Storia del Rock: “Una scala per il Paradiso” – I Led Zeppelin

di Redazione The Freak

Storia del Rock: “Una scala per il Paradiso” – I Led Zeppelin

di Redazione The Freak

Storia del Rock: “Una scala per il Paradiso” – I Led Zeppelin

di Redazione The Freak

Una scala per il Paradiso…del Rock: I Led Zeppelin: Jimmy Page, John Baldwin, meglio noto come John Paul Jones, Robert Plant e John Hanry Bonham.

La loro storia ha dell’incredibile nel panorama mondiale del Rock: un sound incredibilmente inconfondibile, effetti psichedelici, esoterismo, trasgressioni, estremismi e tante paure. Mentre molti nostalgici sognano una Réunion, del tutto impossibile (dopo la deludente, seppur incredibile, uscita in concerto all’O2 Arena di Londra nel 2007 che ha contato oltre 20 milioni di prenotazioni in circa 24 ore conducendo così la band ad entrare nel Guinness dei primati per la maggior richiesta di biglietti per una singola esibizione dal vivo ) ripercorriamo – su The Freak – il lungo volo del Dirigibile di Jimmy Page & co, soffermandoci in maniera particolare sulle curiosità e le leggende che si velano dietro la storica band britannica.

Lungo le rotte di un sound tanto apparentemente derivativo quanto determinante per la successiva evoluzione del rock e dell’Hard Rock.

I Led Zeppelin sono fautori di Live incendiari e movimentati, con più di 300 milioni di dischi venduti, seppur la loro politica si discostava nettamente da quella del marketing musicale degli anni ’70. Furono infatti, i primi a raggiungere il successo senza dipendere dalla programmazione radiofonica. Fino ad allora, radio e televisione erano state dominate dalle hit parade, dal 45 giri. I Led Zeppelin sbaragliarono la “concorrenza” senza mai entrare in quelle classifiche.

Nemmeno la loro più grande hit, “Stairway To Heaven”, divenne mai un singolo. In riferimento a tale pezzo c’è da dire che secondo l’evangelista televisivo Paul Crouch, se si ascolta il brano al contrario in corrispondenza del verso “bustle in your hedgerow”, si può sentire: “here’s to my sweet Satan/ The one whose little path would make me sad, whose power is Satan / He will give those with him 666 / There was a little toolshed where he made us suffer, sad Satan”. Per una bizzarra coincidenza, quella parte sembra davvero corrispondente all’interpretazione di Crouch: “Chi diavolo avrebbe potuto pensare di fare una cosa simile?” ha voluto rispondere Plant alle accuse di satanismo, “Devi avere davvero una montagna di tempo da perdere anche solo per ascoltare un brano al contrario e credere che la gente possa aver detto intenzionalmente quelle cose”. Su questa leggenda, i fan si sono scatenati: in fondo, dicono: è logico pensare che se ascolti “Stairway To Heaven” al contrario diventi “Stairway To Hell”.

Su stairway To Heaven si racconta, inoltre, che la musica sia stata composta in pochi minuti e che, il mitico Page compose l’assolo della canzone chiuso in una cella Frigorifero, così che il freddo lo stimolasse ad avere una concentrazione massima su ciò che stava facendo. Continuando un’analisi sulle loro politiche pubblicitarie bisogna ricordare che la sinteticità e semplicità con cui intitolarono i primi album (Led Zeppelin I, II, III, IV), privi persino del loro nome in copertina, segnarono una rottura con il passato, che voleva i titoli dei dischi funzionali al marketing della band. Più ancora della politica adottata dal loro manager Peter Grant e dal loro marketing, ad attrarre milioni di fan furono le loro esibizioni live. Concerti che, sull’onda di Woodstock, riportavano il rock alla sua dimensione più trasgressiva, selvaggia e nello stesso tempo genuina.

