MUSICA – Le distorsioni degli Awhyl, tra l’Italia e i Disclosure

di Paolo Pugliese

MUSICA – Le distorsioni degli Awhyl, tra l’Italia e i Disclosure

di Paolo Pugliese

MUSICA – Le distorsioni degli Awhyl, tra l’Italia e i Disclosure

di Paolo Pugliese

Oggi vi presentiamo “Distortion”, primo EP degli Awhyl, pseudonimo elettronico-sperimentale di Alessandro Spagna e Luca Brasili.
Spaziando dalla dubstep alla trap nei quattro brani dell’EP (per saperne di più sul loro progetto full-lenght continuate a leggere!) creano suoni potenti e puliti, adatti all’ascolto sia da parte di neofiti del genere che di esperti.


Ci siamo fatti spiegare come direttamente da loro.

Potete raccontare come nasce il vostro progetto?
Il nostro progetto nasce nel 2008. La nostra precedente band si era sciolta e volevamo fare qualcosa di nuovo e diverso prendendo spunto dal Dj Set + Drums di DJ-AM e Travis Barker. Abbiamo pensato di unire sonorità elettroniche con le ritmiche di una batteria acustica. Da lì la cosa si è evoluta passando da una elettronica di ispirazione Justice a sonorità più drum&bass/dubstep/hip-hop inglesi e americane. Ogni live/Dj set che abbiamo fatto, ogni DJ che abbiamo ascoltato è stata una lezione per crescere e raffinare il nostro show.

Cosa pensate di poter dare ad un genere come la trap/dubstep, che attualmente è in grande fermento e che ogni giorno sembra popolarsi di nuovi artisti?
Per quanto riguardano le sonorità abbiamo voluto mischiare nei generi degli elementi molto diversi tra loro. Cerchiamo sempre un elemento che ci piace e lo decontestualizziamo cercando così di abbandonare gli standard che il genere propone.

Quali sono gli artisti che maggiormente vi hanno influenzato nella stesura dell’EP? E a chi vi siete ispirati? Come siete arrivati a creare “Distortion”?
I nostri punti di riferimento musicali variano da SBTRKT a The Bloody Beetroots passando per Skrillex, Gesaffelstein, Flume e Disclosure. Non ci piace essere etichettati con un genere ma ci piace esplorare sempre di più diverse sonorità per creare prendere il meglio dai vari genere e tirare fuori una traccia. Distortion nasce in un momento dove avevamo il bisogno di esprimere le nostre idee musicali. Eravamo in sala prove e abbiamo iniziato a buttar giù qualche traccia per poi grazie a Bananophono raffinarle e creare un EP. Distortion, è un elogio al nostro passato da punk rockers rappresentato da chitarre distorte e ritmiche veloci ma racconta anche il nostro cambiamento verso le sonorità elettroniche.

Come vedete il futuro dell’elettronica, in un periodo dove le contaminazioni jazz e hip-hop sono ormai consolidate? Quale pensate sia la prossima “frontiera” del genere?
Quest’anno è stato il ritorno dell’house il prossimo ancora non sappiamo. Il bello della musica elettronica è un genere in continua evoluzione. Sicuramente per quanto riguarda la Trap Dubstep il progetto Jack ü ha dato una bella scossa a tutti i produttori eliminando i cliché del genere.

Dopo l’uscita dell’ EP avete in mente un progetto full-lenght?
Certamente, il nostro EP va descritto come punto di partenza dove abbiamo messo su carta le nostre idee di musica elettronica. Il prossimo passo sarà quello di fare un video musicale del brano “Distortion” e di concentrarsi sulla performance live. Sicuramente possiamo dire che il prossimo passo importante sarà quello di pensare ad un full album, che introdurrà sonorità ancora diverse ma soprattutto parti vocali.

Pensate di promuovere il vostro primo lavoro con dei live?
Si, sarebbe da folli non farlo. Il nostro live punta tantissimo sull’intrattenimento della gente e sulla “novità” di un live set accompagnato dalla batteria acustica. Cerchiamo di curare sempre nei minimi dettagli passaggi tra una traccia all’altra proprio come se fosse una performance teatrale. Ci piace intrattenere il pubblico vedendolo ballare, sudare, pogare. Quando c’è la possibilità puntiamo molto anche sui visual che accompagnano ogni traccia. Alla fine si esce sempre distrutti ma felici allo stesso tempo.

di Paolo Pugliese

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