Salviamo sto Paese

di Leonardo Naccarelli

Salviamo sto Paese

di Leonardo Naccarelli

Salviamo sto Paese

di Leonardo Naccarelli

Corona Virus: la situazione si aggrava, giorno dopo giorno. E’ passata ormai più di una settimana da quando, con la chiusura delle scuole, la vita quotidiana di ciascuno di noi è bruscamente cambiata. Possiamo dirlo senza alcun pudore: non eravamo pronti e forse non lo siamo ancora. I segnali per accorgerci del pericolo vi erano tutti ma gli eventi si sono succeduti troppo rapidamente. Avremmo avuto bisogno di un tasto pausa per capire, per tempo, cosa stesse succedendo. Un tale strumento non è alla portata dell’uomo e, quindi, ora siamo in emergenza.

“Quando parlate del vostro mestiere, non parlate mai di devozione. Quella ce l’ha, al massimo, Madre Teresa di Calcutta. Noi, semplicemente, facciamo soltanto il nostro dovere: assistere chi soffre”. Così parlava un professore universitario all’open day di Medicina ormai 4 anni fa. Io ho fatto un’altra scelta, studio giurisprudenza, ma quelle parole mi sono rimaste impresse nella memoria e mi sono tornate in mente in questi giorni. Anche sopperendo alla disorganizzazione ed ai tagli alla sanità degli ultimi anni, il lavoro dei medici e degli infermieri in questi giorni così difficili è encomiabile. Quasi da chiamarli eroi se loro non fossero così pronti e decisi a respingere questa scomoda ed ingombrante etichetta. In prima linea nella lotta al virus, stanno sopportando turni più che straordinari e lo stress fisico e mentale che ne deriva. Si stanno rivolgendo a tutta la società: chiedono l’adozione di misure drastiche dalla politica ed una cittadinanza pronta a rispettarle.

Sono sempre stato critico nei confronti della politica di questo Paese. Aldilà del Corona Virus, credo che, in questo momento, il livello medio della classe dirigente di questo Paese sia ai minimi storici. Anche in queste settimane, non sono mancate le occasioni per offrire il peggio e, ovviamente, sono state colte al volo. Eppure, devo dire che le misure prese dall’Esecutivo vanno nella giusta direzione. Certo, ci sono state delle mancanze gravi nelle strategie di comunicazione ma è cosa positiva che sia la scienza a guidare le scelte politiche. Qualcuno potrebbe dire che ci mancherebbe altro, Sono d’accordo ma invito a ricordare che, fino a qualche mese fa, in Italia si parlava di no-vax e terrapiattisti. Poteva andare molto peggio. Anche Giuseppe Conte, con i suoi discorsi alla nazione, sembra diverso: al centro della scena, autorevole e rassicurante. In poche parole, sembra quasi un premier.

Per quanto riguarda la cittadinanza, il discorso è più complesso. Gli appelli a restare a casa ed a rispettare le disposizioni governative sono innumerevoli. Le autorità sanitarie si spendono molto per far comprendere la gravità dello scenario che si sta delineando: d’altronde, solo chi è abituato a trattare con la salute può farti render conto di quanto essa sia fragile. Eppure, a volte questi richiami al senso civico generale cadono nel vuoto. La scena delle persone accalcate nei supermercati la notte in cui sono entrate in vigore le misure mettono tristezza; sentire di persone che si recano in pronto soccorso invece di seguire i protocolli indigna. Non si può pensare che a fermare i contagi siano solo delle norme, il sistema semplicemente non tiene. Dobbiamo renderci conto che soltanto azioni virtuose e capillari possono far si che si esca da questo incubo limitando i danni. Chi è più giovane deve accettare di non essere immune al virus e prendere le precauzioni necessarie. Le notizie che provengono dalla Cina sono positive, per quanto si debba essere cauti. Tutta la coesione sociale che si creerà nell’emergenza tornerà utile quando sarà tutto finito, quando ci sarà da ricostruire un’economia e, con essa, un Paese.

C’è inoltre da parlare dell’Europa. Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha rilasciato delle dichiarazioni in cui assicura il massimo sostegno all’Italia per fronteggiare la crisi sanitaria. La prima azione concreta è stata quella di consentire maggiore flessibilità in tema di conti pubblici, argomento sempre d’attualità nei rapporti UE- Italia. Alla base di ciò, non vi è soltanto un sentimento di solidarietà fraterna, comunque lodevole. Si è affermata l’idea che questa sia, veramente, l’ultima possibilità che è concessa alla UE di avere un senso di esistere, politicamente ed economicamente. Il trattato di Schengen è momentaneamente sospeso con il ritorno delle frontiere, i singoli Stati si stanno muovendo senza una linea comune. Si è sempre sostenuto che non possiamo rinunciare all’UE perché, di fronte alle grandi sfide presenti e future, gli Stati nazionali non hanno sufficiente potenza di fuoco per essere rilevanti. Se tutto questo è vero in teoria, mettiamolo finalmente in pratica, nel momento del massimo bisogno. Non ripetiamo gli errori della crisi finanziaria del 2008. Potrebbe non esserci una terza occasione.

Politica, società civile, scienza ed Unione Europea: tutti insieme, salviamo sto Paese.

di Leonardo Naccarelli, all rights reserved

In copertina, illustrazione di Tiziano Lettieri

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