Nasce il Comitato Popolo Produttivo:
“Il governo ci ascolti”

Nasce il Comitato Popolo Produttivo:
"Il governo ci ascolti"

Dieci categorie unite in un unico grande contenitore:
"Rappresentiamo oltre 950 mila lavoratori. Siamo interlocutori affidabili"

di Redazione The Freak

Nasce il Comitato Popolo Produttivo:
“Il governo ci ascolti”

Nasce il Comitato Popolo Produttivo:
"Il governo ci ascolti"

Nasce il Comitato Popolo Produttivo:
"Il governo ci ascolti"

di Redazione The Freak
Popolo produttivo

Nasce il Comitato Popolo Produttivo:
“Il governo ci ascolti”

Nasce il Comitato Popolo Produttivo:
"Il governo ci ascolti"

Dieci categorie unite in un unico grande contenitore:
"Rappresentiamo oltre 950 mila lavoratori. Siamo interlocutori affidabili"

di Redazione The Freak

“Da questa sala lanciamo un appello al nuovo governo: fate quello che non hanno avuto il coraggio di fare gli altri prima di voi, aiutateci”. Dieci categorie di piccole e medie imprese si uniscono in un unico grande contenitore, il “Comitato Popolo Produttivo”. La conferenza stampa di presentazione mercoledì scorso 9 Novembre a Roma nella sala stampa estera di via dell’Umiltà davanti ai media e ad alcuni politici di maggioranza e di opposizione che hanno accolto l’invito.

“È un successo enorme essere riusciti a mettere insieme tutte queste sigle. Ora però pretendiamo di essere riconosciuti – dicono in coro i responsabili delle categorie – come interlocutori seri e affidabili, portatori di istanze e proposte concrete”.

Ci sono gli agricoltori, i commercianti, i balneari, gli ambulanti, i professionisti, “tutti uniti perché non c’è più tempo da perdere: la pandemia prima e la crisi energetica poi stanno mettendo a rischio migliaia di attività”. Per questo motivo, nasce il “Comitato Popolo Produttivo” che rappresenta oltre 950 mila lavoratori, strategici e indispensabili per l’economia del Paese. L’iniziativa, va detto, è completamente autonoma e non ha alcun colore politico.

Il primo a parlare è Claudio Maurelli, referente del comitato e portavoce dei Balneari: “Questa situazione è drammatica, non possiamo nasconderlo e così abbiamo deciso di metterci la faccia. Abbiamo fatto un patto tra noi, nessuno sarà lasciato solo”. Maurelli punta il dito in particolare contro “i sindacati politicizzati” che non sono mai stati in grado di risolvere i problemi delle piccole e medie imprese.

Le partite iva

“Per un imprenditore in passato aprire la partita iva era un sogno, adesso è diventato un incubo”, afferma Angelo Distefano (Le Partite Iva Italia). “I numeri lo dimostrano: erano otto milioni e mezzo, ora sono dimezzate perché pur pagando tutto è impossibile andare avanti così”.

Al nuovo governo il “Comitato Popolo Produttivo” chiede subito due misure economiche in grado di aiutare in poco tempo tutte le categorie interessate. La prima è l’immediata moratoria bancaria, fiscale e contributiva; la seconda è l’abbattimento dei costi di consumo energetico e dei carburanti. Due richieste accolte da Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, presente in sala: “Il governo ha dato subito una risposta al problema energetico con 30 miliardi di euro, ma siamo consapevoli che non basta – è il commento del senatore ed esponente di Forza Italia -. Oltre all’intervento nazionale, riteniamo che anche l’Europa debba fare la sua parte, come è accaduto con il Covid. Ci vuole un Pnrr anche per la crisi energetica”.

Imprese nautiche e balneari

Tra i temi trattatati durante la conferenza stampa anche quello delle concessioni: “Sono in scadenza nel 2023. Serve un intervento normativo perché altrimenti rischiamo di far chiudere migliaia di attività che hanno investito soldi e speranze in questi anni”, chiede Vico Vicenzi (Assormeggi Italia). Sulle concessioni Claudio Maurelli (Comitato Nazionale Balneari) afferma: “Stiamo già collaborando col governo per un’uscita dalla Direttiva Servizi definitiva e giusta, tramite un documento da consegnare alla Commissione Ue a cui farà seguito un documento dell’Avvoccatura dello Stato per fermare definitivamente le due sentenze politiche del Consiglio di Stato”.

La ristorazione e gli ambulanti

“Abbiamo messo insieme dieci categorie che fino a poco tempo fa non si sarebbero mai connesse”, è il commento di Cristina Tagliamento, Tni – Horeca Italia: “Io rappresento il mondo della ristorazione. Molti di noi sono costretti a scegliere se pagare l’affitto, i dipendenti, le tasse o i fornitori. Se non si interviene subito, scompariremo”. Dai ristoratori agli ambulanti: “Il nostro lavoro è usurante, vogliamo che sia riconosciuto come tale. Basta una tromba d’aria o una bomba d’acqua perché mercati e fiere vengano spazzati via. Negli ultimi anni è accaduto già troppo volte – sostiene Ivano Zonetti, Ana – Ugl – e nessuno ci ha mai aiutato”.

Gli imprenditori agricoli

Sull’emergenza climatica e i problemi creati da grandinate e trombe d’aria ha posto l’accento anche Stefano Giammateo, Aspal Lazio (Associazione produttori agricoli): “Abbiamo subito fenomeni calamitosi insostenibili che ci hanno causato danni diretti per diverse migliaia di euro. Servono investimenti per i ristori sulla siccità e sulla mitigazione degli effetti climatici, e poi un nuovo piano assicurativo nazionale che permetta agli agricoltori di coprire tutto il reddito aziendale annualmente da ogni avversità climatica, fitopatologica ed anche dai danni causati dalla fauna selvatica”.

A rappresentare gli imprenditori agricoli anche Rosa Silvana Abate, Copoi (Coordinamento produttori ortofrutticoli italiani): “Il nuovo governo deve tutelare il costo di produzione, è una battaglia di civiltà. Nella scorsa legislatura, un disegno di legge si è arenato al Senato, ora non si può più attendere. Bisogna anche rivedere i patti bilaterali che hanno fatto sì che il Made in Italy venisse bistrattato in tutti i modi”. Vincenzo Cummaudo (Difesa produttori agricoli Sicilia): “Non vogliamo più essere rappresentati dai sindacati. Adesso basta”.

Le famiglie

A portare la voce delle famiglie è Cristiano Fazzini di Ita.Li (Italiani Liberi): “Durante il Covid hanno stravolto la nostra quotidianità. Dunque chiediamo l’eliminazione totale del Green Pass. Anche perché molti di noi già prima della pandemia facevano fatica ad arrivare a fine mese, adesso è diventata davvero un’impresa”. E la colpa è anche, secondo Luisa Catellari (Federazione europea per la Giustizia), dell’Agenzia delle Entrate: “Il loro comportamento è da condannare”.

“Il Popolo Produttivo è solo all’inizio. Se non arriveranno risposte dal governo – è il messaggio conclusivo del comitato-, torneremo in piazza”.

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