NBA: Lock out, si chiudono i cancelli della NBA, si spalancano quelli del basket europeo

di Redazione The Freak

NBA: Lock out, si chiudono i cancelli della NBA, si spalancano quelli del basket europeo

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NBA: Lock out, si chiudono i cancelli della NBA, si spalancano quelli del basket europeo

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NBA: Lock out, si chiudono i cancelli della NBA, si spalancano quelli del basket europeo

Da qualche settimana, il tema predominante sulle bocche di tutti gli appassionati di pallacanestro è la possibilità  – ormai scarsa – che Kobe Bryant, uno dei migliori cestisti in attività, vada a giocare a Bologna, nella c.d. Basket City, sponda Virtus alla corte di Coach Alessandro Finelli.

È proprio a causa del lock-out, proclamato dai proprietari delle franchigie d’oltreoceano, che l’asso dei Los Angeles Lakers, insieme ad altri nomi illustrissimi del mondo NBA, si ritrovi ad essere al centro del mercato: con l’annuncio del blocco, squadre europee ed asiatiche hanno avviato trattative per aggiudicarsi i nomi più conosciuti della National Basketball Association (NBA). Il colpo più clamoroso è stato, per adesso, messo a segno dal Besiktas con Deron Williams, playmaker dei Nets, e Semih Erden, giovane che si è fatto conoscere in Europa con il Fenerbahce prima di candidarsi al Draft. L’Efes, altra squadra di Istanbul, ha preso Ersan Ilyasova, ex Bucks e Blaugrana, e Sasha Vujacic, famoso anche fuori dai 28×15 per il fidanzamento con la bella tennista siberiana Maria Sharapova. In Francia, a Nancy, è tornato Nicolas Batum, talentuosa guardia di Portland, che, grazie alla splendida stagione e al brillante europeo ha dissipato tutti i timori dei Blazers in merito ad un piccolo difetto al cuore. Coraggiosa la scelta di Boris Diaw, di giocare in seconda divisione a Bordeaux, squadra in cui è cresciuto e di cui è diventato presidente. Al di là  dei Pirenei, il Real Madrid è riuscito a firmare con Rudy Fernandez, guardia ancora sotto contratto con i Mavs, mentre in Italia l’Olimpia Milano ha riportato a casa Danilo Gallinari, ceduto dai Knicks a Denver.

Ma, in fondo, cos’è realmente questo famoso lock-out del quale tutti parlano?

Per capirlo bisogna fare un salto indietro fino al primo Venerdì di questo Luglio 2011, data coincidente con la scadenza del contratto collettivo,  che ha portato David Stern, commissioner della NBA, a proclamare il lock-out. Le posizioni dei proprietari delle squadre di pallacanestro americane, rappresentati da David Stern, e dell’Associazione dei giocatori, non potrebbero essere più lontane.

I punti principali della controversia, possono essere sintetizzati nella seguente maniera:

– Salary Cap. Per quanto riguarda il tetto salariale, i proprietari (che lamentano una perdita annuale di circa 370 milioni di $, con 22 franchigie su 30 in difficoltà) vorrebbero l’inserimento di un Hard Cap, ovvero un sistema inflessibile e senza le eccezioni attualmente presenti, che consentono in numerose circostanze il superamento del tetto imposto.

– Ripartizione degli introiti della NBA. Nel precedente contratto era prevista una divisione del 57% – 43% a favore dei giocatori. Attualmente i proprietari non sono disposti a concedere più del 46%, mentre i giocatori, dal canto loro, non vogliono scendere sotto il 54%.

E così, dopo il lock out del 1998/1999 (in cui l’accordo fu trovato il 6 gennaio, il giorno prima della deadline per la non cancellazione dell’intera stagione), la storia si ripete: cancellata la Summer League di Las Vegas, l’NBA Europe Live Tour non è stato nemmeno programmato e i giocatori che hanno deciso di giocare tornei di qualificazione per Londra 2012, l’hanno fatto scoperti da assicurazione in caso di infortunio.

A tutela delle franchigie, la FIBA ha proibito che i giocatori con contratto ancora in vigore (regola quindi non valida per i free agent) potessero firmare con altre squadre, a meno che non venisse presentata una “letter of clearance” da parte della NBA, a copertura di tutte le complicazioni legali. L’ostacolo è stato però aggirato con l’inserimento di clausole di opt-out (o NBA- Escape) che permettono ai giocatori di tornare in NBA non appena la stagione inizi.

Articolo a cura di Maria Marta Taurino e Agnese Santocchi

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