E giunge in mezzo alla mattina, senza salutare.
È calda
selvatica coi piedi contro il vento.
Beve luce,
fende polvere,
il corpo è umido di sole.
I passi premono la terra asciutta,
si porta avanti regolare.
E lei,
protesa oltre la sua sostanza
assorbe
e sente.
Lambisce, fruscia
e si confonde con le foglie,
uguali, piccole, perfette
che ballano reciproche
e scrollano le voci.
L’esperienza del medesimo
aggiunge e fa pensare.
Lilith Fiorillo