Avevamo già parlato del Roma Creative Contest, il festival internazionale di cortometraggi realizzato dalla casa di produzione Imagine Hunters, che dal 2014 vanta come Presidente Onorario il regista Premio Oscar Giuseppe Tornatore e che negli anni ha lanciato decine di registi emergenti italiani come Gabriele Mainetti, Sydney Sibilla, Piero Messina e Alessandro Capitani. In occasione della giornata di chiusura, il 29 settembre, ho avuto modo di apprezzare meglio il contest guardandolo attraverso gli occhi di Raffaele Inno, uno dei quattro fondatori della casa di produzione (gli altri sono Brando Bartoleschi, Lorenzo di Nola e Riccardo Rabacchi), che ha ripercorso per The Freak la storia del festival e le maggiori novità di quest’anno.
Devo premettere, in tutta franchezza, questa intervista è capitata per caso. Arrivo un po’ spaesata (e accaldata) all’Ex Dogana, su viale dello Scalo di San Lorenzo, alle tre del pomeriggio, avendo letto che a quell’ora sarebbero iniziate le attività della giornata conclusiva. Nel cortile del locale c’è confusione, gente che entra e esce dallo spazio interno, che scopro essere adibito a casting. Mi addentro in questa enorme sala vuota, adornata solo con le opere del celebre writer romano Mr Thoms (aka Diego Della Pasta), che quest’anno ha disegnato la locandina ufficiale, in tema il claim “Nulla nasce grande” (nel disegno è infatti rappresentata cinepresa antropomorfa che annaffia piccole piante di strumenti cinematografici). Mentre mi guardo attorno per capire da dove iniziare e cosa seguire, mi avvicino ingenuamente a un ragazzo con la barba e la giacca verde in cerca di informazioni e di consigli, scoprendo poi che si trattava di uno degli organizzatori dell’evento. Raffaele gentilmente si offre di guidarmi tra le varie attività in programma e di farmi visitare gli uffici allestiti in occasione del festival presso l’Ex Dogana (caotici, disordinati e per questo tremendamente artistici e interessanti), dove troviamo un piccolo spazio per iniziare la nostra piacevole chiacchierata. Tra il via vai di gente, seduto su uno sgabello per batteristi, Raffaele mi racconta che il festival nasce nel 2011 al Teatro Vittoria con delle serate di proiezione dall’amicizia e da interessi comuni di un gruppo di ragazzi con una passione in comune, allargandosi di anno in anno, fino a diventare un evento di portata internazionale. Quest’anno, alla VII edizione, il festival ospita cortometraggi in anteprima da tutto il mondo, proiezioni, workshop, incontri e Master Class di regia e vanta nella giuria di gara, presieduta da Sergio Castellitto, personalità come Edoardo De Angelis, Marco Belardi , Marco Spolentini e Giovanni Marco Piemontese e si compone di cinque giornate (tre al Teatro Vittoria, una al MAXXI e una all’Ex Dogana). Oltre alle varie sfide di concorso (tra cui quella di realizzare un corto di tre minuti senza stacchi di montaggio), il contest è costellato da attività extra, tra cui importantissima è quella del casting training, con il casting director di Gomorra Davide Zurolo, che guida i giovani attori durante gli incontri con gli agenti della Promoter Artist. Tra le novità, sicuramente di rilievo sono la premiazione dei videoclip, in collaborazione con Radio Sonica (che ha seguito la diretta di tutta la giornata conclusiva), il Premio Leone Film, che ha offerto al vincitore un contratto di opzione di 5.000 euro sul cortometraggio per la realizzazione di un’opera cinematografica da parte della Leone Film Group e infine il Premio del pubblico MyMovies, che offre al vincitore visibilità e promozione dell’opera sui canali di comunicazione di MyMovies.it. In accordo con il clima giovane e festoso che accompagna organizzatori e partecipanti in tutte e cinque le giornate, il festival si è concluso con una festa (alla quale, da brava e diligente giornalista, ho partecipato su invito di Raffaele) a ritmo di buona musica, ospitando varie bande emergenti nel panorama musicale romano e il celebre gruppo comico Le Coliche.
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