Cospito e il divieto
al suo medico

Il medico di Cospito e il divieto
di parlare a Radio Onda d'Urto

Cospito può essere visitato dal suo medico
solo se il medico non rilascerà interviste a Radio Onda d'Urto

di Stefano Pazienza

Cospito e il divieto
al suo medico

Il medico di Cospito e il divieto
di parlare a Radio Onda d'Urto

Il medico di Cospito e il divieto
di parlare a Radio Onda d'Urto

di Stefano Pazienza

Cospito e il divieto
al suo medico

Il medico di Cospito e il divieto
di parlare a Radio Onda d'Urto

Cospito può essere visitato dal suo medico
solo se il medico non rilascerà interviste a Radio Onda d'Urto

di Stefano Pazienza

Nei mie ricordi sbiaditi delle aule di giurisprudenza, mi parve di capire che alcuni diritti, come quello alla libera manifestazione del pensiero e alla libertà di stampa,  potessero essere delimitati solo in casi eccezionali, e sempre da una legge applicata da un giudice.

Scopro soltanto ora che, invece, il famoso (e a volte famigerato) Dap (leggasi Dipartimento amministrazione penitenziaria) può contemporaneamente limitare la libera manifestazione del pensiero, la libertà di stampa, e il tutto magicamente senza che vi sia una legge a prevederlo!

Nella foto: Alfredo Cospito

Succede, infatti, che Alfredo Cospito sia un detenuto al 41-bis, che stia facendo uno sciopero della fame ed abbia già perso più di 40 chili. Succede che il suo medico di fiducia chieda di accedere al carcere per visitare il paziente. Succede, infine, che il Dap risponda che può andare (ammattendo quindi la necessità di visita medica), ma che se la dottoressa si permetterà di rilasciare interviste alla Radio “Onda d’urto”, tale permesso le verrà revocato e quindi non potrà vedere il paziente. 

Non voglio parlare di Cospito, delle manifestazioni degli anarchici, né in generale del 41-bis. Anche perché la vicenda è complessa e andrebbe analizzata su diversi piani.
Qui il tema è diverso, e forse non meno grave. 

Il Dap può certamente decidere, anche se con limiti molto spesso non rispettati, sulla vita dei detenuti, ma in questo caso sta ordinando ad un medico di non rilasciare interviste, peraltro solo ad una determinata radio, pena la revoca della possibilità di visitare un proprio paziente che è palesemente in uno stato di salute grave. 

In questi casi, peraltro, non si pone neanche il tipico problema della fuga di informazioni da parte del detenuto con l’ausilio di professionisti. Qui, infatti, si nega il diritto alla dottoressa di rilasciare interviste prima di fare visita al paziente. Inoltre, il DAP individua una specifica radio con cui non si può parlare. E la minaccia, ed è forse la cosa più grave, ricade su di un terzo, che, per quanto detenuto al 41-bis, per il proprio medico è un paziente bisognoso di cure. 

Anzi, in pratica il diritto alla salute di Cospito “dipende” dall’uso che il suo medico farà del proprio diritto di libera manifestazione del pensiero. “Mi dispiace, ma il tuo medico parla troppo, quindi ti punisco impedendoti di essere visitato!”. 

A prescindere dall’idea che si ha sul 41-bis in generale e sulla situazione di Cospito in particolare, qui si tratta del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che non decide su di un detenuto, ma sui diritti di un soggetto del tutto estraneo, “minacciando” il medico di impedirle di vedere il paziente.

Sullo sfondo vi è anche il messaggio alla radio Onda d’urto, che evidentemente (confesso di non essere un suo ascoltatore) ha questa imperdonabile colpa di parlare di carceri e di detenuti. 

Spero che il Ministro Nordio si renda conto della assurda assurda decisione del Dap e che ponga presto rimedio, altrimenti gli auguro di sognare per un mese di fila Marco Pannella che gli fa un discorsetto, e saranno certamente incubi.

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