Faccia a faccia con i Socialisti Gaudenti

di Redazione The Freak

Faccia a faccia con i Socialisti Gaudenti

di Redazione The Freak

Faccia a faccia con i Socialisti Gaudenti

di Redazione The Freak

“Siamo a favore delle maratone notturne, sia in Parlamento sia in discoteca. Non più nemici, non più frontiere, solo ai festini bionde o straniere”.

Così recita il finale del manifesto dei Socialisti Gaudenti, un gruppo di amici con la passione per l’alcol (il Negroni è il simbolo della loro pagina) e la politica, che già da qualche anno ha rivoluzionato il modo di fare satira nel nostro Paese.

Se fino a poco tempo fa ci si voleva fare qualche risata amara sulla politica italiana gli orizzonti erano piuttosto limitati, dovendosi necessariamente rivolgere ai vari Crozza, Grillo (per ovvi motivi non più rientrante nella categoria) e Luttazzi. Con l’esplosione dei social network è cambiato tutto e la satira non poteva essere da meno.

Non passa giorno che i Socialisti Gaudenti non ci migliorino la nostra giornata, tra meme geniali e riflessioni sempre puntuali e argute, ma mai pesanti o esagerate; pur essendo chiaro quali siano le loro inclinazioni politiche non risparmiano nessuno, da chi è a destra, a chi è a sinistra, a chi non è “né di destra né di sinistra ma mai mai di sinistra” (ogni riferimento non è puramente casuale).

Con The Freak abbiamo avuto la possibilità di fare quattro chiacchiere con Angelo Cappuccia, tra gli admin della pagina e socialista gaudente per eccezione, per conoscere meglio il progetto S.G. e per farci raccontare qualche divertente aneddoto a riguardo.

Innanzitutto ti ringrazio della disponibilità a nome di tutta The Freak. La vostra pagina Facebook conta oggi più di 130 mila mi piace e siete sicuramente tra le più importanti pagine social di satira politica. Come e quando nasce il progetto “socialisti gaudenti”? Vi sareste mai aspettati un successo simile?

Ringraziamo innanzitutto te e tutta la redazione di The Freak per averci riservato la vostra attenzione. La pagina nasce il 31 marzo 2015 come valvola di sfogo di 5 smandrappati. Non avevamo idea di dove questo passatempo ci avrebbe portati: all’inizio ci facevamo i complimenti a vicenda quando i nostri post superavano i 30 like, qualche mese fa uno di noi si è trovato nella situazione in cui Enrico Letta gli ha detto “Vieni con me ché ti faccio conoscere Romano” (Prodi, ndr)

 

Come nascono i vostri post? C’è un particolare studio dietro o solo qualche negroni?

A parte qualche raro post che dobbiamo scrivere con precisione (e di concerto) perché potremmo essere querelati, viene tutto fuori grazie all’alcool.

Socialisti gaudenti, Hipster Democratici, il golpe Gentiloni solo per citarne alcune: a me sembra che le migliori pagine di satira politica siano quelle schierate a sinistra. Siete d’accordo? Come mai secondo voi?

Siamo pessimi giudici di noi stessi, quindi non possiamo darti un parere. Più che altro, mi pare di percepire che le pagine di “satira” schierate a destra, dietro una goffa ironia nei confronti degli avversari (la sinistra, gli immigrati, le minoranze), diffondano false informazioni che avvantaggiano i loro partiti di riferimento (e penso di cogliere anche il pensiero dei compagni HipDem). Le pagine schierate a sinistra fanno della sinistra stessa la protagonista della propria ironia, prima di tutti gli altri (chiedete a Civati).

Ricollegandoci alla domanda di prima, la mia impressione è che mentre l’elettore medio di sinistra sembra mostrare empatia e molta (a volte anche troppa) autocritica, per la classe politica appare essere esattamente il contrario, sfociando a volte in atteggiamenti da “professoroni” o intellettuali che non hanno neanche l’interesse a parlare con chi la pensa diversamente. Cioè: perché nel passaggio dalla cabina elettorale al Parlamento l’uomo di sinistra lascia a casa la simpatia?

