-“Nonno, ma come hai fatto a stare al fianco di nonna per tutta la vita?”
– “L’ho scelta”.
Capitano cose, frasi, conversazioni che solo il tempo ti permette di apprezzare. Solo la vita che ti bevi ti consente di assorbire. Ed io, forse oggi, ho capito ciò che mio nonno voleva dirmi.
Ho capito che non tutte le persone che si amano stanno assieme. Che stare assieme non vuol dire avere qualcuno affianco, ma avercelo dentro. Che bisognerebbe innamorarsi non di quello che qualcuno ti da, ma del modo in cui ti fa sentire mentre tu pensi che ti stia dando qualcosa.
Non avevo capito che anche i sentimenti possono avere paura, a volte possono persino essere vigliacchi. Avevo erroneamente capito che le cose belle sono semplici e, invece, non lo sono manco per il cazzo.
Dovrei capire che di cuore uno ce n’è e che forse sarebbe il caso di darlo via a rate e non chiavi in mano, perché se poi le chiavi Lui se le perde a restare chiuso è il tuo, di cuore.
Avrei voluto capire che le persone sbagliate sono a volte persone giuste a tal punto da farti sbagliare e pensare che non sia giusto amare sbagliando. Avrei voluto capire, vorrei capire, vorrei far capire che amare in modo giusto qualcuno di sbagliato, non è meno condannabile di amare in modo sbagliato qualcuno di dannatamente giusto. Ma che poi, vorrei sapere, giusto o sbagliato per chi?
Capirei volentieri le persone che la smettono di tornare e, magari, cominciano a restare.
Sto capendo che, a volte, l’unico modo di non perdere qualcuno è lasciarlo andare.
-“Nonno, ma come hai fatto a stare al fianco di nonna per tutta la vita?”
– “La scelgo”.
Di Ilaria Supino
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