The Freak’s Note Collection: le diete freak!

di Vittoria Favaron

The Freak’s Note Collection: le diete freak!

di Vittoria Favaron

The Freak’s Note Collection: le diete freak!

di Vittoria Favaron

Tutto è accaduto una settimana fa. Metti un martedì tranquillo, davanti alla tv all’ora di pranzo, in attesa del tg di La7 delle 13.30.

Molti di voi sanno che prima del telegiornale di Mentana va in onda il programma di Benedetta Parodi.

Molti di voi sono a conoscenza della sfida personale che ho intavolato con la suddetta Benedetta Parodi. Personale perchè lei non ne è al corrente ma prima o poi ci ritroveremo faccia a faccia munite di mestolo e panetto di burro. Lo sento, accadrà questo.

Nella puntata in questione era presente come ospite Simonetta Agnello Hornby, conosciuta come scrittrice, stimata dalla sottoscritta più per la sua biografia che per la sua penna. Questo sta a significare che la piccola Benedetta ha creato un fenomeno trasversale, una sorta di contaminazione di generi e culture, consapevole probabilmente che quando si tratta di “magnà so tutti boni e nu se guarda in faccia nessuno”.

Naturalmente la Hornby non è Umberto Eco o Valerio Onida (si, lo ammetto, sono in trip per i super saggi n.d.r.), ma in ogni caso vedere la Parodi che parla di letteratura davanti a delle costolette di vitello condite con etti di cipolla croccante, non è stata una scena bellissima.

Mentre la nostra scrittrice prestata alla cucina parlava del suo ultimo capolavoro incentrato sulla storia di un bisessuale accasato con famiglia (  e vai con la pippa mattutina sulla lotta alla discriminazione sessuale come se non ci già fosse una Barbara D’Urso sul pezzo), l’inconsapevole e sempre sorridente Benedetta si occupava di calibrare l’olio per il soffritto, disquisiva sul taglio della cipolla, esponeva il colore delle costolette.

Io osservavo la scena con il fare di chi guarda National Geografic pensando a South Park, e dentro di me iniziavano a crearsi i seguenti moti di disappunto.

In primis, l’ostentazione delle costolette di vitello come se non ci fosse stata una campagna di sensibilizzazione pre pasquale apprezzabile, contro l’uccisione degli agnelli per il pranzo di circostanza. Ma questa è un’altra storia.

 A seguire l’accostamento improprio di cipolla, costolette, bisessuali e tutta la manfrina sull’emancipazione femminile da scrittrice consolidata e ottima massaia, come se non ci fossero state dichiarazioni di Ruby Rubacuori e assenza di quote rosa tra i 10 saggi (ve l’ho detto, i 10 saggi sono irresistibili).

Ma cosa ancora più importante, l’uso improprio del concetto di olio per cucinare, in un momento stagionale di primavera incalzante, cambi di stagione, cappotti in naftalina e hot pants a cascata.

Ergo, l’inevitabile paranoia da tubo catodico unita (e qui arriviamo al nostro topic) alla consapevolezza dell’avvento della bella stagione, quindi imminente trip da prova costume, da primo piano del palazzo di Zara in via del Corso, da tenuta fisica idonea per contrastare l’avvento dei mesi dell’accoppiamento (avete presente le menate della puntata 4050 di National Geografic sull’uscita dal letargo e desiderio di copulazione dei mammiferi? Ecco, quella cosa lì).

 Un ottimo mix di documentari con messaggi subliminali inequivocabili, Benedetta Parodi, vitelli sacrificali e olio da cucina a profusione creano inevitabilmente la paranoia delle paranoie: mettersi a dieta.

Si, cari lettori, la dieta è l’argomento degli argomenti in questo periodo dell’anno, ma in generale è l’argomento degli argomenti dai tempi in cui  Maria Maddalena schiattò prima di  denunciare gli evangelisti apocrifi (e non aveva ancora conosciuto Dan Brown), Dante divenne di colpo vegetariano, dopo l’incontro con Ugolino della Gherardesca e Newton restò a letto per mesi a causa di un’indigestione da mele( pensate a quanto ha rosicato Adamo n.d.r.).

