RV – Sinapsi, moltiplicatore e speranza nel futuro giovane

di Martina Cotena

RV – Sinapsi, moltiplicatore e speranza nel futuro giovane

di Martina Cotena

RV – Sinapsi, moltiplicatore e speranza nel futuro giovane

di Martina Cotena

Fondamentalmente i primi incontri non sono mai come uno si aspetta.
In generale, gli esseri umani, hanno l’insana abitudine di crearsi delle aspettative su quello che si sta per vivere. Progredendo tra prospettive e generalizzazioni, luoghi comuni, speranze e “sentito dire” ognuno visualizza ogni occasione e incontro come in un trailer, su cui ci si crea un’opinione a priori.
Ma le persone non sono pronosticabili.
E a volte si rivelano delle vere sorprese.

Sono le 18,45 e ho un foglio orribilmente stropicciato pieno di annotazioni, punti interrogativi e tematiche da toccare che mi preparano con una quasi serenità alla prospettiva della mia prima intervista. Evento tanto energizzante quanto terrificante; l’eventualità di fallire nell’impresa può creare qualche problema di autostima, mentre la possibilità di incontrare qualcuno da cui non si può “cavar un ragno dal buco” è un evento orribile ed increscioso…

Trafelata mi accomodo di fronte ad Andrea Viganò, co-fondatore di RV, che mi aspettava sepolto tra le sue carte e una tazzina di caffe in attesa.
Frenetico il mio cervello (mentre la mia voce si presenta e ordina una spremuta) pensa a come iniziare.
Scaletta da seguire e auto-avvertimenti di non divagazione, propositi di ottenere un’ordinata intervista, come quelle belle botta&risposta che si leggono in tutti i giornali, quelle che incalzanti si propongono precedute dalle iniziali in grassetto tipo:
MC: dimmi Andrea che ne pensi del FuoriSalone2015?
AV: ti dirò, questa è la nostra seconda edizione, etc…

E… ovviamente il mio trailer è miseramente fallito, cosi come le auto-imposizioni di nondivagazione e ordinementalefacilmentetrascrivibile. Un fallimento con risultati entusiasmanti.
L’intervista è iniziata senza neanche capire come, la scaletta ha abdicato a favore di una divagazione edificante, che per fortuna è un difetto che mi accomuna che il mio interlocutore. Di conseguenza appare ovvio che non riuscirò mai a riportare botta&risposta, ma un flusso di coscienza unico e fluido di una conversazione durata tre ore (dopo le quali siamo stati buttati fuori dal locale che chiudeva) in cui riporterò in azzurro le parole testuali di Andrea:

Andrea Viganò, conversatore instancabile, come la sua start up: RV, si propone in mille idee, offre mille spunti e trasmette un immensa voglia di provarci, di insistere, di rivalutare il design e il mercato italiano per reinventarlo in una forma comunicativa rinfrescante che lui indica con un leitmotiv: STARE BENE.

Andrea inizia con lo spiegarmi, di RV, il fattore scatenante per la sua nascita: lui che per lavoro e per casualità è sempre a contatto con designer e creativi vari, si era reso conto che le persone sono ormai in costante oscillazione tra staticità e sociopaticità.
Di fondo aveva percepito un malessere che, in accordo con un mood un po’ bohemiene, poteva essere categorizzato come un male di vivere scatenato dalla freneticità, dal distacco dalla realtà e dai rapporti umani segnati da difficoltà di comprensione, “menate di base che impediscono uno scambio chiaro e tranquillo”.

Da qui nasce RV: “piattaforma aperta che crea le giuste connessioni tra le persone e le aziende e grazie alla quale si crea un network di professionisti con prodotti e servizi innovativi da sviluppare, promuovere, commercializzare, esportare, mirando sempre a creare un business concreto, perché adesso il bisogno di tutte le aziende con cui lavoriamo è il vendere. Fare prodotti e progetti di alto valore ma usufruibili e alto vendenti, da inserire nel mercato senza perdere tempo e senza troppe menate”.

Da queste premesse RV ha creato una serie di contenitori: Younger’s in.DESIGN (il primo nato della famiglia RV con cui hanno partecipato già a due fuori salone) , Younger’s in.MOVIE, Younger’s in.FOOD, Younger’s in.SUSTAINABILITY e Younger’s in.FASHION.

Ma partiamo con il dare un nome alle cose.. Il nome YOUNGER’S IN, mi spiega Andrea, è nato dal concetto del “sentirsi giovani e fare le cose in maniera giovane, con un approccio fresco e nuovo, eliminando quelli che possono essere i “vecchi” schemi di pensiero, i “vecchi” modi di approcciarsi al mercato. Ad esempio collaboriamo con aziende che possono avere anche 100 anni, ma magari i figli 30enni iniziano a doverla gestire e portare avanti, ma con la voglia di andare avanti in un modo nuovo e personale. Da qui è nato il prefisso younger’s, perché era quello che eravamo, quello che siamo: giovani, pensieri giovani, azioni giovani.. e poi in quel momento era tutto collegato al design e quindi abbiamo inserito in.design e.. ciao senza menate siamo sbarcati al nostro primo fuori salone. Io conoscevo tutti i produttori che avrei portato, anche non solo professionalmente, e magari anche loro si conoscevano tra loro, e tra loro erano anche amici, ma che non si erano mai confrontati dal punto di vista lavorativo, non avevano mai pensato in un confronto e tantomeno in una “fusione”. RV è stato il contenitore che li ha riuniti in un unico evento, con un unico progetto, che è riuscito a creare un fil rouge e a fondere tra loro realtà lontane per tipologia, ma creando un risultato irripetibile.

Ugo Ojetti diceva: “la giovinezza non sta nel mutare idee e passioni ogni giorno, ma nel provare ogni giorno le proprie idee e passioni contro la realtà e vedere se tagliano”. Partendo dal presupposto di vedere il taglio, il gesto del tagliare, cosi come lo vedeva Fontana, e quindi come una ricerca di potenzialità inesplorate, anche RV prova a sezionare la realtà in modo differente e vedere i risultati che riesce a produrre.
Attraverso questo nuovo modo di fare eventi si crea un nuovo spazio reale o/e virtuale che crea potenzialità e soluzioni innovative.

A metà tra contenitore d’idee e social creatore di connessioni, RV, anche per l’evento del #fuorisalone2015, si è affidato a delle parole d’ordine che sono ormai parte del suo DNA:

stare bene: “il filo conduttore è lo stare bene, affrontare ogni situazione in uno stato emotivo piacevole dove poter creare, dialogare, costruire scambi che siano idee o prodotti, uno stare bene che aiuti le interazioni. Tutto: le persone, gli espositori, i produttori e i clienti, ma anche l’ambiente in cui si sviluppa l’evento, tutto deve farti stare bene. Abbiamo creato un evento che non doveva essere una cosa sterile, ma un ambiente che creasse il giusto clima per “moltiplicare”, per creare emozioni e in questo ci hanno aiutato le arti (musica dal vivo e dj set, mostre fotografiche e installazioni, cortometraggi e film). Le persone stimolate a stare bene tendono a comunicare tra di loro e scambiare informazioni e idee.. che non sai mai che succede, che occasioni si possono creare.. e l’arte aiuta a moltiplicare la sensazione di benessere, di relax e a creare situazioni di connessioni e scambio”.
moltiplicare: moltiplicare le opportunità e le potenzialità di ogni produttore con metodi in continua evoluzione, semplici e senza fronzoli. “Rv è sinapsi e moltiplicatore di emozioni. Pensiamo che non abbia senso dividersi per settore, ognuno può dare qualcosa e per questo uniamo cosi tante realtà differenti tra loro, perché c’è più interscambio e diversificazione. Creiamo situazioni che sono il preludio di collaborazioni originali e mai scontate. Vetrine che si trasformano in laboratori di artigianato evoluto”
artigianato evoluto: RV e Younger’s in. portano avanti prodotti di artigiano evoluto intesi come un prodotti si artigianali ma con dietro l’evoluzione della tecnologia e del pensiero moderni, prodotti per consumatori consapevoli di quello che ci sta dietro, un idea di sostenibilità non solo per la creazione del prodotto ma anche nel modo di consumare. Bisogna arrivare a consumare ogni prodotto e ogni occasione sapendo cosa ci sta dietro e cosa ci sta dentro, in modo che cambi radicalmente l’approccio a ciò che ci circonda.