Le esibizioni dei Led Zeppelin erano pervase da un’energia feroce, un fuoco che attraversava ogni presente, da una fantasia allucinante, da un carisma che per certi critici risiede in un furore mistico. Comunicavano con un mix di musica assordante fatto da grida, scambi di acuti tra voce e chitarra, melodie folk e passaggi blues accostati a scale elettriche: un simposio di note esaltate dai virtuosismi supersonici di Jimmy Page e dal canto lamentoso e potente di Robert Plant. L’impronta dei led zeppelin è ormai immutabile nel panorama Rock: il Bonzo’s Groove viene studiato dai batteristi di tutto il mondo, gli acuti e i sentimenti esternati dall’incredibile voce di Plant sono ricordati da ogni cultore della musica rock, i loro suoni e gli effetti utilizzati con innovazione all’epoca, vengono tutt’ora apprezzati dalla totalità dei fonici, e la cultura musicale che si evinceva dalle mani e dalle menti dei pilastri del gruppo, J. Page e J. P. Jones rimane una testimonianza di assoluta “immortalità” di questo gruppo . I led zeppelin rimangono nella storia impermeabili alle mode ed ai mutamenti generazionali. Nell’ultima intervista rilasciata a Rolling Stone, nel mese di Ottobre 2012 si legge di un Jimmy Page ormai calmo, cultore della buona musica e della vita sana, ma si intuisce tanta nostalgia dei vecchi momenti passati con una band che ha segnato la storia del Rock.

E’ impossibile che nessuno fra i lettori abbia mai ascoltato un pezzo dell’epica Band britannica, e proprio per questo the Freak vuole raccontarvi alcune curiosità sul gruppo, ripercorrendo però alcune tappe fondamentali della loro storia incredibilmente movimentata.

I Led Zeppelin nacquero nel 1968 in Gran Bretagna. La loro musica, le cui radici affondano in generi musicali diversi tra cui Blues e folk, ha costituito una proposta del tutto innovativa per l’epoca, risultando di enorme influenza per tutti i gruppi rock tanto contemporanei quanto futuri.

Il gruppo, disgregatosi repentinamente nel 1980 (anno dell’improvvisa e inaspettata morte del batterista), fu composto per l’intero periodo della sua attività da Jimmy Page, alle chitarre, che nel 2010 è stato inserito come il secondo miglior chitarrista di tutti i tempi nella “Top 50 Guitarists of All Time” della Gibson (dietro solo a Jimi Hendrix), da Robert Plant, voce del gruppo e cultore dell’armonica a bocca, da John Paul Jones, musicista stimato in tutto il mondo per la sua indiscussa abilità da bassista, tastierista e musicista poli-strumentale, e da John Bonham, detto Bonzo, batterista e percussionista del gruppo, che nel 2011, nonostante la sua morte fosse avvenuta già da 31 anni, a seguito di un sondaggio condotto tra i lettori di Rolling Stone Magazine, è stato insignito del titolo di miglior batterista di tutti i tempi, collocandolo al primo posto nella classifica Best drummers of all time.

