L’evoluzione dei blockbuster estivi: da Lo Squalo ad Avengers Endgame

di Matteo Tarascio Breveglieri

L’evoluzione dei blockbuster estivi: da Lo Squalo ad Avengers Endgame

di Matteo Tarascio Breveglieri
L'evoluzione dei blockbuster estivi: da Lo Squalo ad Avengers Endagame

L’evoluzione dei blockbuster estivi: da Lo Squalo ad Avengers Endgame

di Matteo Tarascio Breveglieri

Questo weekend ha piovuto a Roma. Una di quelle bombe d’acqua estive che fa passare la voglia di mettere il naso fuori casa. Quando succede, io metto su un film, ovviamente.

Domenica è stato il turno de Lo Squalo (Jaws), film che non vedevo da anni e che mi ha fatto pensare a quanto l’industria cinematografica sia cambiata dal cosiddetto “primo blockbuster estivo” ad oggi, e a come alcune cose, invece, non siano cambiate affatto. Vorrei in particolare confrontarlo con il più recente blockbuster estivo, Avengers: Endgame che, tra le altre cose, qualche giorno fa è diventato il film che ha incassato di più nella storia.

L’esordio nelle sale cinematografiche americane di Jaws nel giugno 1975 – in Italia uscì solo a dicembre – segnò un punto di svolta per il cinema moderno. Precedentemente, infatti, gli studios hollywoodiani evitavano di far uscire i film con maggior potenziale di box office durante i mesi estivi, considerati poco redditizi e dove venivano relegati film di serie B. Jaws cambiò tutto questo con una campagna pubblicitaria senza precedenti: incessanti spot televisivi con la celeberrima colonna sonora di John Williams, la promozione del romanzo originale per farlo leggere a più persone possibili prima dell’uscita del film, e un lancio in contemporanea in oltre 400 sale cinematografiche statunitensi – rivoluzionario, dato che la prassi era di proiettare la pellicola in una decina di cinema per almeno una settimana prima della “nationwide release”.

Fu la prima volta che un film, mesi prima della sua uscita, era già entrato nell’immaginario collettivo: tutti già conoscevano le musiche, i personaggi e alcune delle loro battute più memorabili (“You’re gonna need a bigger boat” ecc.). Questo film segnò anche un cambiamento nelle dinamiche tra studios e registi/attori: la campagna pubblicitaria di grande successo convinse gli studios che l’aumento graduale del numero di sale in base alle recensioni e all’apprezzamento del pubblico potevano essere sostituite da un’enorme blitz promozionale e un lancio simultaneo in tutti gli states; se prima il focus di un film di successo erano le star presenti, lasciando tutto il resto in secondo piano, Spielberg evitò appositamente superstar Hollywoodiane per far sì che gli spettatori potessero immedesimarsi meglio. Questo, nel lungo periodo, ebbe l’effetto di concludere l’era delle vere e proprie star del cinema, diminuendo la loro importanza e dandone sempre di più agli studios e ai vari franchise – oggi i film non vengono più finanziati semplicemente perché il Marlon Brando di turno ha mostrato interesse nel progetto.

Avengers: Endgame non potrebbe sembrare più diverso. Conclusione di un arco narrativo durato 21 film e 11 anni – diciamocelo, fino ad ora il filo conduttore del Marvel Cinematic Universe è stato Iron Man – si fa forza di un budget stratosferico: anche tenendo conto dell’inflazione, i 356 milioni di dollari di Endgame superano notevolmente i 9 serviti per produrre Jaws. E ancora, in Jaws i personaggi principali sono 3 – Brody, il capo di polizia di una cittadina costiera che odia il mare; Quint, il cacciatore di squali veterano della seconda guerra mondiale; e Hooper, oceanografo di famiglia ricca ossessionato dagli squali – mentre se dovessi fare una lista dei vari Avengers, staremmo qui fino a domani. Se da una parte Endgame porta i nostri eroi in giro per la galassia – pure con viaggi nel tempo – Jaws si svolge interamente nella “tranquilla” Amity Island e gran parte del film è passato dai tre protagonisti a bordo della barca di Quint, a caccia dello squalo.

Oppure vogliamo parlare di quanto sia violento Lo Squalo, pur essendo stato pubblicizzato all’epoca come  un blockbuster per tutti? Non solo uno dei protagonisti viene fatto a pezzi dall’eponima bestia, ma un bambino viene letteralmente sbranato vivo in pieno giorno – e ammetto che farebbe abbastanza ridere se qualcosa di simile succedesse in un film Marvel, dove la maggior parte delle morti avvengono in modo quasi asettico.

Ma a prescindere dagli avanzamenti tecnologici visibili negli effetti speciali di Endgame o dal diverso ritmo di due film di epoche diverse – in Jaws lo squalo si vede chiaramente solo dopo un’ora di film – varie cose accomunano questi film. Innanzitutto, entrambi danno agli spettatori due ore o più di intrattenimento con spettacolari effetti speciali: posto che gli effetti pratici usati nella pellicola di Spielberg siano ancora sorprendentemente buoni (perché, appunto, pratici), non dimentichiamo che Lo Squalo ha creato una mania per questi predatori che ha portato a una diminuzione del turismo balneare e, si dice, all’uccisione di migliaia di squali durante tornei di caccia di questo pesce “incompreso”.

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Ma la vera costante tra tutti i blockbuster è sempre una: la gente ama personaggi interessanti più di qualsiasi altra cosa. Da Quint che racconta la sua vicenda a bordo della USS Indianapolis a Capitan America che finalmente solleva il martello di Thor (eh, spoiler?), quello che importa il più delle volte per il successo di un film è non tanto la trama – spesso non il punto di forza dei blockbuster – quanto vedere personaggi memorabili in situazioni straordinarie. E mi rendo conto che sia un’affermazione banale, però c’è gente che ancora si stupisce del fatto che Fast&Furious abbia 9 film: la verità è che finchè si hanno dei personaggi accattivanti, puoi tirare pugni a siluri, avere paradossi temporali grazie a fisica quantistica (?) o far saltare in aria uno squalo con una bombola da sommozzatore. Se a fare queste cose sono Hobbs in Fate of the Furious, Iron Man in Endgame o Brody in Jaws, la gente perdonerà qualsiasi esagerazione.

di Matteo Tarascio Breveglieri, all rights reserved

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