Speakeasy, cosa sono
e dove trovarli

Speakeasy, cosa sono e dove trovarli

Se desiderate tornare indietro nel tempo e immergervi in una realtà diversa
ecco 5 locali nascosti che potrebbero fare al caso vostro

di Martina Favuzzi
di Redazione The Freak

Speakeasy, cosa sono
e dove trovarli

Speakeasy, cosa sono e dove trovarli

Speakeasy, cosa sono e dove trovarli

di Martina Favuzzi
di Redazione The Freak
speakeasy

Speakeasy, cosa sono
e dove trovarli

Speakeasy, cosa sono e dove trovarli

Se desiderate tornare indietro nel tempo e immergervi in una realtà diversa
ecco 5 locali nascosti che potrebbero fare al caso vostro

di Redazione The Freak
di Martina Favuzzi

Chi non vorrebbe per una sera catapultarsi in una realtà diversa?

Certe volte vorrei solo ci fosse un piccolo telecomando dove poter premere il tasto “riavvolgi” tutte le volte che voglio. Vorrei esistesse davvero una macchina per viaggiare indietro nel tempo, magari anche con due compagni iconici come  Marty McFly e Doc.

Vorrei che ogni rumore intorno a me cessasse, vorrei poter respirare a pieni polmoni lì dove conta solo passeggiare con calma, affascinati da quei giochi di luce e ombra che la città è così brava ad offrirci.

Vorrei scappare da una realtà storica dove i social media hanno monopolizzato le nostre vite, una realtà dove l’esigenza di mostrare agli altri le nostre avventure prevale su quella di viverle.

A volte credo che un po’ di mistero e riservatezza possa essere la chiave giusta per sentirsi vivi ed autentici.

A chiunque desideri, anche solo per una sera, tornare davvero indietro nel tempo, noi di The Freak consigliamo di vivere un’esperienza, entrare in uno Speakeasy, il posto giusto per chi ama in particolare il gusto degli anni 20 e degli anni 30.

Speakeasy: che cos’è e da dove nasce?

Cominciamo con la traduzione: speakeasy significa letteralmente “parlar piano”.

Ma perché bisogna parlare piano? Lo Speakeasy era un locale nel quale, negli anni 20-30, si vendeva l’alcol illegalmente. Il motivo: un forte clima di moralismo nei confronti di una società che doveva essere sobria. È per questa ragione che il 16 gennaio del 1920 entrò in vigore una legge che bandiva la vendita di alcol dagli Stati Uniti d’America.
Ed è propria in quest’epoca, chiamata “proibizionismo”, che nascono tanti locali nascosti.

Una curiosità: il termine “Speakeasy” venne coniato in un bar a Pittsburg. La storia narra che l’origine del termine risalga al 1888, quando la legge Brooks High sulle licenze commerciali aumentò la tassa statale per una licenza di saloon da 50 a 500 dollari, comportando la chiusura di molteplici bar.

Kate Hester possedeva in gestione un saloon a McKeesport, appena fuori Pittsburgh. Non voleva smettere di vendere alcol e così fece. Una sera però c’era così tanta confusione che la donna per non essere scoperta dalle autorità, iniziò a urlare appunto “speak easy, boys”, “parlate piano, ragazzi”. Fu un successo. Da lì il termine si diffuse in tutta la Pennsylvania e in tutti gli Stati Uniti d’America.

Gli Speakeasy contribuirono al cosiddetto Rinascimento di Harlem perché consentirono alla gente di colore di bere e divertirsi al riparo dalla discriminazione razziale.

Nei locali di questo tipo, il cliente pagava un biglietto per vedere un’attrazione (ad esempio un animale), il locale gli serviva una bevanda alcolica “in omaggio”, eludendo in questo modo i divieti imposti dalla legge proibizionista.

Ma – che ci crediate o no – gli Speakeasy esistono ancora. Alcuni hanno creato delle entrate più insolite, giocando sul concetto di Speakeasy nascosto; altri invece sono rimasti autentici all’era del proibizionismo. Per entrare a volte si passa dal retro della propria abitazione, all’utilizzo di vecchi locali prima appartenenti a barbieri o addirittura all’interno di armadi, dove però anziché trovare il mondo magico di Narnia vi aspetterà una atmosfera vintage connotata da luci soffuse, musica di sottofondo e ottime bevute.

