Paolo Rossi
e gli Anni ’80

Paolo Rossi
Simbolo degli Anni '80

Pubblichiamo una lettera ricca di emozioni e ricordi
L'autore è un cinquantenne che nel '82 aveva 16 anni

di Berardo Berardi
di Redazione The Freak

Paolo Rossi
e gli Anni ’80

Paolo Rossi
Simbolo degli Anni '80

Paolo Rossi
Simbolo degli Anni '80

di Berardo Berardi
di Redazione The Freak
Paolo-Rossi

Paolo Rossi
e gli Anni ’80

Paolo Rossi
Simbolo degli Anni '80

Pubblichiamo una lettera ricca di emozioni e ricordi
L'autore è un cinquantenne che nel '82 aveva 16 anni

di Redazione The Freak
di Berardo Berardi

Che ad un certo punto si debba salutare e partire per l’ultimo viaggio è cosa che, a quanto pare, prima o poi tocca a tutti. Quando accade, questo genera tristezza e sofferenza in chi resta, nelle persone vicine, affetti, parenti amici. Quando ad andarsene è una persona più o meno celebre, questo genera un effetto più ampio, in quanto coinvolge anche tante persone che non conoscevano personalmente colui o colei che ci ha lasciato. Ognuno, in qualche misura, si sente toccato dall’evento. In questo surreale 2020, poi, ogni emozioni sembra aplificarsi.

Mi trovo ad osservare il fatto che, se il fenomeno è abbastanza analogo in ogni caso di persona famosa ci sono, tra esse, alcune di queste che hanno un impatto più marcato, più profondo.

Lo abbiamo visto pochi giorni fa, quando a lasciare questo mondo è stato Diego Armando Maradona. La sofferenza di due popoli, quello Argentino e quello Napoletano, è stata esplicita, latente, più che palpabile, a dir poco esplosiva. Ed anche chi Argentino o Napoletano non è, non è rimasto indifferente davanti a questa dipartita. Non ha fatto in tempo a placarsi l’eco della morte di Diego che, purtroppo, un altro evento funesto ha colpito un personaggio del mondo del calcio e la sua morte ha generato turbamenti e tristezze, soprattutto in noi Italiani. Tutti, questa volta, senza distinzioni.

Paolo Rossi, era un ragazzo come Noi”; così recita una canzone del 1986, di Antonello Venditti. Il verso è proprio dedicato a Lui. Di Paolo Rossi si è detto tutto e a più riprese, già quando era in vita. In queste ore e nei prossimi giorni, i ricordi le espressioni di cordoglio, di tristezza non faranno altro che tornare a raccontare quello che, negli ultimi quarant’anni abbiamo sentito, svariate volte e da più fonti. E ogni italiano ha, sicuramente, più di qualche ricordo legato alla figura di questo centravanti.

“Paolo Rossi era un ragazzo come noi”

L’eroe del Mundial 1982 in Spagna, quello in cui l’Italia arrivò, senza il favore dei pronostici, tantomeno della critica, degli addetti ai lavori e, se vogliamo, anche dei tifosi. E il clima ostile, peraltro, nella prima fase del torneo, si amplificò, sia per le prestazioni non brillanti della squadra, sia proprio a causa dell’utilizzo ossessivo di questo centravanti, da parte del commissario tecnico Berarzot, che lo volle pervicacemente e lo difese da tutto e da tutti. Paolo Rossi, aveva appena ripreso a giocare, a causa di una squalifica durata due anni, per via dello scandalo scommesse di due anni e mezzo prima, che lo avevano visto coinvolto. Scaduta la squalifica, aveva giocato appena tre partite con la Juventus che, nel frattempo, lo aveva rilevato dal Perugia e aveva anche segnato un gol. Ma era l’ombra di sé stesso. E non sembrò migliorare, nelle prime quattro partite. “La storia ci racconta come fini la corsa” altro verso di una canzone, questa volta “La locomotiva” di Francesco Guccini e che mi piace rievocare in questo caso. Ma fu una corsa che nessuno avrebbe pronosticato, alla vigilia della partita del mostruoso Brasile. I tre gol di Paolo Rossi annientarono lo squadrone ed il popolo verdeoro e ci lanciarono verso un trionfo che, dopo quel pomeriggio allo stadio Sarrià di Barcellona, cominciò a suonare ineludibile, nel cuore di ogni italiano. E così fu. Altra doppietta di Paolo Rossi, per far fuori la Polonia in semifinale e 3 ad 1 ad i tedeschi, con rete di apertura ancora del nostro Eroe. Chiunque abbia vissuto quell’estate, porta quelle emozioni tatuate nella mente e nel cuore.

Personalmente, anche per me è così. Ho avuto la fortuna di esultare due volte, per la vittoria del mondiale da parte dell’Italia. Nel 2006 è stato bellissimo. Ma quello che ho vissuto nel 1982, è un’altra storia. Sarà sicuramente perché avevo 16 anni e la spensieratezza di quell’età. Sarà che fu tutto magico ed inaspettato.

Ma credo ci sia dell’altro. Ed è questo altro che, oggi, rende questa dipartita così toccante, per milioni di Italiani. In quel momento non lo sapevamo, ma la vittoria di quel mondiale in Spagna era il suggello del fatto che l’Italia, venuta fuori dai difficilissimi anni ’70, gli anni dell’austerity, gli anni del terrorismo, era entrata in un’epoca d’oro: gli anni ’80. Anni in cui eravamo progressivamente più sereni, più ottimisti, più propositivi; anni in cui potemmo godere di un benessere importante; anni in cui la tecnologia cominciava ad allietarci la vita ed anche a facilitarcela, ma non ci aveva ancora soggiogato; anni in cui la musica leggera era ancora importante, ma meno impegnativa di quella degli anni ’60 e ’70. E, forse, gli ultimi anni in cui, se una persona avesse guardato al proprio futuro, lo avrebbe potuto fare con l’idea che una prospettiva di crescita, di miglioramento, di benessere era possibile; che i figli sarebbero stati meglio dei padri; che, nonostante la guerra fredda, l’umanità avrebbe fatto un salto di qualità.

Ecco, forse siamo oggi così provati, nel salutare Paolo Rossi, perché il suo ricordo ci riporta a quegli anni. Ci riporta a quei momenti e quello che sono stati, per molte generazioni. Ci riporta a quando eravamo felici e non lo sapevamo. E la tristezza, dunque, non è solo causata dal sapere che una persona celebre è andata via, ma che andandosene ci ricorda quello che è stato e che difficilmente tornerà.

Rimane il tuo sorriso, la tua gentilezza, la tua esultanza dopo quei gol, a farci compagnia. Tutto questo, non ci lascerà mai. E quindi, grazie di tutto. Ciao Paolo, fai buon viaggio.

3 risposte

  1. Molto bello ed emozionante per chi come l’autore dell’articolo ha vissuto ogni tappa di quel mondiale con tanta passione e entusiasmo!
    Pablito resterà per sempre nel cuore di tanti…RIP

  2. …. rimangono i ricordi ma anche una esperienza dalla quale attingere molto … al di là del calcio …! Quelli sì che erano momenti pregni di sostanza e. Non di forma …!

  3. La grandezza di un momento e di uomini di valori risiedono nella semplicità …vidi come ti sei sempre presentato ,ciao Paolo

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