Pallanuoto: Intervista a Francesco Di Fulvio

di Maria Marta Taurino

Pallanuoto: Intervista a Francesco Di Fulvio

di Maria Marta Taurino

Pallanuoto: Intervista a Francesco Di Fulvio

di Maria Marta Taurino

Francesco Di Fulvio, attaccante classe ’93 in forza alla RN Florentia, a dispetto della giovane età  occupa già  un posto di rilievo nello scenario della pallanuoto italiana: presenza stabile in Nazionale di categoria, ha esordito in Nazionale maggiore in World League a Palermo contro l’Olanda. Vanta in azzurro un Oro europeo U17, conquistato a Stoccarda nel 2010, e un 5° posto agli ultimi campionati mondiali U20 di Volos, nonché numerosi successi in vari tornei internazionali di preparazione.

Il giovane talento pescarese, dopo una brillante stagione nel campionato di A2 con la Roma Vis Nova (società  con cui ha conquistato anche il 2° posto alle finali nazionali U17), esordisce in A1 con la Rari Nantes Florentia, a fianco del fratello maggiore Andrea. Con la società  fiorentina raggiunge le finali U20, in cui si aggiudica il titolo di miglior marcatore con 24 gol.

Intervista a cura di Maria Marta Taurino

In una famiglia dedita alla pallanuoto, con padre allenatore e fratelli maggiori giocatori ai vertici, com’è stato il tuo approccio alla pallanuoto?

Ho iniziato con il nuoto, per poi passare alla pallanuoto all’età  di 14 anni. Da allora, è mio padre che mi ha aiutato in misura maggiore… ogni qualvolta gli chiedessi un parere, era sempre pronto ad aiutarmi! Ed è seguendo i suoi consigli che ho fatto sempre la scelta migliore: giocare nella Vis Nova, per poi passare, l’anno successivo, alla Florentia, ma anche tantissime altre cose.

Devo però riconoscere che, nella mia crescita sia come atleta che come persona, un ruolo fondamentale l’hanno ricoperto anche mia mamma e i miei due fratelli, sempre pronti anche loro a dispensarmi consigli.

La pallanuoto per te è…

Ora come ora, per me la pallanuoto è tutto. Io ho fatto tantissimi sacrifici e i miei genitori ne hanno fatti altrettanti per me: per la pallanuoto sono andato via di casa a 16 anni e devo dire che, specialmente i primi mesi, è stata molto dura… ma adesso sto bene, ed il merito è esclusivamente di mio fratello Andrea.

La lezione più importante che hai imparato da questo sport?

La più importante che ho imparato fin’ora è che dopo pesanti sconfitte, tra cui posso citare la finale nazionale U17 contro il Camogli o il quarto di finale ai mondiali U20 contro l’Australia, si deve subito rialzare la testa, non abbattersi, continuare ad allenarsi e assorbire tutti gli errori, perché è proprio dalle sconfitte che si migliora. Io sono ancora giovane e in merito ho ancora poca esperienza, ma la strada è ancora lunga e di porte in faccia dovrà prenderne ancora tante… so che dovrà sempre rialzarmi e continuare ad allenarmi come sto facendo.

Un atleta del tuo livello e della tua età, che ne pensa del binomio scuola-sport?

Secondo me scuola e sport ad alto livello possono essere conciliati, basta solo un po’ di buona volontà e, come in tutto, un po’ di sacrificio. Io ho la fortuna di frequentare un liceo scientifico sportivo, in cui chi pratica sport a livello agonistico viene tutelato, quindi mi permettono anche di prendere parte a sessioni mattutine di allenamento e saltare qualche ora di lezione in più.

Oro agli Europei U17, dopo supplementari e rigori, proprio il giorno del tuo 17° compleanno.

La medaglia d’oro conquistata a Stoccarda è stata una cosa unica! Solo io e i miei compagni di squadra possiamo capire la gioia che abbiamo provato in quel momento, dopo l’ultimo rigore. E il giorno della finale era proprio il mio compleanno: è stato il regalo più bello che potessi farmi e ricevere dai miei compagni.

E nella stagione 2010/2011 arriva l’esordio in A1. Come hai vissuto la tua prima partita?

La mia prima partita in serie A1 è stata al Foro Italico, contro la Lazio. Ero molto teso ed agitato, ma i miei compagni, e soprattutto mio fratello, mi hanno trasmesso quella tranquillità  e quella sicurezza che mi hanno permesso di disputare una buona gara.

Per quanto riguarda, invece, l’esordio in Nazionale maggiore?

È stata un’esperienza bellissima: avevo i brividi al momento dell’inno! Non ero abituato a trovarmi davanti ad un pubblico così numeroso, ma anche qui mi sono buttato l’emozione alle spalle e ho giocato senza pensare a niente.

 

Mondiali U20, purtroppo un quarto di finale sbagliato vi ha eliminato dalla corsa all’oro. Nonostante questo, che gruppo si è formato, in prospettiva di un ricambio generazionale in Nazionale maggiore?

Perdere il quarto di finale contro l’Australia è stata una brutta tegola, dato che ci ha tolto dalla corsa per una medaglia, che era quello che tutti ci aspettavamo.

Eravamo una squadra molto unita. Certo, si formavano dei gruppetti come in ogni squadra, ma quando si entrava in acqua ognuno dava la vita per aiutare il compagno.

Spero di rigiocare con molti di loro in futuro, chi lo sa, in una Nazionale maggiore, per lottare come sempre.

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