Einstein nel suo studio aveva un cartello: “Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato”. È una frase che ultimamente mi vaga spesso in mente per colpa di tutto questo offuscamento che verte sui valori etici e morali della nostra società. Mi è tornato in mente prima della nostra intervista perché leggendo un articolo sul nostro sito theFreak di Lilith: “A che punto è l’inconsapevolezza?” ho letto ancora di vergogna, vergogna nei confronti dei giovani italiani, i giovani che si fanno selfie di fronte a gente che sta male invece di prestare soccorso o usare il cellulare per chiamare il 118, giovani che fanno selfie commemorativi di fronte a macchine bruciate durante le manifestazioni NOEXPO e giovani che declamano sia “una bella esperienza spaccare roba” durante i cortei, senza pensare ai poveri cristi che ancora devono pagare tutte le rate di quella “roba”. Purtroppo i giovani sono anche e soprattutto questi in Italia: un progetto come il vostro che punta sui giovani cosa ne pensa dei giovani italiani? E che futuro possiamo avere con una “classe giovane” del genere?
“Purtroppo è una “classe” non informata, che agisce senza capire cosa sta alla base delle cose. Ma non bisogna generalizzare, per fortuna non sono tutti cosi disinformati. Magari bisognerebbe informarli in maniera diversa, approcciarsi in maniera diversa. Ma non bisogna rinunciare, i giovani sono il futuro e anche se vediamo questo schifo, io voglio puntare ancora di più su Younger’s in. perché non mi piace dire non c’è più nulla da fare, non mi piace arrendermi ad una realtà che non va. A volte penso che non resta che perdersi, ma attenzione! il non resta che perdersi mio o quello che cantano i subsonica nel nuovo album “una nave in una foresta” o gli io?Drama nel brano “non resta che perdersi” è più inteso come: OK in questo momento bisogna perdersi per poi ritrovarsi in qualcosa di nuovo, in qualcosa di diverso che sia più adatto alla realtà che viviamo e che ci dia una lettura più chiara di quello che accade intorno a noi. Questa “classe giovane” sbagliata mi dà ancora più stimoli, perché devo fare di più per far capire e trovare un nuovo modo di creare informazione fruibile, nuovi canali e nuove possibilità in cui crescere. Tutto questo mi dà solo più voglia nel credere in Younger’s in., di dargli un opportunità vera di crescere e di portarlo nel mondo.”

Ed è questo entusiasmo, questa ideologia propositiva, questa voglia di nuovo e di fare bene che ti trascinano nel mondo Rv; una realtà in espansione che con il suo potenziale giovane moltiplica esponenzialmente la sua presenza non solo sul territorio italiano, ma nel mondo.
Infatti, oltre ad aver appena partecipato alla realizzazione del Formia Film Festival (14/16 maggio), con Younger’s in.Movie , una collaborazione nata durante un incontro su BLABLACAR con il suo ideatore Daniele Urciuolo, Rv sarà presente anche all’imminente Design Week Network di Berlino (22/30maggio).
La Design Week Network in collaborazione con Venice Design Week e la Berlin Design è un insieme di percorsi di Design articolati in un network di mostre, dove artisti e designer sono protagonisti. Attraverso questo viaggio, in cui si alternano e fondono mix culturali e la naturale gestione dell’esperienza quotidiana, nascono: inaspettati, effimeri e sperimentali i percorsi nei luoghi in cui vivono e interagiscono Design, Moda e Arte.
In un recipiente così pieno di idee, RV ha trovato naturale inserirsi attraverso la creazione di un concept “e tramite l’unione di prodotto italiano altamente costumizzato ovvero una bici di Cicli Brianza e al marmo di Artigiani del Marmo, un prodotto di fine qualità e sorprendente realizzazione, siamo arrivati ad una delle armonie più bizzarre possibili che ci ha permesso di creare una scatola in cui inserire la bici su una pavimentazione marmorea con i colori italiani. L’istallazione creata con questi due “Maestri” del loro campo è un’installazione che può viaggiare ed essere esposta nel medesimo contenitore in cui viene trasportata. È un inno alle capacità artigianali italiane che speriamo di portare non solo a Berlino, ma anche a Mosca… e poi chissà. Non ci diamo limiti.”

E cosi la nostra intervista finisce e mi lascia piena di positività, positività nel vedere che la “classe giovane” è ancora Viva, è ancora sana e può dare ancora molto. Mi lascia positiva che non tutto è perso e che per fortuna gli italiani non sono solo quelli che vogliono “spaccare roba”. Mi lascia con il ricordo di un’intervista che mi aveva fatto leggere mio padre di Ayrton Senna che disse: “Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite. Accade qualcosa. E immediatamente riesci a correre un po’ più forte, grazie al potere della tua mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie all’esperienza. Puoi volare molto in alto.”

A cura di Martina Cotena.

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