Thirty Seconds to Mars: il rock di Hollywood infiamma l’Auditorium

di Fabrizio Grasso

Thirty Seconds to Mars: il rock di Hollywood infiamma l’Auditorium

di Fabrizio Grasso
Thirty Seconds to Mars, il rock di Hollywood infiamma l'Auditorium

Thirty Seconds to Mars: il rock di Hollywood infiamma l’Auditorium

di Fabrizio Grasso

La rock band Americana capitanata dalla star del cinema Jared Leto si è esibita a Roma per la prima tappa italiana del tour europeo. Sul palco anche Emma Marrone che ha duettato in Love is madness

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Parole brevi, ma incisive e decise come pugnalate dritte al cuore. Il tutto intermezzato da luci psichedeliche e flash continui. Giusto un attimo di silenzio, per avvolgere la Cavea dell’Auditorium in un’aura magica e trepidante, poi il boato. Il suono di Monolith infiamma il parterre e le tribune, lo spettacolo può cominciare. 

Inizia così la prima tappa italiana del tour europeo dei Thirty Seconds to Mars, band capitanata dal cantante e attore americano Jared Leto. Il frontman, accompagnato sul palco dal fratello Shannon alla batteria e dal polistrumentista Stephen Aiello per chitarra e tastiere, vale da solo il prezzo del biglietto. Camicia di lino, pantaloni in pelle vistosamente color rosa e un mantello a rendere ancora più ascetica la sua figura. In prima fila, le ragazzine della Capitale impazziscono per la sua barba leggermente accennata, i capelli al vento e il fascino hollywoodiano. Un look quasi religioso, provocatorio, per guidare un live che per lunghi tratti sembra un cammino spirituale, su cui campeggia la gigantografia del simbolo più iconico della band: la Triade. Un triangolo equilatero tagliato al centro da una linea retta. Tre lati come i membri della band. Una linea retta che segna l’orizzonte tra cielo e terra, tra realtà e fantasia.

Il rock viaggia veloce, la voce di Leto impressiona la platea per gli acuti e l’intensità. Il lato attoriale del Joker di Suicide Squade del premio Oscar per Dallas buyers club non tarda a venir fuori. I palloni gonfiabili lanciati sul pubblico durante Up in the air lo assillano, lo sommergono e lui non fa mancare l’ironia. «Ragazzi, questi sono per voi, non per me» sorride, lanciando uno sguardo ammiccante verso le ragazzine intente a catturare ogni attimo della sua presenza sul palco.

L’atmosfera si accende con This is War Dangerous Night. «Questa sera vogliamo fare un regalo a tutte le famiglie italiane qui presenti per noi», acclama Jared dal palco prima di sorprendere le 5700 anime che affollano l’Auditorium. È così che accanto alla star americana si presenta l’italianissima Emma Marrone per il duetto di Love is Madness. Ritmi più insistenti e decisi rispetto al brano in studio, con la popstar salentina che regala una performance impeccabile e piena di energia.

Roma è in delirio, i Thirty Seconds to Mars hanno conquistato la Capitale. 

Non solo musica, ma anche gag e dialoghi tra band e pubblico. Il contatto con la gente è alla base dei live dei Thirty Seconds to Mars. «Vorrei chiamare qualcuno accanto a me per ballare nel modo più sfrenato che ci sia. Chi se la sente di dare il meglio di sé?». È così che sul palco oltre ai tre membri del gruppo iniziano a “esibirsi” tra pianti e selfie sfrenati i fortunati che sono riusciti ad attirare l’attenzione del “predicatore” Leto. Lui non prende mai una pausa, se non quando lascia il palco in mano a Shannon per l’esibizione di Remedy. Voce graffiante e melodica quello del fratello maggiore, illuminato da centinaia di cellulari che, grazie a un effetto di luce voluto dalla band, ricrea il tricolore del vessillo italiano. 

È solo un attimo, perché per il rock non esiste tregua. Gli ultimi tre pezzi sono destinati ai capolavori più iconici del gruppo.

Si inizia con The kill (bury me). Il colpo di grazia per il pubblico, ormai interamente nelle mani di Leto e compagni. «Ti prego, sposami», si sente urlare da una donna sulle tribune. Jared la sente, la indica e le fa un cenno di approvazione. Giusto il necessario per mandarne il cuore nell’etere. Ora i Thirty Seconds to Mars sono veramente gli Dei della serata e possono far partire Walk on water. «Tu ci credi che puoi camminare sull’acqua?», cita il brano. Per i fan in delirio, il miracolo sarebbe possibile. L’ultimo colpo viene lasciato a Close to the edge, ultima occasione per il pubblico di salire sul palco e ballare accanto ai propri beniamini. 

«Un onore suonare in Italia. Roma è il posto migliore per esibirsi. Non venivamo qui da dieci anni, grazie di tutto». Il concerto si chiude, (forse) troppo presto, dopo un’ora e mezza senza sosta. Il religioso Jared Leto abbandona il palco, la messa è finita. Il pubblico può andare a casa, non in pace, ma in delirio.

di Fabrizio Grasso, all rights reserved

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