Nymphomaniac VOL.1: Angoscia e lussuria di una donna triste

di Adriano Vinti

Nymphomaniac VOL.1: Angoscia e lussuria di una donna triste

di Adriano Vinti

Nymphomaniac VOL.1: Angoscia e lussuria di una donna triste

di Adriano Vinti

Lars Von Trier con Nymphomaniac ha vinto già da molti mesi, almeno sul piano pubblicitario: le notizie che sono state fatte trapelare, circa i contenuti pornografici di un film d’autore della durata colossale, hanno calamitato l’interesse di pubblico e critica ben prima che il film uscisse nelle sale degli altri Paesi europei e ora, infine, anche in Italia.

Il primo atto del film (il secondo uscirà a tre settimane di distanza dal primo), tagliato (e censurato) di un’ abbondante mezz’ora, comincia con il ritrovamento, in un vicolo buio, di Joe (Charlotte Gainsburg) da parte di Seligman (Stellan Skarsgård), anziano dai modi e dalla cultura borghese, che, viste le condizioni pietose della donna, decide di portarla con sé a casa e offrirle ristoro. Da qui parte la narrazione di Joe: sdraiata su un letto preparato per lei, racconterà a Seligman della sua ninfomania come farebbe una paziente con un analista: pungolata dalle interpretazioni e dalle analogie fornite dall’anziano, comincia dall’infanzia fino ad arrivare a un punto, ormai adulta, in cui il film si interrompe lasciandoci in attesa della seconda parte.

Nymphomaniac vol.1 e 2 è stato concepito come un’opera unica, pertanto una sua valutazione merita di essere posticipata alla visione della parte mancante, tuttavia ci sono tematiche che si riallacciano alla filmografia di Von Trier e che è possibile già ora sottolineare:

1. Ritroviamo la figura della donna martire: come la Nicole Kidman di Dogville o la Kirsten Dunst di Melancholia;

2. Il regista sembra proprio convinto che noi esseri umani siamo poco più che scimmie mosse da pulsioni che ci pilotano, e il cui soddisfacimento nel migliore dei casi porta alla sublimazione in sofisticate opere intellettuali o artistiche, con cui cerchiamo di arginare il caos, come quelle di Leonardo Fibonacci o di Johann Sebastian Bach;

3. L’amore, se esiste davvero, è sempre mosso da motivazioni basse, in senso morale e/o anatomico.

La mentalità apocalittica che sta dietro a queste convinzioni è chiaramente foraggiata da un enorme disagio psichico, se è vero che a tutt’oggi Lars Von Trier, come ha dichiarato Charlotte Gainsbourg in un’intervista, sul set ha un attacco di panico ogni cinque minuti.

Non era facile neanche per un fuoriclasse come l’autore comunque rendere godibile un film che, popolato com’è di scene di sesso, rischiava di diventare noioso come un porno patinato, e anche se questa prima parte manca di particolari guizzi narrativi (ma va menzionata la scena in cui compare Uma Thurman nel ruolo della moglie di uno dei molti amanti di Joe), sicuramente porta a casa il risultato di stimolare lo spettatore ad attendere con curiosità come, nella seconda parte, i nodi verranno sciolti.

 A cura di Adriano.

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