Per fortuna che nel selvaggio mondo dei tempi moderni abbiamo Mister Dukan (il tizio che ha lanciato la dieta iperproteica, con buon placet di gastroenterologi e urogologi), che ha rilanciato la crusca al premio “miglior carboidrato dell’anno” e ha favorito la diffusione di SteakHouse in tutto il territorio italiano e non (si, è ufficiale, gli italiani hanno nel portafoglio la figurina di Papa Francesco e del dottor Dukan, sigh).

Ma andiamo con ordine.

Nella ricerca dell’equilibrio psicofisico e nel desiderio di entrare nelle taglie della linea Trafalgar di Zara, tutti noi ci cimentiamo nel mantenerci in forma con sano sport e con una dieta ottimale.

Mangiare bene ed eseguire la giusta attività fisica, sono prerogative dei salutisti e di chi ha deciso di sposare uno stile di vita morigerato e salubre.

Ora, evitando questi slogan da marketing mirato alla DonnaModerna ed HealthMan, la verità è che tutti vorremmo diventare Adriana Lima o Ryan Gosling,  quindi entriamo inevitabilmente nel tunnel del perdere peso e della relativa consultazione di nutrizionisti, dietisti, (nel caso di soggetti saggi e convinti del loro obiettivo), oppure di erboristi,  di libri dedicati alla dieta,di riviste specializzate in salute e forma, per concludere  con la rassegna di tutto lo scibile internauta che tratta l’argomento dieta (nel caso di soggetti patologicamente fissati con la cura del fisico e con la taglia 40).

In sincerità, quanti di voi si rispecchiano in tale scenario? Siamo certe tantissimi, o almeno tutti quelli che ogni mattina fanno colazione con il bifidus di Alessia Marcuzzi.

Come veri e variegati sono anche i comportamenti, i discorsi e le emozioni che ruotano intorno al concetto di Dieta.

Gli esempi sono molteplici.

1)Chi ha dilapidato patrimoni interi nei nuovi supermercati biologici o macrobiotici, dove 500 grammi di pasta costano la modica cifra di 7 euro ma perchè la farina è di Kamut dello Sri Lanka.

2)Il gelato deve essere rigorosamente alla soia e la coca cola ipocalorica e senza zucchero, senza amidi, senza anidride ( in pratica è acqua naturale, ma tu la chiami coca-cola per autoconvincimento).

3) Chi è diventato un bugiardo seriale e ha fatto ricorso allo psicologo su internet perché ha dichiarato agli amici di non aver fatto dieta e di avere un metabolismo perfetto, quando in realtà ha rinunciato al sostentamento e alla nutrizione dall’ascesa del Governo Tecnico… del 1992.

4) Si sono rovinate amicizie e rapporti sociali per aver rinunciato drasticamente a pizzerie, hamburgeserie, aperitivi e dopo cena. Il risultato è l’autismo alimentare e la depressione post galletta di riso.

5) Enunciazione con fare orgoglioso e altisonante di tutte le diete provate fino a quel momento, e cioè fino a quando Mister Dukan ha salvato vite e ha messo in crisi brand come Elena Mirò e Marella.Si passa dalla dieta del limone, alla dieta dell’orto, alla dieta dell’uovo, alla dieta del thè verde, fino alle new entry, molto discutibili, come la dieta della vodka, la dieta dell’incenso, la dieta dei fiori. Credo che non ci sia bisogno di commenti aggiuntivi.

Si potrebbe andare avanti con l’elenco, poiché episodi similari si verificano quotidianamente e in quantità sempre più in crescita.

Tuttavia quello che spesso non si dice, per questione di pudore, vergogna, orgoglio o scelta, è che si, bella la dieta, bella la taglia 40, grande la prova costume, ma il buon umore, il sorriso, l’energia e la leggerezza non sono affatto belli, fighi e scontati, anzi precipitano tragicamente in un vortice senza ritorno.

Ed è proprio per questo che noi vogliamo comunque continuare ad infondere una forte dose di ottimismo e di positività a tutti quelli che sono stati travolti da questo tzunami primaverile di angoscia da prova costume, dispensando un po’ di intramontabili e sani consigli.