Il primo album della band britannica, “Led Zeppelin I” esce il 12 gennaio del 1968: il disco, registrato a Londra, contiene brani “heavy”, con evidenti richiami al folk, al blues e al rock: il successo arriva prestissimo, soprattutto in America. Un enorme plauso, per questo album di partenza, va riconosciuto al chitarrista Page, che riesce a creare un suono a dir poco geniale, riproducendo il sound utilizzato durante i concerti dal vivo. Ascoltando il disco si ha la sensazione di assistere ad un concerto live, poiché si avverte lo stesso coinvolgimento e la stessa intensità nel suono. Page rappresenta nel gruppo un personaggio misterioso: pare che Jimmy fosse solito partire per viaggi lunghissimi in auto-stop, in compagnia della sola chitarra, e che una volta in un viaggio particolarmente lungo sia arrivato fino in India. Altre voci, raccontano di una storia amorosa con una 14enne, dal nome Lori Maddox, che faceva parte del giro di groupie a Los Angeles. Page ha confermato la storia, ammettendo che persino all’epoca sarebbe stata considerata illegale, se resa nota; il chitarrista lasciò la Maddox dopo due anni, per poi mettersi con la maggiorenne Bebe Buel. Il chitarrista era ossessionato ed estremamente interessato ad Aleister Crowley, da alcuni considerato il fondatore del moderno occultismo ed addirittura una fonte di ispirazione per il satanismo, e ciò ha spesso condotto i fan a credere che il chitarrista fosse un seguace di satana: in molti hanno persino ipotizzato che Page avesse stretto un patto col diavolo per diventare famoso. Fu così che nacque la diceria che egli abbia fatto firmare ai partecipanti della band un contratto con il demonio, e che questa fosse la causa delle disgrazie e dei successi capitatigli. Si dice, inoltre, che John Paul Jones non sia stato coinvolto in questa spirale di distruzione perché non persuaso dal chitarrista a firmare il contratto. Non ci sono prove che dimostrino che Page fosse un satanista, sebbene fosse un seguace della filosofia di Crowley sulla liberazione personale, al punto da riportare il detto “Do what thou wilt”, “fa ciò che vuoi”, all’interno del vinile di “Led Zeppelin III”.

In effetti, questa sua ossessione lo portò nel 1971 ad acquistarne la casa a Loch Ness, in Scozia. Page, in seguito, svelò che quella casa era infestata. “La casa era stata di proprietà di altre due persone prima di Crowley”, disse Page nel 1975, “all’inizio era una chiesa, ma fu bruciata assieme a tutta la congregazione che la occupava. Sono successi fatti strani là dentro, ma non hanno nulla a che vedere con Crowley. Vi erano vibrazioni negative già prima che Crowley ne diventasse proprietario. Un uomo è stato impiccato dentro quella casa, e alle volte potevi sentire la sua testa che rotolava per le scale”. Negli anni, Page non ha mai smentito le dicerie sul suo conto, forse perché benefiche per gli affari: “non voglio rendere pubblico il mio personale credo o un mio ipotetico coinvolgimento in fatti sovrannaturali”, ha detto il chitarrista a Rolling Stone, “non sono interessato a portare la gente a credere in ciò in cui credo. Se la gente vuole scoprire per forza qualcosa, che lo faccia da sola e per se stessa”. Nello stesso anno dell’uscita di Led Zeppelin I, il 1968 esce anche il secondo album, intitolato “Led Zeppelin II”. Il gruppo presentò il loro album facendo concerti in giro per il mondo, e ovunque vennero accolti con grande entusiasmo. In riferimento al Tour del 1969, è legata la leggenda più famosa sui Led Zeppelin, risalente al concerto della band per il Seattle Pop Festival, tenutosi il 27 luglio dello stesso anno.

Dopo essersi esibiti, i quattro musicisti alloggiavano al Edgewater Inn, un hotel che affaccia su un lago e dal quale ai clienti era permesso pescare direttamente dalla finestra della propria camera.

Secondo quanto scritto da Stephen Davis, autore della biografia della band “Hammer Of The Gods”, i Led Zeppelin in quella serata estiva, si appartarono con una groupie molto attraente, probabilmente dai capelli rossi, in una delle stanze dell’albergo, e passarono la serata infilando pezzi di squalo (anche se in realtà si trattava, probabilmente di un pesce rosso ancora vivo pescato proprio nel lago antistante l’albergo) nei suoi orifizi.

Davis ha dichiarato di aver appreso questo singolare aneddoto dal manager della band, Richard Cole, che secondo un’altra versione è l’unico responsabile del deplorevole episodio. Un’altra band dal nome Vanilla Fudge, inoltre, ha voluto rivendicare la paternità dell’opera: stando a quanto dichiarato dal batterista della band, Carmine Appice, la giovane era una sua groupie ed il tastierista Mark Stein aveva ripreso l’intero incontro, che a quanto pare ebbe luogo la stessa notte in cui i Led Zeppelin si trovavano nell’hotel, ma solo John Bonham sembra fosse stato spettatore dell’accaduto.

