“Gualtieri? Il passacarte del Pd. Michetti? Invisibile. Calenda? Gran chiaccherone”.
Virginia Raggi, classe 1978, in corsa per il bis al Campidoglio si toglie alcuni sassolini dalle scarpe, in vista delle elezioni amministrative che si terranno il 3 e 4 ottobre (e non il 2 e il 3, vedi l’ultima gaffe del sito del comune) col ballottaggio fissato dopo due settimane.
Dopo cinque anni di amministrazione, tra gli endorsement di Grillo, di Conte (ma anche dell’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino), e gli attacchi al veleno della “collega” grillina Roberta Lombardi, la sindaca di Roma guarda dritto davanti a sé e non rinnega niente del suo lavoro. Anzi…
Dicono tutti che fare il sindaco della Capitale sia un’impresa impossibile. E allora mi perdoni per la franchezza, la prima domanda non può che essere questa: ma chi glielo fa fare?
“Mi sono ricandidata per dare continuità al lavoro svolto. Io amo la mia città. Quando mi sono insediata in Campidoglio ho trovato una città immobile con un debito di 13 miliardi di euro. Ce lo ricordiamo tutti: Roma era considerata la Capitale della corruzione. In questi 5 anni mi sono impegnata per ricostruire la macchina amministrativa, mettendo in ordine i conti e approvando i bilanci in tempo.
Oggi, anche una delle più importanti agenzie di rating, Standard and Poor’s, ha migliorato le previsioni sui conti della Capitale passando l’outlook da negativo a stabile.
Oggi la nostra città è piena di cantieri e sono tornati gli investitori. Avere conti in ordine significa poter riavviare tutto il sistema delle gare e dei bandi pubblici”.
Ma qual è il futuro di Roma come capitale europea?
“È evidente che la città sta cambiando. Di recente, Roma ha partecipato al MIPIM di Cannes, il più grande evento europeo del settore immobiliare, in cui abbiamo avuto l’occasione di presentare agli investitori stranieri i progetti per il prossimo decennio. Non possiamo permetterci che arrivi qualcun altro e che blocchi quanto fatto finora. Soprattutto ora che abbiamo alle porte opportunità che non possiamo lasciarci scappare: dalle risorse del Pnrr, al Giubileo del 2025 fino alla candidatura a Expo 2030”.
Però la Capitale rinunciò alle Olimpiadi tempo fa. Fu una scelta che rifarebbe oggi?
“Allora sarebbe stato da irresponsabili dire di sì alle Olimpiadi. La città era in condizioni economiche disastrose. In questi anni abbiamo rimesso in ordine i conti e questo ci ha consentito di essere pronti ad ospitare grandi eventi, come gli Europei di Calcio Uefa2020.
Puntiamo su eventi che possano portare sviluppo e lavoro. Per questo abbiamo presentato la candidatura a Expo 2030, perché credo che possa essere per Roma e il Paese un’occasione di rilancio”.
I cittadini romani appaiono scoraggiati. Come si relazionerà con la loro rassegnazione?
“Io conosco i territori, abito ad Ottavia, una zona periferica di Roma. Da anni vivo le periferie per parlare con le persone, confrontarmi con loro. Ho avviato e completato importanti interventi in quartieri che erano stati completamente abbandonati dalle precedenti Amministrazioni. Perché è questo quello che abbiamo trovato. In alcune di queste aree, pensate, mancavano persino l’acqua e l’illuminazione. Noi abbiamo riportato i servizi essenziali e abbiamo portato a termine importanti lavori di riqualificazione. Fare questo significa restituire ai cittadini spazi sicuri e vivibili, sottraendoli di fatto alla criminalità organizzata. Significa avvicinare le Istituzioni ai territori. Questa è una piccola rivoluzione che stiamo portando avanti proprio a fianco dei cittadini onesti contro criminali che fino a poco tempo fa spadroneggiavano in alcuni quartieri della città”.
