Letta, il Pd
e i giovani

Letta, il Pd punterà finalmente
sui giovani?

Il discorso del nuovo segretario Dem fa ben sperare Ma sarà davvero così? Ne abbiamo parlato con un membro dei Giovani Democratici

di Simone Pasquini

Letta, il Pd
e i giovani

Letta, il Pd punterà finalmente
sui giovani?

Letta, il Pd punterà finalmente sui giovani?

di Simone Pasquini
Letta

Letta, il Pd
e i giovani

Letta, il Pd punterà finalmente sui giovani?

Il discorso del nuovo segretario Dem fa ben sperare Ma sarà davvero così? Ne abbiamo parlato con un membro dei Giovani Democratici

di Simone Pasquini

Sono passate poco più di 24 ore dall’elezione di Enrico Letta come nuovo segretario del Partito Democratico, ma già la maggioranza di governo si sta dividendo su alcuni dei temi toccati dal neo-segretario durante il suo discorso di candidatura, come ad esempio la spinosa questione dello ius soli.

A prescindere dalle inevitabili polemiche del momento, una cosa è certa: bisogna riconoscere al nuovo segretario il merito di aver affermato con forza e convinzione, in poco più di un’ora di discorso, la necessità di un cambiamento radicale. Una frase in particolare, diretta ai propri colleghi, ha suscitato molto clamore: “Voi non avete bisogno di un nuovo segretario, ma di un nuovo partito”. C’è qui una chiara presa di coscienza della profonda crisi che sta attraversando il principale partito della sinistra italiana, ed è chiaro l’invito da parte del segretario a prenderne atto.

Letta ha esposto con chiarezza quali sono i punti sui quali il Partito Democratico ha il dovere di confrontarsi e riscoprire i propri ideali, la propria vocazione riformista. Ambiente, economia, parità di genere e divario generazionale sono solo alcuni dei temi sui quali Enrico Letta ha invitato il suo partito ad una profonda riflessione.

La parola d’ordine evocata dal segretario è una: cooperazione. La complessità della situazione è seconda solo alla profonda tragicità che ha segnato “l’anno peggiore della storia repubblicana”. La cooperazione deve diventare il leitmotiv che fa da sottofondo a quella che si preannuncia una difficilissima operazione di ripensamento del partito e, più in generale, del ruolo della politica nella gestione del Paese.

Nel giro di poco più di anno si terrà non solo il G20 – che vedrà l’Italia presidente di turno – ma anche quel fondamentale progetto che è la Conferenza sul futuro dell’Europa, ed il nostro Paese deve mostrarsi pronto per fare in modo che questi eventi costituiscano l’occasione per definire il futuro delle prossime generazioni italiane ed europee. 

In merito alla questione delle nuove generazioni, sono state spese importantissime parole riguardo la questione dei giovani. Poiché chi scrive è direttamente interessato alla questione, in quanto, per rifarmi alle parole di Enrico Letta, appartenente alla categoria dei giovanissimi sottorappresentati in un Paese dove ormai la grande maggioranza degli elettori è ultraquarantenne, non potevo rimanere indifferente nel sentire finalmente denunciati i “problemi” che i giovani di sinistra oggi vivono con quelli che dovrebbero essere i propri referenti politici.

Ho avuto la possibilità, riguardo questo punto, di scambiare qualche parola con Alfredo Marini, Segretario Regionale dei Giovani Democratici del Molise e membro della direzione nazionale dei GD, che mi ha fornito un prezioso punto di vista dall’interno.

Perché, dati alla mano, quella che dovrebbe essere la più grande forza progressista del Paese non riesce ad attirare i giovani? Posta così la questione, ed è in effetti è così che il neosegretario l’ha presentata, sembra quasi che il PD sia alla fine riuscito a chiudere ogni canale di comunicazione con la base da cui avrebbe potuto attingere gli statisti di domani, allontanando tantissime ragazze e ragazzi dal mondo della sinistra.

Secondo Alfredo un giovane elettorato di sinistra è qualcosa di ancora vivo in questo Paese, e che in quasi tutto il territorio nazionale esso produce costantemente giovani desiderosi di impegnarsi attivamente per contribuire al dibattito politico, per partecipare in quanto cittadini alla vita politica del proprio territorio. Sono molti i giovani iscritti al Partito che dopo il discorso di Letta sono ora animati da un rinnovato ottimismo e che “non vedono l’ora di essere presi in considerazione per questo nuovo progetto di rinnovamento, nella speranza di avere un PD che possa spendersi meglio sulle tematiche legate ai giovani”. 

I colpi di coda delle correnti, che tante fatiche costano a chi si trovi a ricoprire l’ingrato compito di segretario, sono probabilmente l’estrema conseguenza di quelle dinamiche interne al partito che hanno determinato il progressivo distacco della base. Se un partito diventa ostaggio delle logiche interne, completamente slegate da quella che è la realtà del paese, come può costituire un simbolo di miglioramento per coloro i quali vivono in una società che sostanzialmente li ingnora? Gli ultimi segretari hanno avuto presenti questi problemi ma, magari anche in buonafede, non sono mai riusciti a sanare una situazione che negli ultimi anni è andata in lento ma costante peggioramento

Per questo motivo le parole pronunciate da Letta durante il discorso sulla ferma volontà di riaprire alla base sono state percepite da molti (sottoscritto compreso) come una ventata di aria fresca: i giovani costituiscono il futuro del Paese, ed è di vitale importanza per un partito che voglia guidare il cambiamento rimanere in sintonia con i giovani, i quali – sempre per citare il neosegretario – possono trovare nella pratica politica una fantastica scuola di vita.

Purtroppo finora il PD troppo spesso ha comunicato un messaggio diverso ai giovani che si avvicinavano alla politica, convincendo molti che il partito fosse sostanzialmente disinteressato alle spinte propositive che numerose giungevano dalla quella che dovrebbe essere la sua base naturale. Se questo paese ha nell’ultimo anno vissuto un dramma generalizzato, ed ancora oggi lo sta tragicamente vivendo, la categoria dei giovani stava già cercando di superare una crisi che già prima della pandemia appariva insanabile.

Agli occhi di un giovane universitario quale è il sottoscritto, Letta si è dimostrato ieri ben consapevole di questo stato di cose, sottolineando più volte l’importanza che per lui hanno avuto gli anni dell’esperienza francese ed il confronto costante con gli studenti della sua scuola di politiche. L’Italia è ricca di ragazze e ragazzi ansiosi di poter finalmente dare il proprio contributo, ma finora è oggettivamente mancata la volontà politica di dar loro una occasione. L’obiettivo indicato dal nuovo segretario è indubbiamente ambizioso, ma la gravità del momento ci ricorda ogni giorno che questa battaglia non può essere più rimandata. 

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