Per le femmine: non vi preoccupate, la cellulite è diventata ormai la compagna fedele di ogni ragazza. È come Berlusconi: fastidiosa, eterna, ma, fortunatamente, nazionalpopolare, ce l’hanno tutte! Quindi, sentitevi sempre libere di mangiare un bel piatto di pasta o una pizza e non rinunciate mai ad uno dei pochi piaceri della vita che ci sono rimasti.
Per i maschi: ricordate sempre che alle donne gli uomini piacciono con la panza! Quindi, recuperate la vostra virilità, finitela con diete e depilazioni e ricordate che non sarà la tartaruga a conquistare una ragazza, ma quel famosissimo e ormai sempre più raro savoir faire.

Detto ciò, visto che a noi piace comunque essere al passo con i tempi, abbiamo, però, anche deciso di proporre alcune nostre personalissime diete, studiate appositamente per consentire a tutti voi di poter pronunciare al mondo la fatidica frase “no, sono a dieta”, senza perdere il sorriso e la voglia di vivere ed abbinate al nostro irrinunciabile accompagnamento musicale.

Buona dieta e buon ascolto!

di Vittoria Favaron e Giulia Corigliano – All rights reserved

 

 

 

La dieta Biancaneve: (per le donzelle  taglia 38 in occhiale Prada)

Il fulcro della questione è la mela: non importa che si tratti di commerciali fuji o di voluttuose golden delicious, di screziate renette o ammiccanti pink lady. Queste donne fanno il bagno nel sidro ipocalorico e contemplano la loro immagine contro le vetrine della Rinascente addentando il frutto proibito per eccellenza. Del resto “una mela al giorno toglie il chirurgo plastico di torno!”

 

 

La Dieta dei colori: si sa, l’occhio fa la sua parte, per cui anche se dovesse trattarsi di insalate e quanto altro l’importante è scegliere pietanze dotate di colori vivaci (soprattutto nella stagione primaverile non è difficile trovare ortaggi e verdure così!)

 

La dieta Rossetto e Cioccolato: contro qualsiasi paranoia da modella di Balmain e memori della povera Emily del Diavolo veste Prada con il suo cubetto di formaggio per tamponare giorni di digiuno, la migliore dieta, per lo spirito   e per il corpo, è questa!

 

La dieta del gelato: invenzione tutta italiana, al punto che il nome, buffamente pronunciato dagli stranieri, rende riconoscibile la prelibatezza ovunque nel mondo. Merenda che unisce le generazioni, dal carretto con le campane d’argento che allietava i pomeriggi nelle campagne piemontesi ), fino ai nostri cornetti super-confezionati (ma a volte, diciamocelo, è proprio di quello che abbiamo voglia, punto). La più innocente e nostalgica delle tentazioni, consolazione di tutte le Bridget Jones del mondo, ce ne sono mille varianti, in termini di consistenza e gusti. Nel cono da passeggio fa decollare gli amori estivi e delizia le coppie consolidate (o smaschera i provoloni, alla “du gust is megl che uan”), in vaschetta ci soddisfa come nient’altro. Ma la sua poliedricità lo rende ammiccante e peccaminoso, quando serve.

 

La dieta del sushi (con menù ad hoc!)

colazione a base di concentrato di salsa di soia.

pranzo: all you can eat tra Nigiri, Uramaki (su tutti: California roll), Sashimi

cena a base di: EBITEM, più ne mangi e più ti appaghi (i postumi del giorno dopo sono un’altra storia!!). Per gli appassionati si suggerisce l’acquisto dell’abbattitore domestico!

 

Ls dieta fragole e panna: poche storie, è la vera dieta per il buon umore!

 

 

La dieta della melanzana: dedicata a tutti gli amanti dei sapori mediterranei, a quelli che non rinuncerebbero mai ad una parmigiana, alla norma o alle polpette di melenzana!

 

La dieta del Croissant: per chi vuole una dieta tutta buon umore e gusto il croissant rivoltato ricorda un sorriso e le sue varianti dolci e salate sono un toccasana per lo spirito. Consiglio il cornetto al cioccolato bianco per i golosi della variante dolce, mentre gli amanti del salato possono deliziarsi con il croissant al crudo di Parma e  Brie! Keep Smile!

 

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