Come nasce l’associazione OLTRE? Che significato assume nel vostro quotidiano il desiderio di andare oltre l’illegalità e l’indifferenza?
OLTRE è un’ associazione studentesca che si propone di diffondere valori di antimafia e legalità all’interno del nostro contesto universitario. Per raggiungere questo fine abbiamo organizzato, e continueremo ad organizzare, eventi culturali, dibattiti e conferenze con chi ha deciso di dedicare la propria vita alla lotta alle mafie e con chi ne ha fatto strumento di memoria.
Per noi andare “oltre l’illegalità e l’indifferenza” significa sensibilizzare e sensibilizzarci al rispetto delle più “banali” norme, regole, convenzioni che disciplinano la nostra vita quotidiana, tramite l’esempio e la formazione di un acuto senso civico.
L’associazione che vi ha ispirati è Libera. Puoi raccontarci dell’esperienza nel campo di volontariato “E!state Liberi!”, a cui gran parte dei vostri associati ha partecipato, grazie al progetto VOLONTARIAMENTE dell’università LUISS?
L’obiettivo dell’iniziativa “E!state Liberi” è quello di valorizzare e promuovere il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, nonché la formazione dei partecipanti sui temi dell’antimafia sociale attraverso incontri di formazione con magistrati o parenti di vittime di mafia. Quest’esperienza permette di conoscere una realtà propositiva carica di aspettative, di progetti e soprattutto di speranza.
I campi a cui il progetto LUISS- VOLONTARIAMENTE- ci ha permesso di partecipare creano un forte legame tra i partecipanti, un vivo senso di comunità ma soprattutto di appartenenza: al termine del campo si sente la necessità di fare qualcosa di più, di non rendere quell’esperienza un caso isolato, di non fermarsi solamente al contributo dato in quella intensissima settimana. E’ così che è nata OLTRE.
Che valenza ha il culto della memoria all’interno della vostra associazione?
Crediamo fermamente che solo grazie alla memoria si possa costruire un futuro consapevole.
La nostra è la generazione immediatamente successiva al periodo delle Grandi Stragi: il rischio concreto è che i nostri coetanei percepiscano queste realtà come semplice storia raccontata, letta e forse anche studiata, senza però una reale consapevolezza di ciò che è davvero accaduto, dei cambiamenti radicali che ha comportato e delle profonde ferite che ha provocato. Per noi quindi memoria è sinonimo di consapevolezza.
L’acronimo Organizzazione Libera Testimonianze Racconti Esperienze racchiude in maniera diretta ed efficace l’essenza della vostra attività, dominata costantemente da un profondo senso di comunità. Qual è per i ragazzi di OLTRE il senso più attuale di comunità?
Per noi comunità significa vivere perseguendo un fine comune e determinato. Significa collaborare, cooperare, essere a disposizione l’uno per l’altro, credere fermamente in ogni attività, progetto, iniziativa della nostra associazione.
Il percorso associativo ha permesso a ciascuno degli associati di entrare in contatto diretto con storie, persone, luoghi di risonanza tristemente nota. Puoi raccontarci l’esperienza che maggiormente ti ha segnato in questi anni di associazionismo?
Incontrare Giovanni Busetta e ascoltare la sua testimonianza è stata sicuramente l’esperienza più toccante. Giovanni vive il paradosso di aver subito la morte del padre a causa della collaborazione con la giustizia dello zio. Giovanni ci ha raccontato con trasporto ed emozione cosa significa essere il nipote di Tommaso Buscetta, il Boss dei Due Mondi, ed essere il figlio di Pietro Busetta, ucciso barbaramente per mano di Cosa Nostra.
Lo spirito di OLTRE incarna perfettamente quella tensione morale verso la diffusione ed il rispetto della legalità a cui faceva tanto affidamento Falcone. A tal proposito, vuoi condividere con noi i prossimi obiettivi a medio e lungo termine dell’associazione?
La programmazione del nuovo anno è ricca di tantissimi progetti. Continueremo ad organizzare conferenze e dibattiti, ma soprattutto continueremo a farci conoscere e a diffondere quello in cui crediamo all’interno della nostra realtà accademica.
Siamo giunti alla conclusione di questa intervista e, come sempre, mi concedo il privilegio di una domanda più personale all’intervistato, affinché possa conoscerlo meglio mettendo in risalto il suo spirito critico. Credi, alla luce della tua esperienza, che la mafia sia una fatto umano estinguibile o, più tragicamente, la sua fine coincida con la fine stessa dell’umanità?
Citando Giovanni Falcone credo che la mafia sia un fenomeno umano e che come tale avrà una fine. Estirpare ogni singola radice ovviamente non è impresa facile, ma la mia esperienza come Presidente di OLTRE mi ha permesso di interfacciarmi con persone che della lotta alla Mafia fanno la loro ragione di vita, con persone che, sfidando la Mafia, rischiano quotidianamente la loro esistenza e con ragazzi (i nostri associati e non solo) che con consapevolezza e determinazione tentano di partire dal basso, dalla loro quotidianità e dalle loro relazioni sociali, per tentare di costruire un rete che faccia della legalità e del senso civico il filo conduttore.
di Enrichetta Glave, all rights reserved