Manconi: “Il 41bis
è un regime illegale”

Manconi: "L'attuale 41bis
è un regime illegale"

Intervista a Luigi Manconi, voce tra le più influenti sulla tutela dei diritti:
"Il 41bis di oggi non è coerente con lo spirito della norma"

di Stefano Pazienza

Manconi: “Il 41bis
è un regime illegale”

Manconi: "L'attuale 41bis
è un regime illegale"

Manconi: "L'attuale 41bis
è un regime illegale"

di Stefano Pazienza
Manconi

Manconi: “Il 41bis
è un regime illegale”

Manconi: "L'attuale 41bis
è un regime illegale"

Intervista a Luigi Manconi, voce tra le più influenti sulla tutela dei diritti:
"Il 41bis di oggi non è coerente con lo spirito della norma"

di Stefano Pazienza

Luigi Manconi è tra le voci più influenti in Italia rispetto alla questione della tutela dei diritti. Fondatore dell’associazione A Buon Diritto e del Comitato per il diritto al soccorso, è stato a lungo parlamentare e presidente della Commissione parlamentare straordinaria per la promozione dei diritti umani.

Le sue posizioni sul sistema carcerario in generale sono note. Per questo motivo The Freak lo intervista sul tema del momento: 41bis e vicenda Cospito.

LUIGI MANCONI

Manconi, lei ha una posizione certamente minoritaria nell’opinione pubblica italiana, almeno stando ai sondaggi. Ci spiega perché ritiene il sistema del 41bis non compatibile con i principi di civiltà?

“Non voglio prendere una posizione sul sistema del 41bis in quanto tale e sulla sua utilità in astratto. Mi limito ad osservare che il 41bis non è stato pensato come un carcere più duro, ma come un sistema per evitare che il detenuto potesse avere contatti con l’esterno e continuare così a comandare dall’interno della cella. Serve quindi a recidere in contatti tra il detenuto e la criminalità organizzata. 

Nel concreto, invece, si trasforma in un trattamento inutilmente ed eccessivamente afflittivo, e con ciò si tradisce quello che è lo spirito originario della norma che ha introdotto il 41 bis”. 

Chiedere l’abolizione del 41 bis non significa fare un favore ai mafiosi? Questa è una delle principali critiche che vengono mosse a lei e a chi ha questa posizione.

“Ma se il regime del 41bis fosse realmente coerente con lo spirito della norma, se fosse un sistema certamente ultra-contenitivo, ma semplicemente finalizzato a recidere i contatti con l’esterno, permettendo al contempo al detenuto l’esercizio del diritto alla salute, allo studio, ad un ambiente salubre e adeguato, allora non vi sarebbero particolari problemi nel suo mantenimento.

E’ questo modo di applicare il 41bis, che si trasforma in una forma di detenzione particolarmente afflittiva e limitativa dei diritti dei detenuti, che lo ha fatto diventare un sistema di fatto illegale”.

Abbiamo letto in questi giorni sui sui giornali conversazioni, esternazioni, che Matteo Messina Denaro ha fatto con la polizia penitenziaria o il personale medico. Questa fuga di notizie non è una violazione delle regole del 41bis, un regime che – come ci ha appena spiegato – nasce invece proprio per evitare che la voce del recluso esca dalle mura del carcere?

“Lo è certamente. Come dicevo prima, in questo modo si vanifica quello che è lo scopo del 41bis, permettendo al detenuto di mantenere i contatti con l’esterno, sebbene in modo indiretto”.

Veniamo alla vicenda Cospito. Il Governo certamente si trova in una fase difficile. Il 41bis è stato deciso dal ministro precedente (Cartabia), ma il Governo lo sta difendendo a spada tratta con lo slogan “non si tratta con i terroristi”. Ma così c’è il rischio concreto che Cospito possa morire in carcere. Cosa dovrebbero fare secondo lei la Meloni e il ministro Nordio?

“La stessa Direzione Nazionale Antimafia ha indicato come possibile soluzione il trasferimento di Cospito al regime di alta sicurezza. Questa soluzione alternativa permetterebbe comunque di proseguire con l’esecuzione della pena in una situazione di alto controllo da parte dello Stato”.

A Cospito è stato prima impedito di tenere una foto dei suoi genitori defunti in cella; poi al carcere di Opera gli sono stati tolti libri, quaderni e materiale per scrivere. Ora in via precauzionale è stato trasferito in ospedale, mantenendo però il regime del 41bis. Che senso hanno queste misure, hanno una logica, secondo lei?

“Queste sono alcune delle afflizioni inutili di cui parlavo prima. Sono punizioni che si aggiungono alla punizione principale e che non hanno alcun senso rispetto alla finalità del 41bis.

In questo modo si sottopone Cospito (e tutti i detenuti che hanno lo stesso trattamento) ad una violazione dei suoi diritti umani, violazione non giustificata dalle pur legittime ragioni punitive dello Stato”. 

Il Dap ha impedito al medico curante di Cospito di rilasciare interviste alla radio sulla sua vicenda (ne abbiamo parlato in un articolo e siamo stati tra i pochi), minacciando in caso contrario di revocare il permesso di visita al detenuto. Ritiene il comportamento del Dap legittimo?

“Derubricherei tale vicenda ad un eccesso di zelo da parte di qualche funzionario del DAP”. 

Cospito ha già detto che non vuole essere sottoposto a nutrizione forzata e non accetta trattamenti salvavita. Oggi come detto è stato trasferito in ospedale, ma se dovesse trovarsi in una situazione di incapacità di esprimersi e in pericolo immediato di vita, secondo lei cosa farà la magistratura di Sorveglianza e la direzione carceraria? Lo sottoporrà a cure forzate? E in tal caso, non si sta affermando che il detenuto non ha gli stessi diritti di decidere sul proprio corpo che ha un uomo libero?

“Non può accadere che Cospito venga sottoposto a trattamenti sanitari contro la sua volontà. Quand’anche si trovasse in una situazione di impossibilità di esprimersi, la sua posizione è chiara ed è stata esplicitata più volte: Cospito non vuole ricevere trattamenti sanitari salvavita. La Costituzione e la legge tutelano questo suo diritto e nessun magistrato può limitarlo; sono diritti che valgono sia per le persone libere sia per i detenuti in eguale misura”.

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