NoHayBanda, il nuovo disco di Fabio Recchia ed Emanuele Tomasi

di Tommaso Fossella

NoHayBanda, il nuovo disco di Fabio Recchia ed Emanuele Tomasi

di Tommaso Fossella

NoHayBanda, il nuovo disco di Fabio Recchia ed Emanuele Tomasi

di Tommaso Fossella

NOHAYBANDA: CHIUDETE GLI OCCHI E ASCOLTATE

Ottimo lavoro, quello che vede come fautori il duo Fabio Recchia ed Emanuele Tomasi e che prende il nome il nome della band stessa. Un disco dove sonorità core si fondono ad elettro jazz, sintetizzatori, poliritmie e vulcaniche batterie. Il tutto si mantiene in un perfetto equilibrio in grado di trasportare l’ascoltatore in mondi a lui ancora ignoti.

Dietro alla composizione di ogni singolo brano c’è Fabio Recchia mentre gli ottimi arrangiamenti sono stati curati da Emanuele Tomasi, un duo, questo, che può definirsi ormai consolidato dopo i precedenti lavori. L’ascolto di questo disco è vivamente consigliato a chiunque ami in ambito musicali: le contaminazioni, le fusioni, il ritmo, la psichedelia, il progressive, il movimento, il virtuosismo e il groove. Elementi tutti presenti in dosi massicce in un album di sette tracce, nessuna della quali però con durata inferiore ai cinque minuti. Difficile pensare che si tratti della sinergia di due sole persone tanti sono i suoni che escono da ogni singolo brano.

A stupire ancora di più è, inoltre, la mancanza di una consolidata generazione di artisti italiani che si sono prodigati in queste sonorità precedentemente. Se non avessi avuto modo di sapere anticipatamente chi si celasse dietro a questo lavoro, avrei potuto tranquillamente pensare questo disco come il frutto del lavoro di qualche “grande” del genere di area, non bene definita, nordica. Invece è con immenso piacere che possiamo attribuire il merito di questo piccolo gioiellino musicale a due artisti nostrani.

Provare a descrivere le tracce è molto difficile per più di un motivo, innanzitutto le tracce sono praticamente impronunciabili, composte tutte da tre lettere il cui significato per il momento resta ignoto ai più; poi perché si tratta di tracce esclusivamente strumentali dove si susseguono numerose sonorità e dinamiche che provare a concentrarsi su un singolo momento musicale mentre si viene trascinati via da questo fiume in piena di ritmi, groove e melodia risulta veramente difficile.

Il disco si può, in conclusione, definire riuscito in pieno, speriamo possa godere di una buona diffusione in un contesto, il nostro, dove l’innovazione, la sperimentazione ma spesso semplicemente la qualità, faticano a trovare il loro giusto spazio mentre Nohaybanda sicuramente ne merita parecchio.

di Tommaso Fossella, all rights reserved

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