La grande novità di questi giorni appare la decisione da parte delle truppe del Cremlino di rinunciare alla conquista della capitale Kiev. La rinuncia nel perseverare con gli assalti giunge dopo settimane di asprissimi scontri nelle periferie, con pesantissime perdite da parte di entrambi gli schieramenti, ma che hanno visto sempre gli ucraini in grado di evitare lo sfondamento del suo perimetro difensivo (addirittura riuscendo a condurre alcuni contrattacchi verso le linee avanzate dei russi).

Invero alcuni analisti ed osservatori avevano previsto la concreta possibilità che gli invasori, nonostante la grande superiorità di forze, non sarebbero riusciti a prevalere, soprattutto in considerazione del fatto che i russi, non procedendo con il completo accerchiamento della capitale, hanno sostanzialmente lasciato intatte le linee di rifornimento ucraine verso sud ed ovest, da dove i rifornimenti NATO affluiscono in abbondanza.

Complice di questa situazione anche l’impossibilità da parte degli invasori, a più di un mese dall’inizio del conflitto, di ottenere una sicurezza dello spazio aereo tale da permettere alle proprie forze aeree di colpire i convogli di rifornimenti in viaggio verso le linee ucraine.

Queste problematiche si vanno ad aggiungere a quelle che sono le caratteristiche tipiche degli scontri nei centri urbani, i quali si prestano particolarmente bene ad una guerra difensiva e di logoramento grazie alla possibilità di rendere ogni edificio una potenziale trincea da espugnare per gli assedianti.

Rinunciando alla possibilità di catturare Kiev le forze russe e bielorusse (che ufficialmente ancora non partecipano al conflitto ma che sappiamo essere presenti, affiancate da unità cecene) si sono sganciati dai difensori ucraini, ingaggiando battaglie di retroguardia in seguito alle quali le forze ucraine sono riusciti a riprendere il controllo di zone che erano andate perse nei primi giorni di guerra.

Troppo presto, però, per cantare vittoria, poiché una battaglia vinta non decide da sola le sorti di una guerra. Le truppe russe non stanno tornando verso casa ma si stanno ridispiegando in altro luogo, ovvero le pianure del Donbass. Dall’inizio del conflitto le forze separatiste, supportate dai russi, hanno tenuto sotto grande pressione le truppe ucraine in loco, cosa che ha impedito a Kiev di sguarnire quel fronte per rinforzarne altri.

Nelle ultime due settimane la pressione separatista ha grandemente logorato i difensori ucraini, suggerendo che gli invasori potrebbero vedere nel fronte orientale il nuovo punto debole in cui cercare di sfondare le linee tenute dai soldati di Kiev, i quali, trovandosi il fiume Dnepr alle spalle, in caso di ritirata potrebbero essere chiusi in una sacca.

Nelle prossime settimane, dunque, assisteremo con ogni probabilità ad un incremento delle operazioni militari nella zona del Donbass, sebbene il maltempo potrebbe ostacolare notevolmente il movimento delle truppe russe, senza contare che il vantaggio per Kiev di ridislocare truppe “per vie interne”, sfruttando le strade asfaltate dietro la linea del fronte, riduce notevolmente i tempi di risposta ucraini in relazione alle azioni russe.

L’ultima grande novità dal campo di battaglia proviene dall’ormai famosa cittadina costiera di Mariupol, chiave di volta del Mar d’Azov, che ormai risulta completamente in mano alle truppe russe e separatiste, le quali sono riuscite a guadagnare il porto della città praticamente intatto (a dispetto delle disastrose condizioni del centro abitato dopo settimane di combattimenti).

Le ultime sacche di resistenza delle truppe ucraine – principalmente uomini del famigerato battaglione Azov – si concentrano soprattutto nel quartiere occidentale nel complesso industriale a ridosso dell’area portuale, che i russi stanno lentamente ma sistematicamente rastrellando.

Mariupol ha costituito un esempio molto importante per gli osservatori del conflitto, dimostrando (insieme all’esperienza di Kiev) come nelle aree urbane sia possibile anche per un piccolo gruppo di combattenti ben equipaggiati opporre una resistenza (quasi) risolutiva: pur trattandosi di un centro abitato a ridosso del confine russo, tagliato fuori dalle linee ucraine già nelle prime settimane del conflitto, i suoi difensori hanno impegnato forze nemiche superiori di circa 10 volte in termini numerici, infliggendo perdite gravissime e costringendo il nemico ad un combattimento casa per casa.

Come hanno sottolineato alcuni analisti le città moderne, piene di edifici in cemento armato rinforzato (molto spesso edifici industriali o istituzionali) garantiscono un notevole grado di resistenza ai loro occupanti anche nel caso in cui, come a Mariupol, gli attaccanti decidano di procedere con lo smantellamento di intere porzioni del centro abitato grazie all’azione dell’artiglieria. Proprio per questo anche l’esperienza di Mariupol ci aiuta a capire perché i russi si siano sentiti costretti a rinunciare alla possibilità di spingere i combattimenti all’interno del centro di Kiev dopo le pesantissime perdite finora subite.

Le truppe ucraine stanno dunque vincendo? Troppo presto per dirlo. Sicuramente quelle delle ultime settimane sono successi importanti, che solo la perdita (da tempo scontata) di Mariupol in parte è capace di offuscare. Tuttavia i movimenti russi nella zona del Donbass rendono estremamente probabile un’altra, massiccia offensiva degli invasori entro la fine del mese.

Su entrambi i lati del fronte si confrontano soldati ormai esausti e sfiniti, molti dei quali non hanno conosciuto un giorno di riposo dall’inizio del conflitto. Tuttavia gli ucraini godono di un approvvigionamento costante di equipaggiamento NATO, il quale, seppure non sempre della migliore qualità, permette tuttavia di mantenere il vantaggio di chi conduce una guerra difensiva contro un nemico (i russi) i cui problemi logistici sono ormai da settimane ben noti.

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