Il terzo album “Led Zeppelin III” contiene brani più soft dei precedenti.

La diversità portò a commenti poco piacevoli della critica e dei media perciò il gruppo decise di non fare alcun tour e dedicarsi alla stesura e registrazione del quarto album. “Led Zeppelin IV”, così chiamato in maniera impropria (in realtà questo album non ha un titolo preciso, perché viene chiamato anche “ZoSo” oppure “Runes Album”) è probabilmente il disco più bello e particolare dei Led Zeppelin. La copertina, a differenza delle precedenti, non ha stampata alcuna parola che possa far riconoscere gli autori del disco. Fu un escamotage creato per andare contro la stampa, che definiva ancora la band “una montatura pubblicitaria” senza riconoscerle i dovuti meriti; così, Page ed i suoi compagni avevano deciso di non dare un nome al proprio album. I fan riconobbero quattro simboli sulla copertina, ognuno dei quali doveva rappresentare un singolo membro del gruppo. Sulla simbologia dei Led Zeppelin la critica si è spesa molto.

Oltre al famoso dirigibile, un’immagine ricorrente nella simbologia dei Led Zeppelin è quella di un angelo, raffigurato in un dipinto del 1869 del pittore statunitense William Rimmer ed intitolato “Evening, Fall of Day”: nonostante molti abbiano voluto scorgere nella rappresentazione dell’angelo l’effigie di Lucifero o di Icaro, si tratta della divinità greca Apollo. Tale simbolo è riportato sui vinili del gruppo da Physical Graffiti (il sesto album della rock band, pubblicato nel 1975) in poi, essendo stato adottato quale logo della Swan Song, etichetta discografica da loro stessi fondata nel 1974.

I simboli, che l’immaginario collettivo maggiormente ricollegano al gruppo, rimangono comunque i due sigilli e le due rune che compongono il titolo, appunto, del loro quarto album. Il significato specifico di questi simboli non è mai stato del tutto chiarito; quel che è certo è che Page e Plant hanno realizzato i propri disegni di loro pugno, anche se il simbolo scelto da Page è stato probabilmente preso dall’alfabeto magico del matematico alchimista Girolamo Cardano, mentre Jones e Bonham li hanno trovati su un antico libro di rune, seppure alcuni racconti su Bonham affermano che avesse preso in prestito il design del logo della birra Ballantine (tre cerchi intrecciati), per usarlo come proprio simbolo. In realtà tutti e quattro i simboli trovano le loro origini nel misticismo.

La motivazione della scelta dei simboli risiede nel loro modo di concepire la musica: all’epoca della registrazione del loro quarto album, i Led Zeppelin operarono una summa del percorso musicale compiuto fino a quel momento; i simboli, pertanto, furono un modo per ribadire il loro disinteresse verso nomi, titoli ed etichette di genere per convogliare l’attenzione solo verso la musica.

Un celebre esempio di errata interpretazione riguarda il simbolo scelto da Page: molti vi hanno intravisto la criptica sigla ZoSo, interpretazione più volte smentita dal chitarrista. E’ impossibile stancarsi o annoiarsi ascoltando ogni canzone contenuta all’interno del quarto album. Questo disco include brani rock e folk, e sicuramente la canzone più conosciuta della band: E’ “ Stairway to Heaven”, che la band stessa considera il loro “inno personale”. Sul lato interno della copertina del quarto album, vi è la figura di un “eremita” che è stata spesso associata ai personaggi del Signore Degli Anelli, saga da sempre notoriamente amata dai Led Zeppelin – la band citò persino “Mordor” e “Gollum” nel brano “Ramble On” del 1969. In realtà, la figura rappresenta una carta dei tarocchi ed inoltre Page, nel 1976, interpretò un eremita in una sequenza fantasy del film “The Song Remains The Same”.

