Cercare di dare un senso a questo giorno è davvero difficile. Cercare di esprimere quello che stanno provando moltissimi italiani è un’impresa impossibile. Perché tanto è già stato detto dalle 10:37 di stamattina, tutte le tv – non solo Mediaset – ne stanno discutendo da ore. Perché il rischio di essere banali, retorici è dietro l’angolo.
Ma non si può, io non posso non tentare di buttar giù quello che ho sentito e quello che – ne sono convinto – come me hanno sentito migliaia di persone. E non parlo solo di chi ha creduto nel sogno della rivoluzione liberale. O di chi l’ha votato, almeno una volta nella vita. O ancora di chi è cresciuto con i programmi di Canale 5, Italia Uno, Rete 4.
Parlo anche dei suoi nemici, anche loro oggi si sentono più soli. Degli odiatori che spesso grazie alla battaglia contro di lui hanno ottenuto un successo incredibile.
Ecco, per me così come per tutti loro, berlusconiani e non, questo è un giorno complicato, strano, sicuramente storico.
La morte di Silvio Berlusconi rappresenta uno spartiacque, ci sarà un prima e un dopo. È un unicum nella storia recente del nostro paese.
Lorenzo Castellani, professore di Storia delle istituzioni politiche alla Luiss, ha scritto un tweet, lo condivido parola per parola.
Qualunque strada politica o di pensiero si sia presa poi, la mia generazione è tutta unita da un unico fatto: siamo tutti figli, nel bene e nel male, di Silvio Berlusconi e di ciò che è stato come uomo, imprenditore, editore e politico.
— Lorenzo Castellani (@LorenzoCast89) June 12, 2023
“La mia generazione è unita da un unico fatto: siamo tutti figli, nel bene o nel male, di Silvio Berlusconi e di ciò che è stato come uomo, imprenditore, editore e politico”, scrive Castellani.
Sì, noi… nati a ridosso della caduta del Muro di Berlino, siamo tutti figli di Berlusconi. Forse più degli altri. Perché quando abbiamo visto per la prima volta la tv, Mediaset c’era già e il duopolio con la Rai era la normalità. Perché quando ci siamo affacciati alla politica, la seconda Repubblica era di fatto l’unica e la prima solo un ricordo da libro di scuola. Forza Italia non era più la continuazione ideale della Dc, ma l’unica casa dei moderati e dei liberali. Perché il Milan era già una squadra formidabile, la squadra da battere. Perché o stavi con lui o contro di lui.
Da oggi il mondo andrà avanti ovviamente come se nulla fosse, ma nulla sarà come prima. In politica, nel calcio, nell’editoria.
Grazie Cavaliere perché lei ci ha dato tanto.
In un paese di gattopardi, lei è stato un autentico innovatore.