The Freak's Note Collection – La Meteoropatia

di Vittoria Favaron

The Freak's Note Collection – La Meteoropatia

di Vittoria Favaron

The Freak's Note Collection – La Meteoropatia

di Vittoria Favaron

“Il mio dottore dice che facendo le scale a piedi si guadagnano minuti di vita. Rampa dopo rampa ho guadagnato due settimane, durante le quali pioverà sempre…” (Woody Allen)
 
Caso I: (il più frequente)
Giorno x di ottobre. Sabato mattina, tu reduce da una settimana in cui stress e carico lavorativo/accademico si sono fatti sentire oltremodo, la bramosia del week end si è manifestata con picchi da spread, tu che avevi programmato di far confluire tra il sabato e la domenica tutte quelle commissioni, eventi, appuntamenti, incontri, caffè che non hai potuto diluire nei cinque giorni precedenti. E fuori cosa accade? Piove. Bè siamo a ottobre, l’estate e la primavera sono lontane mille miglia, le stagioni hanno ancora un senso e tu non sei padrone del tempo e degli pianeti. Rilassati, è un fattore esogeno come tutti gli altri. Invece no. Piove. E per te rappresenta qualcosa molto vicino a qualche cataclisma indesiderato e inatteso. Piove. E anche se il carico di pioggia è paragonabile al gettito dell’innaffiatoio della signora del piano di sopra che puntualmente decide di curare i suoi fiori nel preciso istante in cui tu passi sotto il balcone, bene, per te è comunque un evento nefasto.
Ti agiti, ti irriti, il tuo umore si spiana e assume tinte grigiastre tendenti a fumi da Ilva di Taranto fino a toccare punte di nero carbone dei tubi di scappamento della Fiat Palio.
Piove, e nella tua percezione è davvero una tragedia. Smisti i tuoi impegni, inizi ad accendere il gas per preparare un quantitativo generico di tisane che andrai copiosamente a consumare nel corso di tutta la giornata poiché hai ormai deciso che non metterai piede fuori di casa. Inizi a girare per casa biascicando parole dai suoni tonfi e gutturali, un concerto di mmm…uff grr… etc.
Ti sposti davanti alla finestra andando a contare ogni singola goccia, come se quell’esercizio possa aiutarti a spostare la tua attenzione su altro che non sia la pioggia, invece volutamente tendi a non trascendere e a concentrare ogni singolo lembo celebrale sul problema: Piove.
I tratti del volto iniziano a contrarsi, la spalla si irrigidisce e i tuoi occhi si annaspano in fulgidi pensieri omicidi. Le persone intorno a te provano a indagare circa il tuo stato d’animo per ricevere successivamente uno sguardo alla “Emily Rose” post esorcismo e un seccato: << Piove, non vedi?>>. Si aggrava la posizione del tuo interlocutore nel caso di risposta <<Si vedo, e quindi? Qual è il problema?>>. A quel punto si consumerà l’inevitabile disdetta. I tuoi occhi assumeranno lo sguardo del migliore Antony Hopkins nel “Silenzio degli Innocenti” e tu diventerai un possibile cannibale con tanto di denti digrignati e pelle color terra battuta, e passeranno circa 6,9 secondi dopo i quali tu inizierai a vomitare tutto il tuo disappunto, la tua frustrazione, la tua rabbia, il tuo malcontento. E tutto questo si può riassumere in una semplice parola:METEOROPATIA.
 
