A volte spolverando la libreria si riscoprono perle dimenticate e se tutti hanno in primo piano sugli scaffali il famoso On the road di Kerouac, in pochi si ricordano il suo I vagabondi del Dharma: “Pensa che grande rivoluzione mondiale avrà luogo quando l’Oriente incontrerà finalmente l’Occidente, e sono i tipi come noi, che possono accendere la scintilla. Pensa ai milioni di ragazzi di tutto il mondo con uno zaino sulla schiena che percorrono a piedi l’entroterra e fanno l’autostop e portano il verbo dovunque.”
E il “verbo” dello zainetto, per anni dimenticato sotto strati di polvere in fondo all’armadio, sta ritornando con successo galoppante dalla Street culture alla Haute couture senza lasciare scampo a nessuno.
Ripartendo qualche stagione fa dalle collezioni uomo come must-have, pian piano si è allargata a macchia d’olio anche nelle collezioni donna come oggetto di tendenza e coolness.
Simbolo attuale degli hipster delle City, lo zaino è un oggetto di culto, ma principalmente è un oggetto dispendioso: Chanel lo ripropone a prezzi esorbitanti con monogramma effetto bomboletta, Givenchy in nylon stampato digitale Art mentre MCM ne ha fatto un vero business; borchiato, “patchato”, stampato, tasconato, grande, piccolo, non ci sono limiti alle sue edizioni, al massimo ci sono limited edition, ancora più ricercate.
E ovviamente come funghi spuntano aziende che ne producono versioni per tutti i gusti, come ad esempio una delle più gettonate: la Supe Design, che propone 4 modelli con elemento caratterizzante una mega zip che li taglia in verticale o in obliquo. Idea e design arrivano direttamente da Tokyo, città da cui è partito il Trend, e sono rappresentazione della libertà di movimento in città e nel mondo.
E questa libertà Kerouac la descriveva dichiarando: “ho negli occhi la visione di un’immensa rivoluzione di zaini migliaia o addirittura milioni di giovani americani che vanno in giro con uno zaino, che salgono sulle montagne per pregare, fanno ridere i bambini e rendono allegri i vecchi, fanno felici le ragazze e ancor più felici le vecchie.”
E anche se adesso lo zaino lo vediamo indossato da Katy Perry o Lady Gaga, prima era un oggetto puramente scolastico e per noi ex ragazzini degli anni ‘80 lo zaino, quello con la Z maiuscola, rimarrà per sempre l’INVICTA, che con il suo minisac e il jolly era diventato accessorio urbano indispensabile, icona di un tempo e di una generazione. Sacchetto leggerissimo in nylon a righe monocromatiche o arcobaleno il Minisac fa subito Eighties, tanto che ha sfruttato il suo essere evocativo anche Asia Argento nel suo ultimo film Incompresa, e si vocifera che la Diadora, che da poco ha assorbito l’azienda storica produttrice, stia progettando l’apertura di un museo dedicato al nostro amato oggetto di culto.
Beh, a quanto pare si sta facendo un po’ di pulizia negli armadi, vedremo che altro spunterà…
Di Martina Cotena.