Per poter accedervi – questo è il connotato comune – bisogna rispettare delle regole e in alcuni casi conoscere la parola d’ordine.

Ecco alcuni Speakeasy assolutamente da non perdere.

“The White Rabbit” di Milano

Non possiamo non nominare il “The White Rabbit” di Milano (Vva Garigliano n.4).
Si entra attraverso la porta di un armadio ed è arredato proprio come un bar del proibizionismo. Attira molto l’attenzione non a caso il poster di “C’era una volta in America”.
Questo locale inoltre presenta un piano inferiore dove potersi divertire indossando l’abbigliamento tipico degli anni ‘20 e sentirsi finalmente trasportati indietro nel tempo a tutti gli effetti.
In merito alla password, purtroppo essa non è unica, bensì cambia ogni mese. Per poterla scoprire basta restare aggiornati consultando il sito web del locale (https://whiterabbitmilano.it/ ).

ll “Vanilla Club” di Firenze

Per chi passa da Firenze non può non mancare una visita al “Vanilla Club” (VIA DEI SAPONAI 14/R – 50122 Firenze (FI)) . Questo locale oltre all’arredamento tipico degli anni 20, si distingue per il pathos e l’attenzione al dettaglio nel vestiario del suo proprietario. Egli si immerge diligentemente nel personaggio, trasmettendo a chiunque l’idea di essere tornati indietro ad un’era dove questi posti erano una scappatoia dalla triste realtà imposta dalla legge e come tale bisognava agire attenti al fine di evitare di esser scoperti.
È richiesto un rispetto assoluto delle regole.
Le regole da seguire per accedere al locale sono tre: non si deve suonare due volte, non bisogna affermare il proprio desiderio di bere e non si devono dire nomi. 

“The Back room” di New York

Spostandoci all’estero il “The Back room” di New York è assolutamente da visitare. Questo è uno Speakeasy originale, già esistente durante il Proibizionismo.
Non a caso risulta essere tra gli Speakeasy meglio curati e attenti al dettaglio.
Deliziosa curiosità, che ancor meglio rende l’idea dell’autenticità del locale, è il fatto che si serve ancora l’alcol all’interno delle tazze del the, proprio perché all’epoca veniva così servito per evitare che le autorità lo scoprissero facendo irruzione all’interno del locale.
Per entrare all’interno del The Back Room non serve alcuna password, ma è necessario solo avere 21 anni.

“The Mayor of Scaredy Cat Town” di Londra

Nella meravigliosa Londra, all’interno del ristorante “The breakfast Club” presso Liverpool Street, troviamo “The Mayor of Scaredy Cat Town”.
Ad attirare l’attenzione è senza dubbio l’insolita entrata: dobbiamo passare per un frigorifero!
Per accedervi è necessario conoscere la password, ma noi di The Freak ci siamo informati per voi e la password in questione è “Can I talk to the Mayor?
Curiosità unica che ci sentiamo inoltre di darvi concerne il fatto che a chiunque si chiami Garfield verrà in questo magico locale offerto un drink gratis.

“Lavomatic” di Parigi

Infine ultimo speakeasy di cui desidero parlare si trova a Parigi e si chiama “Lavomatic” (30 Rue Renè. Boulanger, 75010).
È così chiamato in virtù della particolare entrata: si entra appunto da una lavatrice.
Esso non ha lo stile tipico degli speakeasy statunitensi, ma è molto originale, forte è il tema dei colori sgargianti e fluo, ricorrenti sono i motivi tribali che si possono ammirare sulle pareti. Ottimo posto per chi ama i giochi di luce e ombra, ma con tanto tanto colore.

Questi sono solo alcuni degli speakeasy sparsi per il mondo.
Vi invitiamo a scoprirne molti altri.
La loro particolarità sta nell’essere dei posti esclusivi, privilegio dei pochi curiosi.
Come afferma Woody Allen nel celebre film Midnight in ParisIl passato non è affatto morto, anzi non è nemmeno passato!”.

Tutti noi abbiamo bisogno di sentirci al sicuro, in un posto dove essere noi stessi senza pregiudizi e restrizioni, esattamente come è spesso accaduto nel passato.
Concederci una notte di piacere in uno speakeasy può essere quella chiave di svolta di cui abbiamo bisogno.

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