Meloni, una storia
di sinistra

Meloni, una storia perfetta
per la sinistra

Giorgia Meloni sarebbe perfetta per la sinistra
peccato sia di destra e questo dà fastidio. E non poco. 

di Claudio Rinaldi

Meloni, una storia
di sinistra

Meloni, una storia perfetta
per la sinistra

Meloni, una storia perfetta per la sinistra

di Claudio Rinaldi
sinistra

Meloni, una storia
di sinistra

Meloni, una storia perfetta per la sinistra

Giorgia Meloni sarebbe perfetta per la sinistra
peccato sia di destra e questo dà fastidio. E non poco. 

di Claudio Rinaldi

Giorgia Meloni sarebbe perfetta per la sinistra, peccato sia di destra e questo alla sinistra dà fastidio. E non poco. 

Mi spiego meglio. Per anni la sinistra ha decantato la parità di genere, l’importanza della donna nella società. Ha preteso di modificare il vocabolario. Insomma ha fatto credere di mettere al centro del suo programma il femminile in tutte le sue declinazioni. Ha fatto credere perché in fondo poi ha dato poco seguito alle parole. I segretari nella storia del Pd sono tutti al maschile e si contano sulle dita di una mano le donne con incarichi di peso nel partito.

Poi c’è la famosa “ascensore sociale”. Una volta la sinistra fondava la sua essenza su questo principio, ovvero sulla possibilità di migliorare il proprio status sociale durante il corso della propria vita. Un principio fondamentale di una società che voglia definirsi democratica e meritocratica. 

Ecco. Giorgia Meloni (e non “La Meloni” altrimenti le femministe si arrabbiano) è una donna che arriva da un quartiere popolare di Roma, la Garbatella. È partita dal basso, da una famiglia umile e ha fatto il suo lungo percorso che (se non ci saranno sorprese) la porterà dritta dritta a Palazzo Chigi. 

Ora mi chiedo: cosa c’è più di sinistra di questo? La mia è chiaramente una provocazione, ma se ci pensate bene l’ascesa sorprendente della leader di Fratelli d’Italia rappresenta ciò che di più sano e libero abbiamo visto negli ultimi anni nel nostro Paese. Un Paese schiavo troppo spesso di raccomandazioni, di scorciatoie e di scorrettezze.

Si può essere d’accordo o meno con le idee di Giorgia Meloni. Io, per esempio, sono un critico dello statalismo. Ma di certo una mente intellettualmente onesta non può non riconoscere alla futura premier il merito di esserci riuscita da sola, senza aiutini, senza ritocchini… 

Perché in un mondo in cui l’estetica conta sempre di più, Meloni con le sue occhiaie ha sorpreso tutti. Solo due o tre anni fa in pochissimi (uno lo conosco bene: il giornalista Antonio Rapisarda) scommettevano sul suo successo. 

Mi si dirà: però le sue ricette e il suo programma non sono di sinistra. No, non lo sono. Eppure anche su questo ci sarebbe da obiettare. Perché l’agenda sociale su cui lei ha puntato potrebbe benissimo rientrare nelle priorità della sinistra. Peccato però che la sinistra oggi abbia puntato su altro: ha pensato bene infatti di sostituire i diritti sociali con i diritti civili. Altrettanto importanti, chiariamoci. Ma forse non prioritari per tanti cittadini che, prima a causa della pandemia e poi a causa del caro bollette, faticano ad arrivare a fine mese. 

La sfida è ambiziosa. Vedremo se la prima donna presidente del Consiglio della storia della Repubblica sarà in grado di meritarsi il ruolo.

L’Italia e gli italiani ne hanno davvero bisogno.

Una risposta

  1. Claudio hai ragione , la tua analisi è giusta e vedremo come Giorgia Meloni riuscirà a governare e a cercare di risolvere i tantissimi problemi che sono sul tappeto. Faccio solo un appunto : peccato che come conservatrice sia amica di Orban, della Polonia ( che no è certo un paese democratico) e partecipi alle riunioni della estrema dx spagnola. Se si escludono questi piccoli e insignificanti particolari…..

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