Tony Pagoda e i suoi amici e la storia di tutti gli uomini di Paolo Sorrentino.

di Natalina Rossi

Tony Pagoda e i suoi amici e la storia di tutti gli uomini di Paolo Sorrentino.

di Natalina Rossi

Tony Pagoda e i suoi amici e la storia di tutti gli uomini di Paolo Sorrentino.

di Natalina Rossi

Tony Pagoda e i suoi amici e la storia di tutti gli uomini di Paolo Sorrentino.

Anche se non è cinema ci piace lo stesso

Venezia, 29 agosto 2018- Al via la 75esima edizione della Mostra del cinema di Venezia. E pure se Sorrentino non è in gara- quando si parla di cinema- la sua faccia  ti si piazza davanti e non lascia scampo.

Cioè, ammettiamolo, Sorrentino è uno che guarda oltre le cose, e ti tocca dentro.

Allora, pure se non ci mettiamo a parlare di cinema (aspettiamo la versione integrale di Loro per questo), volevo parlarvi di un Sorrentino che quando si mette a scrivere ti fa ridere e piangere senza che manco te ne accorgi. Perché ci sono certi uomini che non hanno bisogno di aggiungere vita a vita, di mettersi ad accumulare cose senza nessuna crescita artistica o emotiva. Lui la vita la capisce, e basta. O meglio- capisce l’essere umano- e lo racconta.

Allora c’è questo libro- che è sacro e profano- che io vorrei saper raccontare il dolore con la stessa leggerezza mortale.

Si chiama Tony Pagoda e i suoi amici. Il cantante neomelodico partenopeo Tony Pagoda alias Tony P., protagonista del primo romanzo di Paolo Sorrentino Hanno tutti ragione, non poteva essere contenuto dentro una sola opera. In verità è lui stesso l’opera, quella di tutti gli uomini. Quella miserabile e gigante che è l’esistenza e lo stare al mondo.

Si tratta di una raccolta di racconti feroce e tenerissima. Storie dentro la mondanità che fanno emergere l’aspetto  più intimo di certi uomini. C’è Antonello Venditti con le lacrime agli occhi mentre ricorda la sua infanzia. Che tutti c’abbiamo le lacrime agli occhi quando ricordiamo quella verginità senza direzioni. Autentica e disperata proprio perché senza direzioni. C’è Maurizio Costanzo che affronta la finzione con lo stesso sovrumano sforzo che si pone per affrontare la verità. C’è il Pocho Lavezzi che si mette a correre dietro gli alberi della pineta di Castel Volturno, e corre e urla per avere la meglio sul mondo e su di noi. E poi c’è Jacqueline O’ Ruorke che siamo tutti noi, pieni di congenite fragilità e bestiali verità.

Sorrentino perdona tutti, nello stesso istante in cui mette a fuoco un concetto semplice: è la vita che imperdonabile. Siamo tutti colpevoli, e tutti assolti. Perché non è stato inventato niente di meglio di questo essere umano qui.

Insomma, c’è tutta la commedia umana della vita.

E allora, se io potessi, mi metterei in piazza a leggerlo. A voi, che siete come me, imperdonabili e meravigliosi.

di Natalina Rossi, all rights reserved

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