Servirebbe un bravo sociologo per rispondere alla tua domanda, se non uno psicologo. Preciso che sappiamo di molti parlamentari di sinistra simpatici. Il problema è rappresentato non tanto da una poca simpatia della classe politica, ma dalla maldestra simpatia, che spesso viene letta come spocchia, anche perché lo diventa. Il #ciaone di Carbone voleva essere (immagino) una cosa simpatica: è diventato un simbolo di arroganza di ciò di cui Carbone era rappresentante in quel momento. Poi ci sono degli argomenti che puoi usare e altri no se sei classe dirigente: prendere in giro Di Maio perché sbaglia i congiuntivi va bene se siamo tra di noi (quanti meme che ci abbiamo fatto…), ma se diventa argomento sistematico per attaccare l’avversario il risultato diventa quello visto il 4 marzo.

E visto che siamo in tema di grandi disquisizioni sociologiche: “quelli/e di sinistra” rimorchiano di più?

Difficile da affermare con certezza, ma sicuramente quelli/e di sinistra rimorchiano partner più interessanti.

Che musica ascolta un socialista gaudente modello?

Quella che ci passano gli HipDem con qualche vecchio classico degli anni ’80. Cogliamo l’occasione per salutare i compagni Willie Peyote e Frah Quintale.

E’ mai successo che qualche politico protagonista di un vostro post vi abbia scritto o abbia mandato avanti dei suoi collaboratori per farlo rimuovere o per farvi sapere che non era stato gradito? O hanno adottato misure più sopraffine e argute, come Renzi che vi ha nominato il capo, nella persona di Martina?

Non che ci pare, il più delle volte è capitato il contrario. Per esempio a Di Battista è piaciuta molto quella volta in cui lo abbiamo preso in giro per la storia della barca di D’Alema (https://www.ilpost.it/flashes/le-avventure-di-di-battista-e-suo-padre/). Comunque misura sopraffina e arguta mica tanto, alla fine stiamo scalando il PD proprio grazie al nostro Capo Martina.

Ricordo quando agli inizi avevate aperto anche un gruppo chiuso, “il bar dei Socialisti Gaudenti”, che piano piano sembrava diventare sempre più una loggia massonica, visti i personaggi che venivano aggiunti. A parte gli scherzi era una bella possibilità per scambiare opinioni e confrontarsi direttamente con parlamentari ed europarlamentari (tra i più attivi mi vengono subito in mente Giuditta Pini e Daniele Viotti), sarebbe potuta diventare la risposta della sinistra alla democrazia diretta grillina e avrebbe potuto permettere l’instaurarsi un interessante dialogo tra elettori ed elettorato (premesso che sicuramente non spetta a voi trovare soluzioni per risolvere la crisi del centro sinistra). Come mai fu chiuso? Ci avete mai pensato a riaprirlo?

Innanzitutto grazie per il complimento (loggia massonica). Il bar in realtà è stato riaperto sotto nuova forma e con una gestione rinnovata. Il precedente ci era sfuggito di mano, con troppe teste calde e discussioni pesanti, per non parlare degli infiltrati liberisti. Ad ogni modo non credo che la risposta alla democrazia diretta grillina sia da cercarsi in soluzioni di questo tipo: il gruppo bar è pensato con un luogo di discussione frivola, che però non disdegna scambi di opinioni (anche forti) volte a disegnare e perfezionare il pensiero di chi le legge. È inoltre una buona fabbrica di meme.

E se il brand “Socialisti Gaudenti” venisse utilizzato per un vero e proprio locale o per una catena di locali, punto di ritrovo per i fan della pagina o più semplicemente per chi vuole fare due chiacchiere sulla politica e bere un buon Negroni?

Dobbiamo registrare il marchio.

Chi hanno votato i “Socialisti Gaudenti” alle ultime elezioni politiche?

Quando pubblichi l’intervista puoi mettere il meme della Castelli che dice “NON SI DICE”?

                                                                                                                                    (meme spontaneamente inserito)

Avete mai avuto proposte per candidarvi con qualche partito?

Qualcuno sì, ma non perché admin della pagina.

Di quale politico vorreste scrivere il discorso? E cosa gli fareste dire?

Renzi, se ancora fosse attivo in politica e non si fosse racchiuso nel proprio silenzio (giusto?): prenderemmo un discorso del Subcomandante Marcos adattandolo al contesto italiano di oggi, per vedere l’effetto che fa.

Quale episodio della vita politica italiana avreste voluto fosse un vostro post (e invece la realtà vi ha superato)?

Fatico a non pensare alle innumerevoli perle che ci ha regalato Di Maio: Pinochet e il Venezuela, il discorso ad Harvard, l’università non conclusa per non approfittare del proprio ruolo. Ad ogni modo, non mettiamo limiti alla capacità della nostra classe politica di rompere la quinta parete, il confine tra il meme e la realtà

di Federico De Giorgi, all rights reserved

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