A SAUCERFUL OF COLOURS: IL VIAGGIO PSICHEDELICO NELLA MENTE DEL PROF. BAD TRIP
Palazzo Velli Expò, ospiterà fino al 3 dicembre A Saucerful of colours, una retrospettiva presentata da Tekè Gallery che omaggia uno dei più grandi esponenti dell’arte underground italiana a dieci anni dalla sua scomparsa: Gianluca Lerici, conosciuto come Prof. Bad Trip.
Più di 100 opere, disseminate lungo il percorso, offrono la possibilità di esplorare i venticinque anni di carriera del Prof. e mostrano la poliedricità di un artista che è stato capace di utilizzare con maestria e originalità arti e tecniche diverse tra loro: la scultura, il fumetto, il collage, la serigrafia e la pittura.
Nel sottosuolo underground in cui si muove Lerici, brulicano microrganismi mutanti, germogliano fiori acidi ed esplodono accecanti simmetrie di colori e forme che sono frutto di una visione distopica e surreale della realtà. Lungo tutta la rassegna si respirano i germi della controcultura Punk che, dagli anni Settanta in poi, si ribella alle imposizioni rigide della società tentacolare e asfissiante tipica dell’epoca. Ogni quadro contiene la denuncia feroce a un mondo sempre più spersonalizzato e delirante ma allo stesso tempo testimonia la ricerca di una nuova libertà interiore che prende forma attraverso le sperimentazioni visive, l’ironia e la particolare natura splatter o androide dei soggetti.
Tutto l’universo del prof. Bad Trip è un vero viaggio psichedelico che si anima, nel corso dell’esposizione, di sfumature sempre più accese e alienanti. Attraverso le lenti degli occhiali 3D anaglifi, offerti ai visitatori, la percezione della realtà si amplifica all’ennesima potenza e sembra di essere i protagonisti di un sogno malsano popolato da teste deformi collegate a tubi robotici, tra cervella e interiora esposte alla mercè di occhi curiosi. Sulla tela qualunque spazio utilizzabile è riempito da dettagli e texture che creano ritmi paranoici ed effetti visivi inafferrabili. Ogni soggetto è ben definito dai contorni marcati e risalta, sospeso, nella dimensione onirica in cui è immerso. Anche i ritratti, prevalentemente in acrilico, sono studiati adottando la stessa tecnica di composizione ma si fanno portatori di un valore aggiunto, caricaturale, fumettistico che risente dell’influsso di Jerry Cornelius e Andrea Pazienza. Il carattere irriverente accompagna, inoltre, la serie di collage in chiave pop, I potenti dell’impero androide, che hanno come protagonisti alcuni esponenti della politica mondiale: un Mao Tse-Tung sorridente compare al fianco di un Nixon in rossetto e un Hitler in cilindro osserva austero il Papa Buono. Non mancano, poi, le icone della musica e dello spettacolo: ad Enzo Biagi sommerso da una valanga di prodotti per la casa si sussegue il ritratto di Elvis che manda i suoi greetings dalle fiamme dell’inferno.

All’utopia disincantata dell’aldilà ultraterreno, Lerici contrappone una visione nichilista e priva d’illusioni in cui l’unico futuro possibile è un mondo che può mutare solo in peggio. Per la generazione emarginata e volutamente estranea alla massa che vive nell’abitudine di insicurezze e fragilità, andare oltre le frontiere mentali e fisiche diventa, dunque, l’unica via di fuga.
A conclusione della mostra, perciò, si propone un’esperienza immersiva che è in perfetta sintonia con la poetica e lo spirito del Prof. Bad Trip: nei sotterranei di Palazzo Velli, infatti, grazie all’uso di un visore, è possibile entrare letteralmente dentro ad una delle opere più famose della sua produzione, il Trittico Space. Il viaggio nello spazio, popolato da figure cyber-punk e insetti giganti, diventa un modo tutto contemporaneo per omaggiare la Visione di Lerici e oltrepassare, con la tecnologia, la barriera concreta della tela.

Tutto il repertorio di opere, suoni, sensazioni e immagini che emerge dall’incontro con la personalità del Prof. Bad Trip, permette di osservare da vicino, quasi come in una visione al microscopio, le molecole distorte di un’umanità compromessa, mutevole e malata. A Saucerful of Colours consente di esplorare la dimensione volutamente discostante e ossessiva di una subcultura che disorienta e confonde ma lascia un segno netto, forte e riconoscibile da tutti perché per tutti la vita a volte può essere un “cattivo viaggio” che va vissuto fino in fondo, attraversato fino alla fine.

di Maddalena Crovella, all rights reserved