Tutti al mare!

di Elisa Russo

Tutti al mare!

di Elisa Russo

Tutti al mare!

di Elisa Russo

Il Primo Agosto 1985 Michele Serra parte dalla Liguria con un progetto che oggi non susciterebbe grande sorpresa, ma all’epoca probabilmente lo fece: percorrere in un mese – a bordo di una Fiat Panda targata Milano – l’intero perimetro della Penisola Italiana documentando costantemente e fedelmente, in veste di inviato de l’Unità, luoghi e persone, tragitti e abitudini balneari locali.

Il viaggio comincia in Liguria dalla Porta Occidentale d’Italia, a Ventimiglia e prosegue in direzione di Alassio, quindi percorrendo l’antica Via Consolare Aurelia l’avventura conduce a Portovenere, Forte dei Marmi, Populonia e Capalbio in Toscana, Ostia e Sperlonga nel Lazio, Vico Equense e Praiano in Campania, la famosa Maratea nella sconosciuta Basilicata, Scalea e Reggio Calabria, dove si segna il giro di boa.

La scalata dell’Italia da Sud a Nord riparte quindi sfiorando Crotone, Santa Maria di Leuca, Brindisi e Vieste in Puglia, Silvi Marina in Abruzzo, Sirolo, Gabicce nelle Marche, Rimini in Emilia Romagna, Lignano Sabbiadoro e Trieste in Friuli Venezia Giulia.

Il diario di bordo che ne vien fuori è composto dai 30 articoli preparati quotidianamente per l’Unità e raccolti nel volume Tutti al mare che ritrae il rapporto fra gli Italiani ed il Mare Nostrum. La corsa al mare aveva avuto inizio grazie al Boom economico e alla diffusione delle vetture negli anni ’60: spiagge e litorali, un tempo riservati a poche élite per lunghi ed esclusivi soggiorni di villeggiatura, diventano ambitissimi ed affollatissimi ed il loro sovraffollamento simbolo della ricerca di benessere e di svago.

Racconti, episodi, aneddoti e suggestioni personali legate ad ogni tappa ed incontro lungo l’itinerario, descrivono ogni Dove: secondo le testimonianze locali Jacques Prévert era un assiduo frequentatore del Caffè Roma di Alassio, in un omonimo Caffè a Forte dei Marmi Soffici, Malaparte e Carrà si riunivano a «scrivere, dipingere e litigare», Byron e Shelley erano invece appassionati delle Cinqueterre e Capalbio invece la meta prediletta di «intellettuali, per giunta di sinistra».

Oggi, trent’anni dopo, il quadro non sembra essere cambiato troppo: alla difficoltà di quei giorni di telefonare si è sostituita la difficoltà di imbattersi in reti wi-fi, la speculazione edilizia non è stata di certo combattuta con il succedersi in appena vent’anni di due condoni edilizi, che forse invece hanno contribuito al disordine edilizio già esistente. Usi, costumi e sensibilità locali e geografiche, infine, non si sono alterati.

La raccolta di Michele Serre offre un piacevole ed ironico ritratto delle nostre coste, che consente di prolungare con un sorriso, ancora per qualche ora, l’illusione che l’estate non stia finendo.

Qui una splendida puntata di Rai Storia dedicata a Gli Italiani al mare!

di Elisa Russo, all rights reserved

 

 

 

 

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