Ma Roma è davvero così ingovernabile?
“No, e l’ho dimostrato in questi anni. È vero, Roma è una città grande e complessa sotto molti punti di vista. Ma io conosco la macchina amministrativa e so come guidarla. Gli altri candidati non sanno cosa voglia dire amministrare una città e Roma non può permettersi che venga sprecato del tempo prezioso. Io alle spalle ho già cinque anni di duro lavoro, ora dobbiamo correre. Non possiamo permetterci di tornare indietro”.
In cosa davvero Roma è indietro rispetto a Milano? È un gap colmabile?
“Oggi Roma è una Capitale moderna che guarda al futuro, sotto più punti di vista: sviluppo economico, digitalizzazione, lavoro. Sono temi che abbiamo messo al centro della nostra agenda politica. Roma sta diventando sempre più una “Smart city” che non ha nulla da invidiare a Milano.
Abbiamo conquistato il quarto posto nell’ICity Rank 2020, la classifica delle città intelligenti e sostenibili presentata da Forum PA. Oggi, siamo tra le città più digitalizzate d’Italia.
Stiamo digitalizzando i servizi pubblici in modo da renderli accessibili a tutti: tempi d’attesa ridotti, massima trasparenza e implementazione del wifi non solo agevolano chi vive in città, ma la rendono attrattiva per chi vuole investire, creando sviluppo e occupazione.Roma è il simbolo della ripartenza, che vive una rinascita di cui tutto il Paese sarà protagonista, perché la Capitale è il motore d’Italia”.
Ha pensato agli assessori in caso di vittoria? Può farci qualche nome?
“La mia squadra sarà composta da persone valide e competenti che condividono il mio progetto e la mia visione di Roma. A differenza degli altri candidati, non ho partiti a cui devo rispondere. Presenterò i primi nomi prima del voto”.
Da varie fazioni politiche ma anche da diversi livelli dell’amministrazione si è spesso spinto a favore dell’attribuzione a Roma di “super competenze” per gestire rifiuti, trasporti, acqua e infrastrutture. Dunque, davvero la soluzione è solo normativa? Basta questo per cambiare questa città?
“Dobbiamo fare ancora molto, ma Roma ha bisogno di risorse e poteri speciali. Sono tanti anni che porto avanti questa battaglia. La nostra città non può essere considerata al pari di Comuni con poche migliaia di abitanti. Questo è evidente. Da qualche mese finalmente sono in corso i lavori in Parlamento per raggiungere questo importante obiettivo, non solo per i cittadini romani, ma per tutto il Paese.
È necessario cambiare l’impalcatura burocratica, perché quella attuale non consentirebbe a Roma di vincere le sfide del futuro che sono tante e decisive: il Pnrr, il Giubileo del 2025, la candidatura a Expo 2030.
Dobbiamo semplificare le procedure, definire chiaramente responsabilità e funzioni, eliminare le sovrapposizioni di competenze, facendo partire velocemente i cantieri, accedendo direttamente ai fondi nazionali senza passaggi intermedi e disponendo di risorse e strumenti adeguati, come avviene per altre grandi Capitali europee. Perché investire su Roma significa investire sul presente e sul futuro dell’Italia”.
“TimeOut”, la nota rivista newyorkese specializzata in viaggi, ha intervistato oltre 25 mila turisti in tutto il mondo. Il sondaggio appare eloquente: Roma è la Capitale europea più sporca al mondo. Cosa farà per invertire la rotta?
“Noi la rotta l’abbiamo già invertita grazie all’azione di risanamento che abbiamo effettuato su Ama. Dopo decenni di mala gestione che ci ha lasciato un buco di bilancio gigantesco, più di 250 milioni di euro, il Piano Industriale dell’azienda prevede 300 nuovi posti di lavoro, due nuovi impianti di compostaggio di Casal Selce e Cesano per il trattamento della frazione organica entro il 2024, nuovi centri di raccolta all’interno dei quali potranno essere realizzati anche i centri del riuso, due nuovi impianti di selezione del multimateriale e un nuovo impianto di Trattamento Meccanico Biologico (TMB)”.
