Conservo
il sapore di conversazioni
stinte dall’usuale
dolcissima abitudine.
Ma cresce il fiore della solitudine
e nella notte dell’anima
nomi
silenziosamente
si adagiano
e come stelle cadenti
la illuminano
per un istante.
Ricordo
il sapore delle lacrime
che sgorgavano
dall’umanità profonda
del mio essere.
Ma come zampillo nel deserto
adesso si asciugano
agli inflessibili raggi di un sole
che non mi illumina.
Mi assale
il sapore perduto
di quell’aria gioviale
per le strade di un tempo che…
forse non ho mai conosciuto
ma che vorrei rivivere.
di Maria Rita Curcio All rights reserved