r. il partito intollerante

di Mauro De Clemente

r. il partito intollerante

di Mauro De Clemente

r. il partito intollerante

di Mauro De Clemente

Era allergico. Al mondo. Agli esseri umani in particolare. Più che un’allergia la sua era un’intolleranza. Lui stesso si definiva con orgoglio un intollerante. Il suo era uno status symbol, uno stile di vita che dagli acari si era esteso agli esseri umani. Per l’asma, la congiuntivite e l’orticaria gli unici antistaminici efficaci erano un mitra, la bomba acca e l’apocalisse. Allergico ai metalli, alle radiazioni e a dio non gli rimase che la politica. E il suo neonato Partito Intollerante.

Sebbene non amasse i bagni di folla per ovvi motivi igienici, verso quelli mediatici non presentava irritazioni. Alle televisioni era arrivato in un secondo momento. Prima di riconquistare il mondo da dietro uno schermo, aveva pensato bene di costruirne uno per tutti gli intolleranti del suo Paese, il preludio alla sua scesa in campo.

Dal depliant:

“Case dalle linee semplici, soleggiate e lontane dall’umidità di piscine e aree fitness/wellness. Niente moquette, niente carta da parati, niente pitturazioni a rilievo, niente oggetti alle pareti, niente mensole e niente lana o piume.

Finestre sigillate. Climatizzazione acca ventiquattro con filtri HEPA (High Efficiency Particulate Air) in fibre sintetiche e in cellulosa, in grado di catturare particelle fino a un diametro di zero virgola tre micron.

Ristoranti con pasti poveri di istamina, alimenti zero glutine, cibi tagliati e cucinati con pentole, padelle e posate prive di nichel”.

Il primo villaggio allergia free (sempre dal depliant) nato dalla sola educazione ricevuta durante l’infanzia. Niente gessi, niente libri, l’allergologo fu infatti il suo unico maestro di vita. Una settimana sì e l’altra pure gli bucava l’avambraccio, glielo tatuava di geroglifici e glielo drogava di acari casalinghi, di pollini primaverili e di fumi urbani, fino a farglielo esplodere di rossore. Lui intollerante si grattava fino a scarnificarsi. L’allergologo lo osservava soddisfatto, come una sua creatura. Lo era.

Gli aveva insegnato a non avere contatti con il mondo. E venne ripagato. Giunto il momento fu l’allergologo a maneggiare per lui il denaro sporco. Come per conto di Dio. Dio si sa, è pulito.

Di Chet

Tratto da Erano – 26 racconti per gente che fu

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