Ma avete previsto anche altri grossi investimenti sul territorio urbano, per ovviare al problema dell’immondizia per strada?
“Sì, abbiamo previsto l’acquisto di 37 mila nuovi cassonetti, 88 nuove spazzatrici, 298 nuovi mezzi per la raccolta stradale e 459 mezzi leggeri per il servizio porta a porta. Saranno così sostituiti i mezzi con un’età media di 10-15 anni”.
E il problema delle discariche, come pensa di risolverlo?
“Purtroppo la Regione Lazio ha deciso che il nostro sistema dei rifiuti si dovesse basare su discariche. Il problema è che ora quelle aperte sono solo due: quella di Viterbo e quella di Civitavecchia, che chiuderà a breve. Ovviamente questo crea un disastro a livello della raccolta dei rifiuti perché noi Comuni, non sappiamo dove andare a scaricarli. Per questo ho deciso di aprire la discarica di Albano. Il Tar ha stabilito che questo provvedimento era giusto. Quindi mi sono sostanzialmente sostituita all’inerzia della Regione”.
Roma in questo momento è un cantiere a cielo aperto. Cantieri che creano ovviamente disagi per la circolazione. In tanti si chiedono se questi lavori non potevano essere fatti prima, e che si tratta solo di propaganda politica. Cosa risponde a queste affermazioni?
“I cantieri che sono in corso attualmente in città o quelli completati sono il frutto di una programmazione che abbiamo avviato da anni. Questo vuol dire appalti regolari, gare pubbliche, aggiudicazioni e, quindi, avvio dei lavori. Queste fasi richiedono tempo e controlli serrati, non sono frutto di improvvisazioni o, peggio, di propaganda elettorale a pochi giorni dal voto. I cantieri che vediamo in città sono il frutto di gare partite due anni fa.
Ora vediamo i risultati di questo importante lavoro fatto in passato: in cinque anni abbiamo investito mezzo miliardo di euro per riqualificare strade, ponti, gallerie della città. Abbiamo avviato importanti cantieri, in molti casi storici come la demolizione della Tangenziale Est abbattuta dopo 50 anni, il Piano Sanpietrini nel Centro città, ma anche tanti interventi nelle periferie. Abbiamo riqualificato oltre 1.200 km di strade e altri cantieri stanno per partire. Lavoriamo nel segno della continuità dopo decenni di mancata programmazione e manutenzione delle nostre infrastrutture”.
In una recente sua dichiarazione parlando delle prossime elezioni, ha detto che ‘Io non perdo. Io vinco’». Cosa ha di più rispetto agli altri candidati?
“A differenza degli altri candidati, io conosco veramente Roma. Conosco le periferie, perché ci abito e perché da anni incontro chi ci vive, mi confronto con loro, li ascolto sul territorio. Gli altri candidati non sanno nemmeno dove mettere le mani, sono uomini di palazzo”.

Guardando i suoi avversari, come li descriverebbe usando un solo aggettivo?
“Michetti non partecipa mai ai confronti, non lo vedo quasi mai, quindi, direi invisibile. Gualtieri è praticamente il passacarte del Pd. Entrambi rappresentano il passato. Calenda? È un gran chiacchierone: quando parla sembra tutto sempre molto facile. Ma amministrare Roma non è semplice. Richiede fatti, non parole”.
Come si vede tra 10 anni?
“Non so esattamente dove sarò tra dieci anni, però quello che so è che vorrei guardarmi indietro ed essere orgogliosa del lavoro fatto per Roma. Ora come ora, sono impegnata a portare avanti il percorso avviato”.
2 risposte
Brava Cristina ! Bella intervista
Articolo interessante, con domande pertinenti e risposte sulle quali ci sarebbbe molto da dire. grazie.