Limbo mediterraneo
Non possiamo raccontare la morte
solo immaginarla
intrisa nelle pagine bianche dei giornali
dove i volti di quei neri bimbi
piovono sulla polvere pruriginosa che si stende
fino al mare
fino all’ultimo grido sparso per le strade.
Si scappa e si fugge
la pelle nera, bianca o del sapore
dell’oliva
inneggiando a Dio ognuno con un nome diverso
creando solo la stessa corazza di membra cosparse
sull’asfalto
a guardare erba cattiva mitigare i riflessi
della vita.
Deserto e sabbia restano dentro
coltivando speranze
e miserie
aggrappate alla pancia
come la paura di vivere
per poi morire qua
non di fame
ma di illusione.
di Pietro Maria Sabella All rights reserved