Qatargate, la rivincita del Parlamento europeo

Qatargate, la rivincita del Parlamento
sulle altre istituzioni europee

Sembrava un'assemblea inutile e invece il Qatargate ci fa scoprire un'altra verità:
l'Eurocamera conta eccome a livello globale soprattutto in termini reputazionali

di Claudio Rinaldi

Qatargate, la rivincita del Parlamento europeo

Qatargate, la rivincita del Parlamento
sulle altre istituzioni europee

Qatargate, la rivincita del Parlamento
sulle altre istituzioni europee

di Claudio Rinaldi
Qatargate

Qatargate, la rivincita del Parlamento europeo

Qatargate, la rivincita del Parlamento
sulle altre istituzioni europee

Sembrava un'assemblea inutile e invece il Qatargate ci fa scoprire un'altra verità:
l'Eurocamera conta eccome a livello globale soprattutto in termini reputazionali

di Claudio Rinaldi

Il Qatargate è la rivincita del Parlamento europeo sulle altre istituzioni comunitarie. Rivincita, sì… avete capito bene. Ma come – vi starete chiedendo – posso parlare addirittura di rivincita, di qualcosa di positivo rispetto a una vicenda così brutta, così penosa, così negativa? Poche righe e lo capirete.  

Nell’architettura istituzionale, il Parlamento è considerato da sempre l’istituzione europea meno importante. Non a caso si parla di deficit democratico, ovvero il diritto di iniziativa legislativa è riservato quasi esclusivamente alla Commissione e non all’Eurocamera. Peccato che solo quest’ultima sia eletta direttamente dai cittadini. 

E ancora: nel settore della politica economica e monetaria, i Trattati riconoscono all’assemblea parlamentare soltanto un diritto ad essere informata, mentre spetta al Consiglio Europeo – composto dai vertici di tutti gli Stati membri – un diritto di iniziativa di fatto. In materia di libertà, sicurezza e giustizia, il Consiglio poi ha adottato programmi operativi pluriennali, senza aver in alcun modo collaborato con il Parlamento. 

D’altronde i primi a riconoscere la loro subalternità rispetto alle altre istituzioni sono gli stessi eurodeputati che – con una risoluzione dello scorso 9 giugno – hanno proposto di codificare sia l’obbligo di essere consultati sia una competenza legislativa pari a quella del Consiglio

È giunto il momento – scrivono i deputati – di dar prova di una volontà politica più ambiziosa, riconoscere un vero e proprio potere di iniziativa legislativa diretta al Parlamento, e aprire una riflessione più ampia sull’iniziativa politica nel processo decisionale dell’Unione”. 
Tradotto: vogliamo contare di più

C’è infine un aspetto importante che attiene alla realpolitik. I politici italiani – e forse non solo – considerano ancora oggi il Parlamento europeo come un ripiego, un’assemblea di serie B. Se non si può andare a Roma, se Montecitorio o Palazzo Madama sono irraggiungibili – questo è il loro ragionamento -, allora può andar bene l’aereo per Strasburgo e Bruxelles. 

Dunque viene da chiedersi: perché Qatar e Marocco avrebbero cercato di influenzare proprio i rappresentanti europei meno importanti, quegli europarlamentari che approvano risoluzioni con un peso politico così ridotto?

Una possibile risposta l’ha data Philippe Lamberts – 59 anni, belga, capogruppo dei Verdi all’Eurocamera – in un’intervista al Corriere rilasciata il giorno dopo l’inizio dello scandalo. Lamberts riconosce alle risoluzioni del Parlamento il valore di semplici “opinioni”, ma aggiunge: “In termini di reputazione hanno un forte impatto sugli Stati che ne sono oggetto”. Il deputato dei Verdi ammette poi che c’è una certa pressione da parte delle Ambasciate “per influenzare o evitare questo tipo di risoluzioni”. 

Philippe Lamberts, capogruppo dei Verdi al Parlamento Europeo

Insomma i provvedimenti dell’Eurocamera non hanno un valore legislativo, ma pesano eccome dal punto di vista reputazionale tanto da interessare i Paesi extraeuropei, pronti persino a pagare mazzette per un giudizio clemente e non sfavorevole. 

Ed è questa la rivincita di cui parlavo per un’assemblea che pareva di serie B e che invece attrae migliaia di euro di corruzione… a meno che quello che abbiamo scoperto finora non sia solo la punta di un iceberg molto più grande… un iceberg coinvolge anche le altre istituzioni (come la Commissione) che abbiamo sempre considerato più importanti e più decisive per le sorti dell’Europa.

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