The Freak’s cinema collection: Sostiene the Freak

di Giulia Corigliano

The Freak’s cinema collection: Sostiene the Freak

di Giulia Corigliano

The Freak’s cinema collection: Sostiene the Freak

di Giulia Corigliano

Sostiene the Freak di averci pensato in una giornata d’autunno. Una meravigliosa giornata d’autunno, soleggiata e ventilata. Pare che the Freak si trovasse in redazione, i direttori non c’erano, non sapeva che fare, e lui, the Freak, rifletteva sulla paura. Quel bel giorno d’autunno,  con il vento che accarezzava le cime degli alberi e il sole che splendeva, con una città che scintillava, letteralmente scintillava sotto la sua finestra, e un azzurro, un azzurro mai visto, sostiene the Freak, di un nitore che quasi feriva gli occhi, lui si mise a pensare alla paura. Perché? Questo the Freak non è in grado di dirlo. Sarà perché tutti noi abbiamo paura. Sarà perché viviamo con l’incubo che da un momento all’altro tutto quello che abbiamo costruito possa distruggersi. Con il terrore che il tram su cui siamo possa deragliare. Con la paura dei bianchi, dei neri, della polizia, dei carabinieri. Con l’angoscia di perdere il lavoro ma anche di diventare calvi, grassi, gobbi, vecchi, ricchi. Con la paura di perdere i treni, di non arrivare in orario agli appuntamenti. Con la paura che scoppi una bomba, di rimanere invalidi, di perdere un braccio, un occhio, un dito, un dente, un filo, un foglio. Un foglio su cui avevamo scritto una cosa importantissima. Con la paura dei terremoti, dei virus, di sbagliare, di dormire. Con la paura di morire prima di aver fatto tutto quello che dovevamo fare. Con la paura del vicino di casa, delle malattie, di non sapere cosa dire. Con la paura delle donne, degli uomini, dei germi, dei ladri, dei topi e degli scarafaggi. Con la paura di votare, di volare. Con la paura della folla, di fallire, di cadere, di rubare, di cantare. Con la paura della gente. Con la paura degli altri. Ma il fatto è che the Freak si mise a pensare alla paura, sostiene.

E per caso, per puro caso, pensò di scrivere una poesia.

Sostiene the Freak che da principio pensò di scrivere una poesia d’amore, provò a scrivere alcune parole ma poi decise di cambiare argomento. Perché lo fece? Questo the Freak non è in grado di dirlo. Forse perché le poesie d’amore stavano cominciando a dargli fastidio, forse perché quel giorno era stufo dei romanticismi e delle parole smielate, anche se lui in fondo era profondamente romantico, o forse perché in quel momento, in quell’autunno, pensò che fosse ancora troppo presto per scrivere poesie d’amore, gli ci sarebbero voluti almeno altri ottant’anni per farlo o forse perché scrivere una poesia d’amore non gli avrebbe fatto smettere di pensare alla paura, ma il fatto è che decise di cambiare argomento.

Così the Freak pensò di dover scegliere, scegliere l’argomento giusto, le parole giuste. E the Freak era certo che la scelta l’avrebbe trovata dentro di sé. Non fuori, non negli altri, ma nelle sue emozioni, nelle sue idee. Perché per scrivere una poesia serve una sola cosa: tutto. Bisogna innamorarsi, sperperare l’allegria, essere tristi e taciturni con esuberanza, soffiare in faccia alla gente la felicità, dilapidare la felicità. Bisogna patire, stare male, soffrire e non avere paura di soffrire perché tutto il mondo soffre e anche the Freak aveva sofferto e si era innamorato, però non voleva scrivere una poesia d’amore, sostiene.

Ma se aveva deciso di cambiare argomento perché continuava a pensare all’amore? Forse perché l’amore è l’unica, autentica ragione per cui esistiamo, il solo, vero desiderio che ognuno di noi ha. E allora qual era il problema di scrivere una poesia d’amore?

The Freak pensava che il problema fosse proprio nella paura. E l’amore è ciò che a tutti fa più paura, fonte del più grande dolore che si può provare. E se una persona sta soffrendo, incontra solo difficoltà, non vede vie di fuga, come fa a scrivere una poesia d’amore? Come fa a trasmettere emozioni agli altri? Come può essere felice? Questo the Freak non è in grado di dirlo. Sa solo che nei momenti più difficili gli è sempre stato detto di reagire, di porsi nuovi obiettivi, di guardare la vita da un’altra prospettiva, di cambiare, di cercare nuove strade, di non affogare nella pigrizia mentale, di guardarsi attorno, di cercare comunque di essere migliore con più volontà, di non prendersela con il destino perché il destino si può pilotare, si può cercare di fare andare le cose nella direzione che si vuole.

E questo the Freak molto spesso non era riuscito a farlo, sostiene.

Perché in quel momento, in quel giorno d’autunno, con tutta la mole dei problemi che gli pesava addosso, the Freak continuava a guardare il mondo con negatività. E così a the Freak tornò in mente Addio alle armi di Hemingway.  Aveva sperato in un lieto fine per tutta la lettura e aveva sempre ritenuto ingiusta la morte di Catherine Barkley dopo che Frederic Henry aveva lottato così tanto per raggiungerla. E allora the Freak pensò che probabilmente era tutta colpa di Hemingway e si sentì di chiedere scusa da parte di Hemingway e da parte di tutti coloro che non erano mai riusciti ad infondere agli altri un po’ di positività.

Perché la chiave di tutto è proprio questa: prendere tutta la negatività che si può avere e usarla come carburante per trovare il lato positivo.

Era una meravigliosa giornata d’autunno e the Freak aveva deciso che non era importante scrivere o no una poesia d’amore, non era importante  soffrire o essere felici, non era importante cercare di smettere di pensare alla paura, ciò che contava era riuscire a trovare sempre e comunque in tutto un lato positivo, sostiene.

La cinema collection di questa settimana è, così, dedicata ai messaggi che the Freak vuole sostenere: è l’insieme dei pensieri e delle riflessioni scovati dalla redazione nei nostri film preferiti ed espressi attraverso il linguaggio di Tabucchi e con le stesse parole dei film.

Buona visione.

La tigre e la neve

V x Vendetta

La grande bellezza

Destiny

Mediterraneo

A beautiful mind

Noi siamo infinito

Palombella rossa

Il lato positivo

Dogville

Happy family

L’attimo fuggente

Le conseguenze dell’amore

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