Dopo il tour in America per promuovere l’album, i Led Zeppelin arrivano anche in Italia, al Velodromo Vigorelli di Milano. I 4 ragazzi britannici suonavano come ospiti in una tappa della manifestazione canora Cantagiro. In quell’occasione, appena iniziata l’esibizione, la folla di ragazzini, accorsa ad ascoltare i propri idoli, si riversò impazzita sul palco ma improvvisamente i responsabili della sicurezza cominciarono a lanciare fumogeni contro la folla senza motivo.

Richard Cole respinse le prime ondate di ragazzi che cercavano di mettersi in salvo sul palco assieme ai roadies, ma dopo un po’, capendo che la situazione stava degenerando, prese il suo gruppo, e sfondata la porta di un camerino ci si rifugiò assieme ai musicisti fino a che non si calmarono le acque. La strumentazione del palco fu distrutta, e non venne mai più fatta nessun’altra data italiana in tutta la carriera della band; gli stessi Page e Plant dichiarono che quella fu l’unica situazione, in anni e anni di concerti fatti in giro per il mondo, in cui credettero sul serio di morire.

Il quinto album, anche questo senza un titolo preciso, esce nel 1973. I brani in esso contenuti sono rimasti impressi nella storia della rock music. La canzone più famosa di “Houses of the Holy” (titolo convenzionalmente attribuito al quinto album dei Led Zeppelin) è la bellissima “D’yer Mak’er”, (molti fan credono che il titolo del brano vada letto “Dire Maker”). Plant ha spiegato che l’ispirazione per il titolo “D’yer Mak’er” venne da un gioco di parole Cockney ( famoso dialetto londinese), nel quale un uomo afferma “My wife is going on holiday”, e gli viene chiesto “D’yer make ‘er?”, frase che se letta velocemente suona “Jamaica”, e che vorrebbe invece dire “did you make her?”. In poche parole, il brano si intitola “Jamaica” per il suo evidente ritmo reggae. I concerti in America furono tutti “sold out”, superando addirittura il record di spettatori registrato dai Beatles.

Il primo album doppio con la nuova etichetta discografica, come è scritto precedentemente esce nel 1975, e si intitola “Physical Graffiti”, e contiene sia brani dei precedenti album, sia recenti incisioni. Il successo di questo disco è strepitoso. Dal 1976 in poi, però, qualcosa comincia a cambiare. Dopo l’incidente avvenuto a Robert Plant e sua moglie, il gruppo si trova costretto ad interrompere le tournèe e si mette a lavorare per produrre il settimo album, intitolato “Presence”, che però non è all’altezza dei precedenti. Una sera, nel 1976, John Bonham si presentò, dietro le quinte di un concerto dei Deep Purple al Nassau Coliseum di Long Island, ubriaco e assai eccitato, faceva fatica a stare in piedi.

Bonzo notò, dietro al palco, un microfono libero e salì davanti alla platea prima che i roadies dei Deep Purple potessero afferrarlo. Il gruppo smise di suonare stupefatto, mentre Bonzo urlava al microfono: “Sono John Bonham dei Led Zeppelin e voglio semplicemente annunciarvi che abbiamo un nuovo album in uscita: si chiama Presence e, “cazzo”, è fantastico!”. Quindi, si girò per andarsene ma prima si voltò verso il chitarrista dei Deep Purple e lo insultò gratuitamente: “E per quanto riguarda Tommy Bolin, non sa suonare una merda!”, Tale episodio comparve sulle riviste musicali di tutto il mondo (è citato anche nel libro Led Zeppelin: Il Martello degli Dei) e successivamente gli stessi Deep Purple confermarono numerose volte. Alla fine del 1976 esce nei cinema il film “The Song Remains the Same”, una pellicola che documenta le esibizioni dal vivo del gruppo a partire dal 1973. La tournèe cominciata nel 1977 si interrompe bruscamente per la notizia della morte improvvisa del figlio di Plant, che pensa di abbandonare la band.