Caso II (definito anche Meteoropatia inversa).
Luglio. Un giorno qualsiasi. Sei per strada. Ore 14.50. La tua pausa pranzo è in fine. Sei seduta ad un baretto vicino al lavoro e hai ordinato un caffè insieme a un litro e mezzo di acqua proveniente dal polo nord con annessi 150 kg di limoni interi. <<Con ghiaccio, grazie>>.
Fuori ci sono 35 gradi. Sei in Italia, quindi a Luglio notoriamente le temperature si aggirano intorno a questa cifra. Non importa, dal tuo punto di vista. Le tue ferie inizieranno tra 20 giorni. Tu lavori e cerchi di mantenere il controllo. Cerchi, appunto. Non ti muovi, o ti muovi pochissimo. Ogni movimento costituisce il verificarsi dei seguenti accadimenti. Piccole gocce di sudore vanno ad insediarsi lente ma insopportabili sulla fronte, precisamente vicino all’attaccatura dei capelli, minando il tuo tentativo delle 6 .30 di mattina di andare a lavoro con una piega decente. Ancora, le gocce iniziano a conquistare i lati della schiena, le pieghe dei gomiti e delle ginocchia, la curva delle ascelle e la parte inferiore dello sterno.
Tutto sembra compromesso quando ti rendi conto che hai indosso una maglia color verde smeraldo molto leggera, su cui si stanno depositando aloni di sudore come cerchi sul grano; non hai un cambio, devi ritornare a lavorare. Il caldo percepito inizia ad offuscarti la vista, inizi ad agitarti, a guardarti intorno in preda ad un attacco di panico e intanto pensi al tuo trucco sbavato, alla ragazza seduta a due centimetri da te che legge tranquilla una rivista e appare rilassata e perfetta, niente pelle traslucida, niente aloni sudoriferi, niente stress, niente di niente. Deglutisci e ti riempi il bicchiere con l’ acqua dell’antartico e limoni di Sicilia e pensi a quanto vorresti essere al mare o in un’altura a goderti il fresco e l’assenza di calura. Pensi a quanto siano fortunati gli svedesi o i finlandesi e rimpiangi il tuo attaccamento ad un Paese che 4 mesi all’anno viaggia sui 35 gradi. Pensi alla tua battaglia ambientalista contro il buco dell’ozono e le polveri sottili, a un’idea di città green, al Dove Invisible Dry e alla doccia emozionale con luci pulsate.
A causa di tutti questi pensieri che la tua mente ha sprigionato nell’arco di 5 minuti, tu non sei stata in grado di ammettere di essere soggetta a una delle più diffuse nevrosi psico-fisiche esistenti. La Meteoropatia, in tal caso inversa.
In entrambi i casi, infatti, è pacifico comprendere quanto il tempo possa condizionare il nostro umore, quanto gli estremi climatici abbiano il potere di compromettere i nostri stati d’animo e la nostra serenità psico-fisica. Sia che tu risieda a Reggio Calabria come a Cuneo, il fattore meteo inevitabilmente va a determinare sensazioni contrastanti e incontrollate.
La definizione di meteoropatia farebbe vergognare persino un soggetto con un accentuato senso dell’umorismo, soprattutto se si sente chiamato in causa: insieme di disturbi psichici e fisici di tipo neurovegetativo che si verificano in determinate condizioni e variazioni del tempo metereologico. In poche parole: Nevrosi.
Per quanto possiamo eludere il problema, ognuno di noi, nel corso della propria vita ha subìto i condizionamenti del tempo, ha modificato il proprio umore, ha amplificato vibrazioni infelici e irrazionali. Ma soprattutto si è sentito fortemente urtato quando è stato definito dai più un “nevrotico”. E se tale affermazione di verità rappresenta il premio di consolazione per chi si sente compreso nel giro di meteoropatici, la cattiva notizia è che tuttora non sono stati riscontrati rimedi efficaci alla meteoropatia convulsa. Per la serie: è la nevrosi, bellezza.
Ognuno va da sè, vedi tisane calmanti o manifestazione di stima nei confronti dei paesi Nordici.
Noi di The Freak, al netto di un Ottobre che si sta manifestando, almeno da un punto di vista climatico, un mese molto incerto e instabile, attraverso questa chart, vogliamo aggiungere un ulteriore e certamente già noto rimedio alla meteoropatia, e cioè una potente iniezione di musica.
Questa settimana nella nostra chart, abbiamo inserito musica da camera come una ventata di sano rock, melodie più soft accostate a suoni strong per uscire dall’empasse meteorologico nel modo più “naturale” possibile.
 
Per dovere di cronaca segnalo: per le giovin signore: leggere libri (se vi rendete conto che lo state leggendo al contrario cambiate rimedio),  un nuovo paio di scarpe, mezza tavoletta di cioccolato bianco (per le meteoropatiche “pure”) uno spritz gelato, un nuovo taglio di capelli, un nuovo smalto alla moda e l’acquisto di un bikini (nel caso delle meteoropatiche “inverse).
Per i giovin signori: una partita alla Playstation, una partita alla Wii. Stop.
 
Ora lasciatevi consolare dalla nostra musica. In alternativa, chiamate un buon medico.
 
Buon ascolto
 
Young again – Kasper Bjorke
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Hurricane – 30 Seconds to Mars
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So What – Miles Davis
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Perfectly Aligned – Milo Greene
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Hell is around the corner – Tricky
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Mojo Pin – Jeff Buckley
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Canone – Johann Pachelbel
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Is This love – Bob Marley
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The Rain Song – Led Zeppelin
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Don’t know why – Norah Jones
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Back of your head – Cat Power
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