A qualcuno piace classico

di Elisa Russo

A qualcuno piace classico

di Elisa Russo

A qualcuno piace classico

di Elisa Russo

A qualcuno piace caldo è un film del 1959, considerato uno delle migliori commedie del cinema statunitense: due musicisti assistono ad uno scontro fra gang per il controllo della città e del mercato degli alcolici (il film è ambientato nel 1929, in anni di proibizionismo) e per nascondersi son costretti a mascherarsi ed unirsi ad un’orchestra di sole donne.

Il titolo del film fa riferimento a uno scambio di battute sulla spiaggia fra Zucchero (Marilyn Monroe) e Joe (Tony Curtis):

“Vuol dirmi che suona quella musica moderna, il jazz”

“Già, il jazz caldo.”

“Ah beh, a qualcuno piace caldo… personalmente io preferisco il classico!”

Il jazzjass, era un termine volgare ed un po’ dispregiativo nato a Chicago nel 1915: letteralmente intendeva lo “scopare” ed identificava i comportamenti licenziosi diffusi in determinati quartieri e locali malfamati dove si esibivano musicisti con uno stile ben preciso.

Negli anni, il caldo jazz assunse un’accezione più ampia che identificò un nuovo stile musicale ed anche un’intera atmosfera culturale che si differenziava dalla tradizione classica della musicale occidentale.

Basata sui principi delle musiche delle comunità afroamericane, il jazz nasceva dall’improvvisazione, non era un lontano parente del blues e si diffuse rapidamente come musica strumentale da ballo. Ballata con stili di danza esuberanti e dinamicamente fisici, il jazz offre alle giovane coppie l’opportunità di scatenarsi in coreografie e movimenti che consentono per la prima volta di fare esperienza della musica con il corpo, suscitando in breve critiche razziste che accusano i giovani neri di star contagiando con i loro atteggiamenti sconvenienti anche adolescenti bianchi.

A partire da Ottobre fino al prossimo Maggio, le 139 poltroncine della Sala Cinema del Palazzo delle Esposizioni ospiteranno con cadenza quasi settimanale la settima edizione di A Qualcuno Piace Classicola rassegna che propone di (ri)scoprire capolavori e tesori meno conosciuti della storia del cinema. L’iniziativa è promossa dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, dall’Azienda Speciale Palaexpo e da La Farfalla sul Mitino ed ospitata all’interno degli spazi del Palazzo delle Esposizioni, interessati dal 2003 al 2007 dai lavori di ristrutturazione curati dallo studio ABDR e dalla sistemazione dell’allestimento e dell’illuminazione, curata da Michele De Lucchi.

Il concorso per Palazzo delle Esposizioni, era stato lanciato nel 1876 per provvedere alla costruzione di edifici significativi che attribuissero a Roma un carattere che più appropriato al nuovo ruolo della città, Capitale d’Italia.

Nel 1877 venne strategicamente indicata come area di progetto per il Palazzo delle Esposizioni Via Nazionale che, da quando era stata completata nel 1874 la costruzione della stazione Termini, era diventata il tracciato principale per collegare il nuovo snodo con il cuore della città.

Le polemiche e le indecisioni rispetto alle proposte presentate non furono poche e il progetto di Pio Piacentini fu nominato vincitore con un accomodante Sit quod vis simplex et unum che senza infamia né lode indicava il disegno sufficientemente schietto ed unitario rispetto ai desideri dell’epoca.

L’edificio venne inaugurato nel 1883 e impose sulla via un’imponente massa, lavorata con simmetrie e convergenze verso il centro, forme monumentali e elementi decorativi dal carattere aulico che conferirono al progetto uno stile neoclassico.

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