Sogno pupi siciliani,
dai colori accesi e confusi,
rive incostanti e senza tempo
che fluttuano immobili sul margine
del tempo.
Sogno questa terra,
non migliore
non peggiore
ma ferma lì
ad aspettare la fine di un esodo generazionale
che sanguina ogni giorno
nonostante i Santi in processione
per i santini in cambio di voti
o le frotte estive di masnade
cieche.
Sogno una restituzione esistenziale,
quel mare mozzicato dal cielo
quella terra che muova i miei passi,
che mi abbatta per non partire più.
di Pietro Maria Sabella,all rights reserved