Nel 1978 i Led Zeppelin incidono l’album “In Throught the Out Door”, che pare avvicinarsi al genere “rock progressive”. Da questo momento (dopo circa 20 anni di successo) in poi, comincia il declino della band. La svolta negativa e decisiva avvenne dopo le prove del gruppo nel settembre del 1980. John Bonham fu trovato morto la mattina del 25 settembre a casa di Page, dopo una giornata passata a bere e a suonare. Stando a quanto dichiarato dal medico legale, il batterista aveva in corpo l’equivalente di 40 shot di vodka. Bonham aveva bevuto talmente tanto da essere ancora ubriaco quando il suo corpo aveva cominciato a buttare fuori quell’enorme quantità di alcol: ecco perché gli altri componenti lo trovarono morto soffocato dal suo stesso vomito. Dopo la morte di John Bonham, i tre “superstiti” del gruppo decisero di interrompere la loro attività artistica: è il 4 dicembre 1980 quando i Led Zeppelin si sciolgono ufficialmente.

Dopo lo scioglimento del gruppo, i componenti hanno continuato le loro carriere musicali singolarmente, riunendosi solo in rarissime e deludenti occasioni. Page si ritirò nel suo vecchio castello. I Led Zeppelin erano un gruppo vero, ogni membro aveva un senso e senza Bonham tutto era diverso, niente aveva lo stesso senso. I Led Zeppelin, prima di essere un’industria, erano un gruppo di amici veri.

La Band però vive ancora nella mente di ogni fan, che tramanda la leggenda dei Led Zeppelin da generazione in generazione. Il 13 settembre 2012, sulla loro pagina ufficiale di Facebook, i Led Zeppelin annunciano Celebration Day, un film che documenta il concerto del 2007 a Londra tenuto in memoria di Ahmet Ertegün, fondatore dell’Atlantic Records.

Il film è stato proiettato in numerose sale cinematografiche in contemporanea in tutto il mondo unicamente il 17 ottobre. Successivamente, i Led Zeppelin annunciarono l’uscita, con distribuzione commerciale del film e del vinile a 33 giri e di un bis al cinema il 29 ottobre. Il film è stato accolto in Italia con ben 560 mila euro di incassi.

Questi sono i Led Zeppelin.

Questo è un pezzo di musica Rock che ha lasciato un segno indelebile nella mente di ognuno di noi. Non penso ci siano parole adatte per descriverli. Semplicemente Led Zeppelin!

di Pasqualino Marsico

http://youtu.be/9Q7Vr3yQYWQ

 

5 risposte

  1. Davvero complimenti 🙂
    sono comunque curiosità, il fatto che Page compose l’assolo in una cella frigorifero è stratosferico! se tutti si interessassero almeno un pò a conoscere anche questi aspetti della storia di un gruppo, di un artista, sarebbe davvero un grande risultato. Noi oggi siamo contaminati da imitazioni non riuscite bene di miti del tempo che hanno fatto la storia della musica, della scrittura, di qualsiasi forma d’arte, c’è stato chi, prima degli artisti contemporanei, ha ideato qualcosa e ne ha fatto strumento di interesse per la gente.
    Fa male non possedere una macchina del tempo, ci salirei su senza pensarci due volte, non riesco a digerire la maggior parte delle cose che sono contemporanee, sarà perché probabilmente si tratta di un circolo vizioso: chi ha vissuto negli anni ’70 avrebbe voluto vivere negli anni ’30 e via dicendo. Ma Come posso non rimpiangere i Doors, i Led Zeppelin quando qui ho i Modà e i One Direction?
    Un saluto:)

  2. Grande Pasqualì!!! Hai dato un taglio interessante alla tua analisi dei led zeppelin soprattutto cercando di enfatizzare la loro ”leggendarietà” anche perchè per noi cresciuti a pane e ”led purple” come direbbe qualcuno è difficile distaccarsi emotivamente.
    Complimenti zì!!!

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