PERFETTI SCONOSCIUTI – PUBBLICA, PRIVATA, SEGRETA: QUALE VITA SCEGLI DI MOSTRARE?

di Chiara De Dominicis

PERFETTI SCONOSCIUTI – PUBBLICA, PRIVATA, SEGRETA: QUALE VITA SCEGLI DI MOSTRARE?

di Chiara De Dominicis

PERFETTI SCONOSCIUTI – PUBBLICA, PRIVATA, SEGRETA: QUALE VITA SCEGLI DI MOSTRARE?

di Chiara De Dominicis

Prendi un gruppo di amici storici, quelli che conosci da una vita, con cui hai condiviso gioie, dolori, segreti (più o meno) e dalle cui madri hai preso più ceffoni che dalla tua. Amici fraterni che ti invitano a casa loro un sabato sera, per una bella cena accompagnata da un buon vino, un’eclissi di luna e tante risate. E vediamo che succede. C_4_articolo_2159281__ImageGallery__imageGalleryItem_0_image

I padroni di casa sono Marco Giallini e Kasia Smutniak, alle prese con una figlia adolescente ribelle che sembra preferire i consigli del padre a quelli della madre, una psicologa un po’ invadente e troppo apprensiva. Poi ci sono Lele e Carlotta, un funzionario espressivo e divertente con una moglie casalinga e mamma un po’ infelice; i due neosposi Cosimo e Bianca, tassista che nasconde pregiudizi ed incertezze lui, innamorata e sicura dell’uomo che ha sposato lei, e infine Peppe, insegnante di ginnastica disoccupato che partecipa da solo perché la sua nuova compagna pare sia malata.

Sono tutti attorno allo stesso tavolo, pronti a degustare una carrellata di prelibatezze, quando Eva (Kasia Smutniak) invita gli altri commensali ad una riflessione: la donna si dice convinta che tante coppie si lascerebbero se ogni rispettivo partner controllasse il contenuto del cellulare dell’altro. Così propone un bel gioco: ognuno dorà rendere pubbliche le proprie telefonate e i propri messaggi, lasciando il cellulare sul tavolo in bella vista. Un passatempo originale senza dubbio, ma innocente no? D’altronde perché ci dovrebbero essere segreti tra coppie sposate e coppie di amici?
Facile a dirsi.
Tre, due, uno: il massacro è servito. Niente è come appare e gli scheletri nell’armadio di ciascuno fanno a pugni tra di loro.

Dopo Tutta colpa di Freud (2014) e Sei mai stata sulla Luna? (2015), Paolo Genovese dirige una brillante commedia, che oserei definire dolceamara, sulla vita segreta che ognuno di noi custodisce, toccando i temi dell’amicizia, dell’amore e del tradimento. L’idea del regista è intelligente e purtroppo anche molto attuale: siamo tutti fragili e ansiolitici di fronte ad un oggetto che nasconde le nostre manie ed ossessioni, che ci crea dipendenza e che fondamentalmente custodisce tranquillamente le nostre vite parallele.

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D’altronde, un tempo la nostra bella vita privata, o segreta che dir si voglia, era custodita nella nostra memoria e probabilmente nella nostra astuzia. Ora è tutta rinchiusa nei nostri smartphone scintillanti di ultima generazione; se un tempo erano i muri a dover parlare, ora sono le sim a possedere la conoscenza del mondo.

Perfetti Sconosciuti è un film che richiama un po’ il teatro dell’assurdo, sia perché è effettivamente la storia si concentra tutta in un’unicità di tempo e di luogo, all’interno di una appartamento romano, sia perché è un film dove tutto è il contrario di tutto, dove ognuno può raccontare la propria esperienza, può fissare dei confini tra cose giuste e sbagliate, corrette e scorrette, disdicevoli o no, parlando di vite segrete, di quello che non possiamo o non vogliamo raccontare.

Tutti gli attori del cast interpretano personaggi dal carattere definito e inquadrato nei ritmi della trama, ma con una storia sentimentale e personale poco limpida. E con degli inaspettati intrecci. I protagonisti sono empatici, genuini e comuniacano attraverso un linguaggio molto semplice e fatto di sguardi. Merito sicuramente anche del loro talento. Anna Foglietta, Valerio Mastrandrea, Kasia Smutniak; per non parlare del mitico Marco Giallini: voglio dire, quale adolescente non vorrebbe avere un padre come lui che ti dà importanti consigli di vita a suon d’ironia? E poi c’è Edoardo Leo, prezioso elemento del cinema nostrano che negli ultimi anni ha fatto una scalata meritatissima e fenomenale. Io lo amavo dai tempi de Un Medico in famiglia, ma agli occhi del resto del mondo ne ha fatta di strada, eccome se ne ha fatta…

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In questa pellicola ci sono tutti i segni della classica commedia all’italiana: ti fa ridere, è spiritosa, ripercorre i temi dell’amicizia, il tradimento, il rapporto con i figli e i mille volti dell’amore, ma allo stesso tempo la morale è tosta: conosci veramente chi ti sta affianco? Hai qualcosa da nascondere? Siete veramente sicuri di poter vedere questo film senza insinuare innumerevoli semi del dubbio nell’altro?

Qualora fosse, intanto fate un bel check del vostro iPhone, verificate le impostazioni di notifica e armatevi di furbizia. Se proprio dovete, continuate con le vostre vite parallele, ma ricordatevi che una moglie o un marito traditi non sono come Tim Cook che si è rifiutato di forzare l’iPhone di uno dei killer di San Bernardino; no, loro non avranno bisogno di craccare un bel niente, ci saliranno sopra, ci balleranno una danza che manco Shakira, Beyoncè o Micheal Jackson, oppure, ancora meglio, una volta elaborato il lutto indosseranno un bel sorriso e andranno a farsi una passeggiata. Da soli.

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