Tramonto a Palermo

di Pietro Maria Sabella

Tramonto a Palermo

di Pietro Maria Sabella

Tramonto a Palermo

di Pietro Maria Sabella

Un gradino spezzato sulla scalinata
di San Giuseppe dei Teatini
arranca prigioniero disegnando le dita
di Palermo,
il cielo viola carteggia la faccia della città
e la luce plana sul porto,
scrosta le piaghe
ormeggia gli odori della sera
che come rivoli silenziosi ondeggiano
dentro il ventre delle prime case che incontra
e miete i primi baci sull’ olfatto dei viandanti.
L’erba cresce sul selciato 
in una solitudine strana,
quiete e onnipresente
disordinata ma fiera.
Si piega al vento 
chinando il capo e non spezzandosi mai
piange senza lacrime in mezzo ai cesti di feci canine.
Le mura della Catena hanno l’ardore dei Vespri
e guardano i volti dei due martiri,
intorno adagio trabocca il mare
che tutto disperde strozzando l’angoscia,
infine si spegne l’ultimo raggio di luce.

di Pietro Maria Sabella, all rights reserved

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati