Oggi si dimette ufficialmente Antonio Martone dalla presidenza della CIVIT (Commissione indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche), non per incompatibilità di cariche, non per pensionamento obbligatorio, non per motivi legali, ma solo per evitare insinuazioni, strumentalizzazioni e malelingue riguardanti suo figlio, il viceministro al Welfare Michel Martone.
Oggi, si dimette un uomo che ha dato tanto allo Stato. E ancora molto avrebbe potuto dare, se non si fosse fatto convincere da nemici e da chi fa troppo rumore per nulla.
L’aggettivo “Senior” è un’offesa per lui, identificato per essere il padre di un giovane viceministro e non per quello che rappresenta e che ha rappresentato.
In pochi mesi hanno buttato fango su un uomo di “altissima” cultura e professionalità .
Alcuni dati:
Quasi quarantacinque anni di appartenenza all’ordine giudiziario.
Venticinque anni di esercizio delle funzioni giurisdizionali presso la Corte di Cassazione.
Tra i magistrati che hanno partecipato al maggior numero di udienze.
Lo hanno accostato alla P3 ma lui stesso ha dichiarato:
- non ho mai conosciuto o incontrato Bisignani;
- ho conosciuto Papa negli anni ’90, in quanto magistrato aderente alla stessa corrente all’interno dell’Associazione Nazionale Magistrati, ma non ho mai avuto con lui particolari rapporti;
- come già precisato innumerevoli volte, non ho partecipato a cene a casa dell’On. Verdini. Una sola volta, invitato a una colazione alle ore 13.00, sono arrivato a casa Verdini con quasi due ore di ritardo, come deve risultare dalle intercettazioni telefoniche, e mi sono trattenuto per pochi minuti per poi tornare in Cassazione. Ignoravo che sarebbe stato presente anche Flavio Carboni che del resto, secondo quanto mi è stato detto risultare da una intercettazione, il giorno successivo si è vivacemente lamentato della mia presenza.
E c’è da credergli, perché i fatti son questi. Nessuna denuncia, nessuna condanna. Solo insinuazioni. Solo tanta invidia.
Antonio Martone – che è un panda bianco in via d’estinzione, un uomo vero, senza macchia e che non merita di essere trattato come un colpevole (di cosa poi?), ha deciso di essere superiore alla stessa legge, all’opinione pubblica, e di farsi da parte, nonostante non abbia nulla da recriminarsi, nonostante non debba difendersi da accusa alcuna.
Non è giusto. E l’Italia se ne pentirà.
Una risposta
Basta con tutta questa storia delle raccomandazioni! La vera storia di Michel Martone si trova su un libro del 2009 pensate. E anche qui: http://www.michelmartone.org/la-carriera-di-michel-martone-428.html