PHONEY MUSIC ENTERTAINMENT, IL NUOVO ALBUM DI  JOHANN SEBASTIAN PUNK

di Redazione The Freak

PHONEY MUSIC ENTERTAINMENT, IL NUOVO ALBUM DI  JOHANN SEBASTIAN PUNK

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PHONEY MUSIC ENTERTAINMENT, IL NUOVO ALBUM DI  JOHANN SEBASTIAN PUNK

di Redazione The Freak

Si chiama Phoney Music Entertainment il nuovo disco di Johann Sebastian Punk, (nome d’arte del polistrumentista Massimiliano Raffa), e per chi come me non avesse mai sentito prima il nome di quest’artista, sarà pervaso di curiosità dal gioco ossimorico del suo nome. Così mi sono dedicato all’ascolto di questo disco. Un disco punk? Si anche. Un disco di musica classica? C’è anche quella. E convivono bene insieme? Sicuramente è questo quello che starete cercando subito di capire prima di sapere se ascoltare anche voi il disco; a dire il vero questi sono solo alcuni aspetti sonori di questo lavoro, dentro c’è di tutto ma veramente di tutto. Anche la psichedelia e la musica barocca e molto altro.

Il disco è un vero e proprio coacervo di sonorità apparentemente messe insieme senza un ordine, ma se si resiste all’acerbo impatto sonoro delle prime tracce l’orecchio si abitua e piano piano si riesce a percepire tutti i suoni e le espressioni stilistiche come elementi a sé stanti che prendono forma e senso più si va avanti con l’ascolto. Ascolto che, per quanto impegno ci si possa mettere, non risulta mai troppo facile e diretto, una vera e propria sperimentazione, imprudente sentenziare per il momento sull’esito di questo sperimentazione.

I nomi delle tracce aiutano a orientarsi un po’ nelle sonorità: il disco infatti si apre con “Mankind Blues” dove si posso percepire le tonalità più scure del blues, intervallate da momenti di musica classica, elettronica e da riff rock, il tutto sotto una voce che ricorda gli ambienti più dark della musica inglese. Questi toni drammatici e cupi che si ripresentano di traccia in traccia, vengono però interrotti frequentemente da veri e propri momenti musicali di vario genere o da brevi tracce strumentali di passaggio come è il caso di “In Search of Miraculous” per approdare a brani come “Samba de Segunda-Feira” che si potrebbe definire come una samba cupa e triste (ne avete mai sentita una prima d’ora?) peraltro cantata in portoghese.

Un ribaltamento di ogni concezione musicale consolidatasi nel tempo, ostico all’ascolto e concepito per pochissimi, forse nessuno al momento. Non è certo un album che si ascolta sui mezzi pubblici o che si può mettere di sottofondo mentre si spolvera la camera, vivamente sconsigliato anche come sottofondo musicale per tentare un approccio fisico in macchina con una ragazza dopo aver passato una bella serata.

Nonostante le difficoltà di ascolto per i più, però, il disco risulta sicuramente interessantissimo per chi ricerca da tempo capacità musicali, sperimentazione, innovazione rottura dei precedenti canoni musicali, elementi tutti presenti in questo disco, a volte anche solo in una singola traccia. Malati di musica e feticisti delle rarità underground: questo è, forse, quello che da tempo stavate aspettando. Buon ascolto.

di Tommaso Fossella, all rights reserved

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