Matrimonio all’italiana

di Isa Milk

Matrimonio all’italiana

di Isa Milk

Matrimonio all’italiana

di Isa Milk

Isabella & Guglielmo

annunciano il loro Matrimonio

che sarà  celebrato nella Chiesa di Santa Rita ad Attrasite (Na)

il giorno 18 settembre 2011

alle ore 18:00

La casa di Guglielmo è di fronte la chiesa di Santa Rita, su via Benedetto Croce.

La sua famiglia è conosciuta da tutti in paese. Dalla mia anche per aver avuto un rapporto di vicinato asfissiante. Mi sono sempre tenuta distante dalle dinamiche di matronato partenopeo. Guglielmo era più¹ debole in gioventù e soccombeva. Così ha scelto di sposare la figlia del dottore, l’unico di Attrasite. Ventotto anni di conoscenza, dieci di fidanzamento, otto vacanze in famaglia, cinque Natali dai suoi e un anello.

Ma qui siamo ad un matrimonio. Ai matrimoni si celebra l’amore.

Ogni celebrazione però cela una finzione e dell’ostentazione. Perciò sono contraria. Perciò mi tiro fuori.

Una condanna: la sua crocefissione.

Al sole.

Entro alle nove. Santa Rita. Il chiostro delle clarisse a croce. Verdi, affreschi e nostalgia. Don Enzo mi aspetta e insiste affinché legga la prima lettura durante la cerimonia. Mi oppongo. Ad ogni perché risponde con un come. “È un dovere”. Insiste mi arrendo prima che inizi di nuovo con la questione di “Giuda in paradiso”.

Attraverso l’asfalto. Cinquanta passi. Sento rumori provenire dal mio soggiorno. Vedo mani alzarsi al cielo. Schiaffi, piatti e sedie contro i muri. Una parrucca nera volare dal secondo piano. Due giovani ballare dietro la tenda del salone.

Citofono insistentemente. Urlo a ladri!ladri!aiuto!aiutatemi!

Guglielmo mi apre alla svelta e chiede di tacere. Un signore distinto sulla cinquantina è seduto sulla poltrona della mia stesura.

–  Gabriella ti presento Maurizio, il mio

–  Ragazzo. Guglielmo sei impazzito sembra una discoteca gay? Come ti sei permesso di entrare in casa mia! Quelle chiavi le diede mia madre alla tua quando ero via. Quando aveva paura di morire in solitudine. Pazzo pazzo pazzo!

–  Calmati. Si sfogati, picchiami ma calmati. Non ti ci mettere pure tu. Non avevo il tempo per spiegarti o chiedere consensi. Non sapevo dove metterli tutti. E poi come sai che Maurizio.

–  Uno. All’universitàà lo sapevano tutti e ti conosco da quando sei nato. Ti ho visto crescere. Mi rubavi le barbie, Guglie’. Ora non so che vuoi fare della tua vita . Ma non penso che la tua famiglia e quella di tuo suocero sarebbe felici di vedere questo scenario carnevalesco!

uuuh! Mi so’ ammosciate ‘e zizz! Piacere, Andrea!!! tu sei la sua amichetta di infanzia? Quella frigida e zitella? Uh, Gesù se continui così t’acciri a salut’.

Non parla correttamente. Non è neanche educato. Forse vive travestendosi o forse si sente donna. Forse vuole esasperare la condizione di Guglielmo. Forse non ha regole, schemi e pregiudizi. Ma c’è qualcosa negli occhi blu con kajal. Nelle labbra carnose e marcate dal gloss che mi costringono a fissarlo. Andrea è perfetto. Ha un taglio asimmetrico e continua a spostarsi il ciuffo mentre rassegnati aspettiamo che si faccia ora di pranzo. Dopo tutti andranno via. Avevano concordato così da mesi. Maurizio e i suoi più cari amici spariranno per lasciargli vivere la vita che tutti si aspettano da lui. Maurizio continua ad abbracciarlo come fosse l’ultima volta. Come se davvero uscito da quella porta fingerò  di non conoscerlo. Di non aver condiviso la sua seconda vita con un ragazzo dalla mente e lo spirito brillante. Maurizio era rinato e sapeva che sarebbe rimasto l’unico suo uomo. Per sempre.

Pianti. Abbracci. Aneddoti.

Ascolto come se da un momento all’altro una voce mi chiedesse di raccontare quella storia, un giorno. Sento la spossatezza. Sento l’adrenalina dello scrittore. Un microrgasmo in ogni parte del corpo. Avrei preso una penna ma c’era ancora da vivere.

Andrea si avvicina. Mi supplica di cucinare qualcosa, “uno spaghetto di uno dei migliori chef d’Italia non potevo rifiutarlo. Gli indico la cucina.

 

Remedios è Gabriella Ferri

Si è scelto il vinile per accompagnare la creazione culinaria. Saltano gli spaghetti. Mi prende il braccio. Sento il profumo Narciso Rodriguez. Il mio su di lui. Sulla sua pelle. Poggia la mano sul bacino e canticchia all’orecchio. Poi una giravolta. Un’altra e una ancora. Canta con me. Canta con me.

Mi lascia vicino l’isola d’alluminio. Prende uno spaghetto e soffia forte. Ancora di più. Lo gira intorno al mio anulare:

Mia Principessa

di Isa Milk – All rights reserved

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati