Mi sono sopita
dopo un lungo pianto
in un broncio disossato
ch’era stato un tempo
un groviglio
di rovi e more selvatiche
dove eri solito
graffiarti
il cuore e le dita
ed io dipingermi le labbra, nude,
con il tuo sangue
fedele
e giocare a fare la donna
cullandomi nel grembo
le ordite speranze del mattino.
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