Lei – Romanticismo vietato ai professionisti del sarcasmo

di Adriano Vinti

Lei – Romanticismo vietato ai professionisti del sarcasmo

di Adriano Vinti

Lei – Romanticismo vietato ai professionisti del sarcasmo

di Adriano Vinti

Scrive Roberto Escobar nel bellissimo “Ti racconto un film” che i migliori spettatori sono quelli disposti a sognare il sogno del regista; a maggior ragione se il regista è anche chi ha scritto il film, come nel caso di Spike Jonze, che con “Her” (Tradotto in italiano “Lei”) si è aggiudicato la statuetta per la miglior sceneggiatura la notte degli Oscar 2014.

Joaquin Phoenix interpreta Theodore, protagonista unico di una storia d’amore (non sappiamo ancora per quanto) fantascientifica: quella tra un uomo e un sistema operativo. Sgombriamo subito il campo dagli stereotipi: Theodore non è uno sfigato, ma un uomo cha ha raggiunto la piena maturità, ha un lavoro appagante che gli riesce benissimo, è stimato, ha una bella casa e alle spalle una lunga e importante storia con la donna da cui sta divorziando con scarsa convinzione. In una Los Angeles del futuro prossimo installa sul suo PC il nuovo sistema operativo OS, dotato di suadente voce femminile e interfaccia vocale che permette il dialogo come con un essere umano: tra i due nasce una sintonia perfetta fatta di complicità cerebrale e orgasmi cosmici, efficienza organizzativa ed empatia. Unico problema: OS, che per Theodore si chiamerà Samantha, appena installata già ha immagazzinato dentro di se tutto il sapere umano in termini di nozioni, capacità cognitive ed evolutive; inevitabile quindi che la luna di miele non possa durare all’infinito.

Nel frattempo il film ci regala una scena dopo l’altra di situazioni surreali e bellissime, proponendo una serie di interrogativi ormai classici sul nostro futuro con una forza pari a quella di “Black Mirror”, ma senza lo stesso retrogusto di angoscia: a quali livelli di sofisticazione potrà arrivare la tecnologia? come cambierà le nostre vite e i nostri rapporti? dialogare col proprio sistema operativo tramite auricolare, lo sguardo perso nel vuoto, mentre si passeggia in strada è tanto diverso dal digitare compulsivamente col proprio blackberry ovunque si vada?

Naturalmente non spetta al film dare anche le risposte, quello che può fare, quello che dovrebbero fare tutti i film, è scuotere e spiazzare, e Spike Jonze ci riesce egregiamente con un lavoro di forma oltre che di sostanza: notevole la fotografia, azzeccate le pacate scelte sonore, efficaci e forse ironici gli interminabili primi piani su Theodore che dialoga con OS (la cui voce è di Micaela Ramazzotti, cui va dato il merito di non far rimpiangere Scarlett Johansson) alternati a piacevoli campi lunghi. Con tutta ‘sta roba siamo disposti a perdonare all’ex marito di Sofia Coppola anche una lunghezza del film lievemente esagerata, e un look del protagonista eccessivamente hipster per l’età.

Certo, qualcuno potrà storcere il naso, fare battute sarcastiche o inarcare il labbro sinistro in un sorriso di scherno di fronte a scene spiazzanti, ce ne sono tante, come quella del primo rapporto sessuale tra Theodore e OS/Samantha: ai professionisti del sarcasmo che hanno tutto il diritto di non volere immergersi nel sogno di Spike Jonze il film è caldamente sconsigliato.

Di Adriano Vinti

Trailer:

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